- I maggiori istituti hanno tagliato le previsioni sul prezzo del petrolio per il 2023
- La fine della politica zero-COVID cinese è uno dei principali fattori che potrebbe far salire i prezzi
- Diamo un’occhiata ad alcuni dei fattori che dovrebbero essere importanti per il mercato petrolifero nel 2023
- La fine della politica zero-COVID cinese
- Gli USA riempiono le SPR
- Produzione petrolifera statunitense in calo o stagnante
- Sanzioni sui prodotti petroliferi russi trasportati via mare
- L’OPEC taglia o conferma le quote di produzione
- Ulteriore inflazione/svalutazione del dollaro USA
- Calamità naturale o guerra inaspettati
- Recessione globale
- L’OPEC+ aumenta la produzione
- La domanda cinese è minore del previsto
- Russia ed UE appianano le divergenze e riprendono i commerci energetici
- L’accordo nucleare USA/Iran mette fine alle sanzioni petrolifere
Fattori che potrebbero far salire i prezzi nel 2023
La Cina sta già mettendo fine alle sue restrittive politiche contro il COVID, ma sembra che esiti a tornare ad una vita economica normale. La domanda petrolifera probabilmente salirà entro il secondo semestre e potrebbe trascinare verso l’alto i prezzi del petrolio.
Dopo aver venduto quantità da record di petrolio dalle riserve petrolifere strategiche (SPR), la Casa Bianca ora punta a ripristinarle. Il governo vuole un affare, ma a 65-70 dollari al barile questo potrebbe essere un buon affare per molte compagnie petrolifere che temono prezzi più bassi nel 2023. Considerata la quantità di petrolio che il governo intende comprare, è possibile che una fonte extra di domanda possa contribuire a far salire i prezzi in generale.
L’EIA prevede ancora che la produzione petrolifera toccherà i 12,34 miliardi di bpd nel 2023, ma molte compagnie petrolifere stanno indicando che difficilmente produrranno molto più petrolio di quanto già non facciano.
Considerati i problemi di approvvigionamento, l’incertezza normativa, un mercato del lavoro complicato e le pressioni degli azionisti per restituire valore anziché investire in nuova produzione, è possibile che assisteremo ad una produzione petrolifera USA stagnante o addirittura in calo proprio quando la domanda globale di petrolio sta aumentando. E questo farebbe salire i prezzi.
Queste sanzioni entreranno in vigore a febbraio e probabilmente causeranno quanto meno un aumento a breve termine dei prezzi della benzina in Europa. Tuttavia, con più greggio russo spedito in Cina, Turchia ed Indonesia per la raffinazione, i prezzi dei prodotti petroliferi dovrebbero scendere, in quanto non ci sono sanzioni per USA o Europa sui prodotti petroliferi realizzati con greggio russo al di fuori della Russia.
L’OPEC+ potrebbe tentare di alzare i prezzi tagliando le quote di produzione nel 2023 o confermandole al livello attuale nonostante l’aumento della domanda petrolifera.
Il petrolio è prezzato in dollari e, se il dollaro dovesse deprezzarsi contro le valute estere, i produttori dovranno venderlo a prezzi più alti per avere le stesse entrate nella loro valuta.
Ad esempio, un inverno eccezionalmente freddo, un disastro nucleare o un uragano. I problemi geopolitici potrebbero includere un’invasione cinese di Taiwan, o una riacutizzazione degli scontri in Medio Oriente.
Fattori che potrebbero far scendere i prezzi nel 2023
Molti economisti sono dell’avviso che ci troviamo ad un passo da una recessione globale, e ci sono segnali che Europa e USA entreranno in recessione nel 2023. Nel complesso, la domanda petrolifera e, di conseguenza, i prezzi del petrolio, scendono durante una recessione. Tuttavia, la domanda di benzina e di prodotti raffinati è ancora forte, in contraddizione con altri segni di imminente recessione.
Nell’eventualità di una recessione, è possibile che l’OPEC+ possa aumentare la produzione per ridurre il fardello economico delle economie in difficoltà. Tuttavia, a questo punto, solo Arabia Saudita, Iraq ed EAU hanno la capacità di aumentare la produzione, quindi qualunque incremento resterebbe relativamente invariato.
La riapertura in Cina potrebbe non andare come previsto e, in questo caso, la domanda petrolifera della nazione potrebbe salire più gradualmente rispetto alle attese, con minori pressioni sulle scorte globali. E questo potrebbe far scendere i prezzi, o quanto meno impedirgli di salire.
È possibile che la sfida di vivere senza petrolio e gas russi si riveli troppo difficile per i policymaker UE. Potrebbero essere costretti ad appianare le divergenze con la Russia nel 2023 e riprendere a comprare l’economico gas naturale e l’accessibile petrolio di Mosca. E questo farebbe scendere i prezzi nel 2023.
Negoziare un accordo nucleare con l’Iran non è una priorità per la Casa Bianca in questo momento, ma potrebbe diventare un punto importante nel 2023.
Sotto pressione, il governo Biden potrebbe cercare di raggiungere un nuovo accordo sul nucleare con l’Iran ed una fine delle sanzioni contro la sua industria petrolifera. Se così fosse, la reintroduzione di commerci trasparenti di petrolio iraniano sul mercato globale farebbe scendere i prezzi.
*Buone feste a tutti!*
Nota: L’autrice non possiede nessuno degli asset menzionati nell’articolo.