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Morning adviser, borse USA pronte alla discesa?

Pubblicato 30.05.2013, 08:32
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La sempre maggior incertezza circa le prossime mosse di politica monetaria da parte della Federal Reserve americana stanno producendo movimenti molto volatili sia sui listini azionari che sul mercato valutario, riuscendo ad interrompere le forti salite che hanno caratterizzato i prezzi degli indici statunitensi nella ultime settimane.

Lo S&P500 sta compiendo minimi crescenti e massimi decrescenti, andando a muoversi in un’ampia fase laterale che potrebbe sfociare in importanti aumenti di volatilità, una volta superati i confini principali, individuabili in 1.635,00 ed il 1.675,00.

Il Dow Jones sta mostrando delle price action molto simili ad esso, con i livelli da seguire che si identificano in 15.150 ed in 15.450, mentre per il Nasdaq risultano importanti le aree che passano intorno a 2.960 e 3.040.

Non siamo ancora strutturalmente pronti ad una discesa importante delle borse, in quanto le condizioni di liquidità sui mercati non sono ancora andate a mutare in peggio (leggasi inferiore liquidità iniettata), ma le aspettative degli investitori incominciano a far scontare nei prezzi qualche segnale di cambiamento di rotta, il che non dev’essere preso sotto gamba e sottovalutato.

Se ci concentriamo su fattori operativi infatti, una componente importante del mestiere consiste nel gestire al meglio il rischio, andando a considerarlo in tutte le sue sfaccettature e, una volta individuato, mettendolo a confronto con il rendimento potenziale derivante dall’affrontare tale rischio.

Se questo rapporto, in linea tendenziale, risultasse inferiore di 1:1, non avremmo nessun interesse ad intraprendere questo investimento, a meno che la nostra avversione al rischio sia pari a zero, nel momento in cui invece, esso si dovesse trovare in territorio positivo (il consiglio, in ottica anche di investimenti speculativi, è quello di utilizzare sempre almeno un rapporto di 1:2), varrebbe la pena pensare di entrare in un’operazione.

Parlando di mercati di borsa ora ci troviamo di fronte al rischio concreto che i supporti possano saltare, generando nuovi flussi di vendita in grado di far approfondire il movimento, ma il fatto che le borse non stiano sperimentando le condizioni affinchè dei sell off strutturali si verifichino, va a fornirci ulteriori spunti interpretativi.

S&P

Se i supporti non dovessero saltare, ci si troverebbe di fronte alla possibilità di acquistare gli indici su livelli molto interessanti, tenendo conto che un superamento a ribasso delle aree viste potrebbe portare ad accelerazioni ribassiste, da poter essere sfruttate con stop e reverse delle posizioni.

Seguiamo dunque come se e come ci avvicineremo a queste aree, sono interessanti da analizzare.

Sul fronte valutario il dollaro è andato a perdere terreno nei confronti di tutti, con yen e franchi svizzeri in rialzo consistente, il che si trova in linea con i prospetti correlativi che abbiamo cominciato a seguire poco tempo fa.

EUR/USD
Il superamento di 1,2885 ha portato l’euro a salire ben’oltre l’1,2925 ipotizzato e questa mattina si stanno tentando delle rotture rialziste. L’area di 1,3000 è sicuramente quella da curare, con un’area di potenziale presa di stop che risulta molto ampia e che si estende fino a 1,3050. Diventa dunque difficile lavorare su rotture pulite, crediamo che se dovessimo avvicinarci al livello degli ingressi stretti possano essere considerati la miglior strategia. Se il mercato dovesse ripiegare sotto 1,2950, potremmo invece assistere a tentativi di rivisitazione dell’1,2925 citato, che se superato può lasciare spazio a ritorni verso 1,2885.

USD/JPY
L’area di supporto individuata su UsdJpy non ha funzionato, ma la strategia difensive che vedeva il giro delle posizioni a ribasso una volta superato 101,65 ha prodotto buoni risultati andando a raggiungere e ben superare il target di 101,20. Il movimento è stato forte ed il fatto che le medie orarie abbiano incrociato a ribasso e che abbiano già funzionato come resistenze ci fa pensare che in caso di superamento di 101,75 il movimento di ripresa possa essere forte. Dovessimo rivedere le resistenze si palesano delle buone opportunità a livello di risk reward per vendere dollari, mentre per assistere a ribassi diretti occorre, a nostro parere, vedere superato il livello di 100,30.

EUR/JPY
Il quadro tecnico dipinto ieri come confuso non si è smentito. Si sono provate delle rotture ribassiste di 131,00, che hanno effettivamente prodotto l’aumento di volatilità da 50 punti che ci attendevamo, pur avendo mostrato molta volatilità anche su tentativi di rimbalzo. Siamo ora leggermente impostati a ribasso, con l’area di 130,50 che risulta essere quella più importante da seguire per individuare tentativi di rottura che potrebbero produrre accelerazioni verso 129,90 e 129,60 in estensione. Per assistere a risalite decise, crediamo che si renda necessario il superamento delle medie orarie e dell’ultimo massimo formatosi, con 131,75 e 132,00 potenziali target.

GBP/USD
Il cable questa mattina si è svegliato presto, o meglio, si sono svegliati presto i trader londinesi che hanno già prodotto una bella rottura rialzista, già andata a target, considerando che solitamente ci si muove all’infuori del range notturno per una strada pari all’altezza della congestione formatasi durante la notte. Abbiamo raggiunto i livelli di massimo precedenti, che rappresentano un’ottima area di resistenza da considerare. Un loro superamento, potrebbe portare a salite verso 1,5220 e 1,5250, ma questi punti possono essere buoni, dal punto del risk reward, per pensare a vendite di sterlina, con potenziali obiettivi in area 1,5120.

AUD/USD
Situazione simile a quella del cable, non a livello di tempistiche di realizzo del movimento, ma a livello di massimi precedenti raggiunti. Anche qui buon R/R per pensare a vendite di australiani, tenendo conto che un superamento di 0,9710 (dato da punti statici precedenti), potrebbe portare ad accelerazioni ulteriori fino ad arrivare in area 0,9750.

Matteo Paganini
Chief Analyst DailyFX


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