Market Brief
I mercati valutari hanno iniziato a muoversi lateralmente, senza fare propria l’avversione al rischio che ha interessato l’azionario asiatico. Wall Street è riuscita a compiere un rally, ma al momento l’Asia accusa un calo marginale. Nel complesso, sembra che le vendite legate al panico generato dalla Fed stiano calando e che non si stiano trasformando in una correzione vera e propria. Il Nikkei cede l’1,00%, il Composite di Shanghai è in calo dello 0,50% e l’Hang Seng dello 0,2%. I redimenti dei decennali USA sono invariati al 2,47%. L’AUD/USD è salito a 0,9343 prima del comunicato della RBA, ma poi si è arenato in scia all’annuncio. L’USD/JPY è rimasto all’interno della fascia compresa fra 102,46 e 102,62. La coppia NZD/USD porta avanti il trend sopra il supporto costituito dalla media mobile a 200 giorni a 0,8458. Le valute dei mercati emergenti asiatici hanno guadagnato lievemente nei confronti dell’USD, mentre il won sudcoreano (KRW) si è apprezzato dello 0,51% contro l’USD. Non ci sono state notizie di rilievo sul fronte geopolitico e ciò ha contribuito a far stabilizzare la propensione al rischio. Il PMI servizi cinese elaborato da HSBC è sceso ai minimi dal 2005, attestandosi a 50,0 punti, in forte flessione rispetto ai 53,1 punti di giugno. Il calo conferma la flessione fotografata dal PMI non-manifatturiero ufficiale, quindi la reazione è stata contenuta (l’effetto si è sentito marginalmente nell’azionario). Sempre in Cina, il PMI composito di HSBC ha subito un rallentamento, scendendo a 51,6 punti a luglio rispetto ai 52,4 di giugno.
Nessuna variazione di rilievo nel linguaggio della RBA
In Australia, il comunicato della RBA di agosto diffuso dopo la riunione di politica monetaria è risultato praticamente invariato rispetto a luglio, e ciò ha limitato la reazione del mercato. Come ampiamente previsto, la RBA ha mantenuto il tasso di cassa al 2,50% e il rischio di nuovi tagli dei tassi appare distante. La coppia AUD/NZD ha compiuto inizialmente un rally fino a 1,0959, per poi ritracciare rapidamente a 1,0948 sull’onda degli scarsi volumi. La prima modifica nel comunicato riguarda l’inflazione, che è cresciuta in scia alla flessione dell’AUD. Ciò nonostante, i membri sembrano soddisfatti delle attuali previsioni d’inflazione e della politica perseguita. Non ci sono state variazioni rispetto al tasso di cambio. Sempre in Australia, il deficit commerciale è sceso a 1.683 mln AUD rispetto ai 2.000 mln di AUD previsti dal mercato.
Nel Regno Unito i dati dovrebbero sostenere la GBP
Durante la seduta europea gli operatori monitoreranno i PMI definitivi nell’Eurozona e la crescita delle vendite al dettaglio. Nel Regno Unito sarà invece diffuso il PMI servizi. Non ci sono segnali evidenti di una variazione nella stima flash dei PMI di Eurolandia; il PMI composito dovrebbe rimanere invariato a 54,0 punti e il PMI servizi dovrebbe attestarsi a 54,4 punti. Nel Regno Unito, il PMI servizi dovrebbe salire a 58,0 punti, mentre il PMI composito di luglio dovrebbe rimanere invariato a 58,0 punti. Nonostante qualche risultato deludente di recente, la complessiva tendenza positiva dei dati economici ci fa ritenere che un rialzo del tasso a novembre rimanga un’opzione. Rimaniamo quindi costruttivi sulla GBP e vediamo nella recente correzione della coppia GBP/USD un buon momento per ricaricare i lunghi.
Peter Rosenstreich, Chief FX Analyst,
Swissquote Europe Ltd