“La stabilità è un’illusione; l’unica costante è il cambiamento.” (Anonimo)
Il Trump trade continua a dominare i mercati. Le principali Borse europee hanno chiuso in ribasso la seduta di mercoledì, anche se al di sopra dei minimi di giornata. Tra i settori maggiormente penalizzati auto e componentistica, real estate e servizi finanziari, mentre i settori energia, assicurazioni e banche sono stati i migliori performer. Negli Stati Uniti, gli indici hanno chiuso in modo misto, con gli indici che hanno perso slancio dopo un pomeriggio relativamente tranquillo. Il dato principale è stato il rally dei Treasury, innescato dalla pubblicazione del CPI core di ottobre in linea con le attese, che ha portato il mercato a rivedere le probabilità di un taglio dei tassi da parte della Fed a dicembre, ora stimate al 30%, in calo rispetto al 41% di ieri. Il recente movimento dei mercati riflette un riposizionamento dopo le attese di politiche più aggressive da parte della Fed, soprattutto in un contesto di persistente inflazione e politiche proposte dal presidente Trump. Sebbene l’attenzione resti alta sui prossimi dati dell’inflazione USA prima della riunione di dicembre, l’incertezza persiste. I membri della Fed hanno rilasciato dichiarazioni caute: Logan della Fed di Dallas ha sottolineato che, sebbene siano probabili ulteriori tagli ai tassi, non è chiaro quanti saranno necessari o quando. Musalem di St. Louis ha indicato la necessità di mantenere una politica moderatamente restrittiva finché l’inflazione supera il 2%, mentre Schmid di Kansas City ha ribadito che resta da vedere fino a che punto i tassi possano scendere. Kashkari di Minneapolis ha espresso fiducia nella traiettoria dell’inflazione, affermando che non è bloccata sopra il target.
Prospettive della BCE
In Europa, l’avversione al rischio è proseguita, alimentata dalle preoccupazioni per le politiche di Trump e il loro possibile impatto sull’economia e sull’inflazione dell’Eurozona. Il rialzo dei rendimenti obbligazionari ha aggiunto ulteriori preoccupazioni. Sebbene la narrativa generale non sia cambiata, la possibilità di un allentamento più attivo da parte della BCE rimane concreta, mentre la BoE adotta un approccio più cauto. I commenti recenti dei funzionari della BCE hanno supportato l’idea di un taglio a dicembre, anche se le prospettive future restano incerte e legate alle politiche USA. La BCE pubblicherà giovedì il resoconto della riunione del 17 ottobre, che ha visto il primo doppio taglio dei tassi in 13 anni, portando il tasso di deposito al 3,25%. I dettagli potrebbero mettere in evidenza la crescente attenzione dei policymaker verso un rallentamento economico, con inflazione al di sotto del target. Le discussioni potrebbero sottolineare i rischi al ribasso per l’inflazione e una crescente preoccupazione per la crescita, in un contesto segnato dal crollo del governo tedesco e dalle crescenti tensioni commerciali dopo la rielezione di Trump. La possibile espansione delle politiche tariffarie di Trump potrebbe avere un impatto negativo sulla crescita dell’Eurozona, rafforzando le scommesse su ulteriori tagli dei tassi da parte della BCE, anche se con potenziali effetti inflazionistici a medio termine. La BCE continuerà a monitorare i dati per orientare le future decisioni di politica monetaria, mantenendo un approccio cauto e dipendente dai dati.
La Cina presenza il bazooka ma l’asia è incerta
Oltre l’Europa, la Cina ha annunciato nuovi tagli fiscali per gli acquirenti di case, nel tentativo di sostenere il settore immobiliare. Questa mossa mira a rilanciare un mercato chiave per la seconda economia mondiale, segnalando la volontà del governo cinese di adottare misure più incisive per stimolare la crescita interna. In Asia, l’inflazione dei prezzi alla produzione in Giappone ha registrato il livello più alto da agosto 2023, trainata da una revisione programmata dei prezzi del riso. In Australia, l’indice dei prezzi salariali è stato leggermente inferiore alle aspettative, limitando le implicazioni per la politica della banca centrae. La Corea del Sud ha riportato un tasso di disoccupazione superiore alle previsioni, aggiungendo incertezza sulle prospettive economiche regionali. La stampa giapponese ha inoltre riferito che i produttori di automobili stanno preparando un’intensificazione delle attività di lobbying negli Stati Uniti, segno di un’attenzione crescente per le politiche commerciali e tariffarie della nuova amministrazione Trump.
