“I mercati non premiano l’incertezza, ma chi sa gestirla.” (Ray Dalio)
Le borse europee hanno chiuso per lo più in rialzo martedì, sebbene lontane dai massimi intraday, mentre i mercati statunitensi hanno registrato la peggiore sessione dal 18 dicembre per l’S&P 500 e il Nasdaq. La pressione si è concentrata sui titoli growth, con il settore tecnologico in netto calo. La sentiment globale è stata inizialmente sostenuta da un articolo del Washington Post, secondo cui Trump potrebbe limitare il suo piano tariffario ai soli beni critici, ma successivamente lo stesso Trump ha smentito la notizia. Intanto, i mercati statunitensi hanno trovato supporto nel tema di crescita secolare dell’intelligenza artificiale: il CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha presentato nuovi GPU con architettura Blackwell al CES di Las Vegas, ampliando le applicazioni dell’AI. Sul fronte dei rendimenti obbligazionari Usa c’è stato un aumento, alimentato da un rallentamento atteso nei tagli dei tassi della Fed, supportato anche da recenti dichiarazioni di membri orientate al rialzo. In Europa, i dati sull’inflazione dell’Eurozona hanno dato slancio alle aspettative di tagli graduali da parte della BCE. L’inflazione è salita al 2,4% a dicembre (dal 2,2% precedente), mentre l’inflazione core è rimasta al 2,7%. Questi dati confermano le previsioni di mercato per quattro tagli dei tassi entro giugno, per un totale di 100 punti base.
Trump volatility
La volatilità legata alle politiche di Trump continua a essere un tema centrale per i mercati, soprattutto in vista della sua seconda amministrazione. Il presidente eletto ha espresso l’intenzione di adottare un unico disegno di legge per affrontare le priorità legislative del GOP, tra cui l’estensione dei tagli fiscali. Tuttavia, non ha escluso l’approccio di due disegni di legge separati, preferito da alcuni repubblicani del Senato, come John Thune. Trump incontrerà i senatori repubblicani mercoledì per trovare un accordo. Le tariffe restano una questione chiave, data la loro potenziale influenza su crescita e inflazione, oltre che sulle decisioni aziendali. Sebbene il Washington Post abbia riportato l’intenzione di Trump di limitare le tariffe ai beni critici, la successiva smentita del presidente ha spinto i mercati a ritracciare i guadagni iniziali. La possibilità di un approccio più mirato alle tariffe rimane comunque un tema di dibattito, con impatti potenziali su azioni, rendimenti obbligazionari e valuta.
I fattori di rischio nel 2025
Guardando al 2025, il contesto globale presenta numerosi rischi che potrebbero influenzare l’andamento dei mercati. Secondo Benoit Anne, Managing Director di MFS Investment Management, sono 25 i principali fattori di rischio identificati per il prossimo anno. Tra questi, i più rilevanti includono: rischi inflazionistici persistenti, una possibile guerra commerciale globale, tensioni geopolitiche e una potenziale crisi nell’Eurozona. Ulteriori preoccupazioni riguardano il rischio di una recessione negli Stati Uniti, una correzione del mercato legata all’intelligenza artificiale, attacchi informatici, crisi politiche in Francia e l’impatto di una riduzione dell’immigrazione. Altri temi includono l’eventualità di aumenti imprevisti dei tassi nei paesi del G10, bolle di mercato nei settori privati e delle criptovalute e valutazioni eccessive dei mercati azionari. Anne sottolinea che, in questo contesto di volatilità, la gestione attiva degli investimenti sarà fondamentale per sfruttare le opportunità generate da eventuali dislocazioni di mercato.
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