Oggi sarà diffuso il dato sull’attività economica messicana. Il dato, che a gennaio ha mostrato un rialzo del 2,33% su base annua, dovrebbe attestarsi al +3%. Dallo scorso anno tutti i settori, primario, secondario e terziario, hanno mostrato un andamento positivo. Altri dati recenti, fra cui le vendite al dettaglio di febbraio, nonostante il rallentamento, sono positivi, e il dato annuale è decisamente solido, con un miglioramento del 9,6% su base annua.
A sorpresa, i prezzi bassi del petrolio non hanno avuto un impatto significativo sul Messico. Ora che i prezzi del petrolio stanno rimbalzando, le pressioni al ribasso sull’economia sono ancor più insignificanti. In passato si riteneva che il Messico pagasse il prezzo della mancanza di investimenti nel settore industriale e della vetusta infrastruttura petrolifera, molti credevano che per questi motivi il Messico non riuscisse ad essere competitivo nell’industria. Alla fine, pero, sembra che il Messico non soffra poi tanto. Il Messico non era in grado di competere quando i prezzi del petrolio erano elevati, pertanto, con prezzi più bassi, non aveva molto da perdere.
Crediamo che i catalizzatori principali dell’economia del Messico siano strettamente legati agli Stati Uniti, il suo primo partner commerciale. L’attuale delusione degli investitori circa la politica monetaria della Fed sta chiaramente aiutando il Messico. La Fed è disposta ad aumentare i tassi, ma i fondamentali negli USA sono piuttosto contrastati. Il Messico deve seguire scrupolosamente la politica monetaria della Fed per evitare sia i deflussi di capitale, che potrebbero derivare da un differenziale fra i tassi più basso, sia una minaccia alla stabilità dei prezzi. La coppia USD/MXN dovrebbe continuare a scendere, almeno finché la Fed manterrà la sua impostazione accomodante.