Parlando d’ inflazione, ci viene subito in mente una delle cause più rilevanti che ha comportato l’attuale congiuntura economica: l’aumento dei costi energetici. Di questo purtroppo ce ne stiamo rendendo conto da diversi mesi e si guarda con apprensione all’andamento dei prezzi di gas naturale e petrolio da cui dipende ancora molto la nostra economia. Ma le commodities, possono aiutarci a recuperare la nostra maggiore spesa per consumi, se inserite in un portafoglio? Ovvero possiamo beneficiare di un hedging, investendo in materie prime?
Prima di rispondere a questa domanda, è opportuno comprendere i processi di aggiustamento dell’inflazione rispetto alle materie prime. Le materie prime costituiscono un efficace strumento di copertura contro l’inflazione futura inattesa, ma per raggiungere l’obiettivo è fondamentale averle acquistate nel momento giusto. Le commodities più comuni, utili alla copertura inflattiva sono quelle del settore:
- Energetico; petrolio, gas naturale…
- Metalli industriali; rame, argento…
- Agricole; grano, soia, mais…
Le materie prime agricole ad esempio costituiscono una buona protezione contro l’aumento dei prezzi dei beni alimentari. Così come il petrolio rappresenta un buon investimento per recuperare le spese sempre più ingenti del trasporto, che direttamente o indirettamente si ripercuote anche sugli altri beni e servizi. Esistono molti strumenti a disposizione dei risparmiatori, come ETF, che danno accesso a basket – panieri di materie prime, molto efficaci. Ma è fondamentale comprendere questo postulato:
“E’ essenziale avere commodities in portafoglio, su base strutturale di diversificazione, come protezione da un’eventuale aumento dell’inflazione futura”
Pertanto è evidente come le materie prime debbano essere tra gli asset del portafoglio, già prima del manifestarsi dell’inflazione. Un acquisto di questi asset una volta che l’inflazione abbia già raggiunto i massimi ciclici, o che comunque già si sia manifestata negli scaffali dei supermercati e nelle bollette, è fortemente inopportuno.
Possiamo infatti renderci conto come le fiammate inflattive degli energetici siano già partite durante la stagione estiva, periodo in cui sia il petrolio che il gas naturale hanno registrato i loro massimi. Anche i generi alimentari hanno avuto lo stesso corso. Attualmente sono in fase discendente e un acquisto potrebbe non portare nessun beneficio, anzi in caso di recessione potrebbero subire ulteriori cali. Soltanto un evento inaspettato e avverso potrebbe riaccendere una tendenza fortemente rialzista per le materie prime in genere.Questo e altri articoli puoi trovarli nel mio blog ORSI CONTRO TORI.
DISCLAIMER: Questo articolo ha il solo ed esclusivo scopo didattico e formativo pertanto non deve essere inteso in alcun modo come consiglio operativo di investimento, né come sollecitazione di pubblico risparmio. Le attività di investimento in borsa e di trading speculativo comportano notevoli rischi economici e chiunque le svolga, lo fa sotto la propria ed esclusiva responsabilità. Chi scrive non si assume nessuna responsabilità circa eventuali danni diretti o indiretti relativamente a decisioni di speculazione o d’ investimento prese dal lettore.