Il Trump trade continua a dominare i mercati. Le principali Borse europee hanno chiuso in ribasso la seduta di mercoledì, anche se al di sopra dei minimi di giornata. Tra i settori maggiormente penalizzati auto e componentistica, real estate e servizi finanziari, mentre i settori energia, assicurazioni e banche sono stati i migliori performer. Negli Stati Uniti, gli indici hanno chiuso in modo misto, con gli indici che hanno perso slancio dopo un pomeriggio relativamente tranquillo. Il dato principale è stato il rally dei Treasury, innescato dalla pubblicazione del CPI core di ottobre in linea con le attese, che ha portato il mercato a rivedere le probabilità di un taglio dei tassi da parte della Fed a dicembre, ora stimate al 30%, in calo rispetto al 41% di ieri. Il recente movimento dei mercati riflette un riposizionamento dopo le attese di politiche più aggressive da parte della Fed, soprattutto in un contesto di persistente inflazione e politiche proposte dal presidente Trump. Sebbene l’attenzione resti alta sui prossimi dati dell’inflazione USA prima della riunione di dicembre, l’incertezza persiste. I membri della Fed hanno rilasciato dichiarazioni caute: Logan della Fed di Dallas ha sottolineato che, sebbene siano probabili ulteriori tagli ai tassi, non è chiaro quanti saranno necessari o quando. Musalem di St. Louis ha indicato la necessità di mantenere una politica moderatamente restrittiva finché l’inflazione supera il 2%, mentre Schmid di Kansas City ha ribadito che resta da vedere fino a che punto i tassi possano scendere. Kashkari di Minneapolis ha espresso fiducia nella traiettoria dell’inflazione, affermando che non è bloccata sopra il target.
Prospettive della BCE
In Europa, l’avversione al rischio è proseguita, alimentata dalle preoccupazioni per le politiche di Trump e il loro possibile impatto sull’economia e sull’inflazione dell’Eurozona. Il rialzo dei rendimenti obbligazionari ha aggiunto ulteriori preoccupazioni. Sebbene la narrativa generale non sia cambiata, la possibilità di un allentamento più attivo da parte della BCE rimane concreta, mentre la BoE adotta un approccio più cauto. I commenti recenti dei funzionari della BCE hanno supportato l’idea di un taglio a dicembre, anche se le prospettive future restano incerte e legate alle politiche USA. La BCE pubblicherà giovedì il resoconto della riunione del 17 ottobre, che ha visto il primo doppio taglio dei tassi in 13 anni, portando il tasso di deposito al 3,25%. I dettagli potrebbero mettere in evidenza la crescente attenzione dei policymaker verso un rallentamento economico, con inflazione al di sotto del target. Le discussioni potrebbero sottolineare i rischi al ribasso per l’inflazione e una crescente preoccupazione per la crescita, in un contesto segnato dal crollo del governo tedesco e dalle crescenti tensioni commerciali dopo la rielezione di Trump. La possibile espansione delle politiche tariffarie di Trump potrebbe avere un impatto negativo sulla crescita dell’Eurozona, rafforzando le scommesse su ulteriori tagli dei tassi da parte della BCE, anche se con potenziali effetti inflazionistici a medio termine. La BCE continuerà a monitorare i dati per orientare le future decisioni di politica monetaria, mantenendo un approccio cauto e dipendente dai dati.
La Cina presenza il bazooka ma l’asia è incerta
Oltre l’Europa, la Cina ha annunciato nuovi tagli fiscali per gli acquirenti di case, nel tentativo di sostenere il settore immobiliare. Questa mossa mira a rilanciare un mercato chiave per la seconda economia mondiale, segnalando la volontà del governo cinese di adottare misure più incisive per stimolare la crescita interna. In Asia, l’inflazione dei prezzi alla produzione in Giappone ha registrato il livello più alto da agosto 2023, trainata da una revisione programmata dei prezzi del riso. In Australia, l’indice dei prezzi salariali è stato leggermente inferiore alle aspettative, limitando le implicazioni per la politica della banca centrae. La Corea del Sud ha riportato un tasso di disoccupazione superiore alle previsioni, aggiungendo incertezza sulle prospettive economiche regionali. La stampa giapponese ha inoltre riferito che i produttori di automobili stanno preparando un’intensificazione delle attività di lobbying negli Stati Uniti, segno di un’attenzione crescente per le politiche commerciali e tariffarie della nuova amministrazione Trump.