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Morning adviser, mercato incerto

Pubblicato 22.05.2013, 08:26
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Mercato fortemente incerto e in cerca di correzioni quello che abbiamo vissuto ieri, con le borse che hanno tentato degli approfondimenti ribassisti in seguito alle prime prese di profitto viste lunedì senza però riuscire a vincere i compratori che hanno ben difeso i livelli di supporto di breve periodo.

Il dollaro americano, dopo una mattinata passata a salire in maniera ordinata, soprattutto dopo il dato sull’inflazione inglese, è tornato a scendere nel pomeriggio anche qui, senza rompere nessun livello di attenzione.

Siamo dunque in pausa di riflessione con dei livelli abbastanza precisi da curare, tenendo conto che le volatilità implicite prezzate sul mercato delle opzioni rimangono ancora abbastanza sostenute, come mostrato nel grafico qui sotto.

varie coppie
Il mercato ieri è tornato a reagire in base ai dati macroeconomici, dati che latitavano dalla fine della scorsa settimana e ha mostrato una buona logica di risposta alle pubblicazioni.

Il caso più eclatante è rappresentato dalla sterlina inglese, che come accennato ha reagito in maniera decisa alla release del CPI, uscito peggiore delle aspettative che si attestavano a 2.6% (contro il precedente 2.8%), facendo segnare un 2.4% che apre la strada ad un potenziale numero di sostenitori dell’aumento del Quantitative Easing in crescita rispetto ai 3 membri del direttivo che fino ad ora si sono mostrati favorevoli a questa opzione.

Un’inflazione decrescente dà infatti la possibilità di espandere la base monetaria in circolazione senza incorrere in pericoli di prezzi in aumento troppo velocemente e permettendo in questo modo di tentare di dare slancio alla ripresa.

E quando le cause di rallentamento delle pressioni inflazionistiche sono strutturali, come in questo caso, vale la pena limare la strada intrapresa e forse pensare a potenziali incrementi di allentamento monetario potrebbe non essere una cattiva idea. In fondo, se pensiamo alla quantità di dollari iniettati e alle future iniezioni di yen, 25 miliardi di sterline sono sì parecchi, ma non così tanti (attualmente siamo a 375 miliardi immessi – e non dobbiamo dimenticarci che il QE è stato lanciato quando l’inflazione era intorno a 5% ed essa è sempre calata, pur di fronte a politiche espansive – su questo la BOE ha avuto ragione).

Di fronte a questa evenienza, il cable ha rotto i supporti di breve periodi, facendosi seguire anche dalla moneta unica europea e dal dollaro australiano, prima delle frenate viste in apertura.

Buona reattività dunque, sia su dati singoli che su aspettative di politica monetaria. Riguardo quest’ultimo fattore, la BoJ ha mantenuto i tassi invariati e ha confermato appieno l’intenzione di continuare sulla strada del Quantitative e Qualitative Easing, non producendo effetto alcuno sui cambi ma riuscendo a spingere a rialzo il Nikkei (su nuovi massimi).

Il prossimo appuntamento è previsto per questa sera, quando la Federal Reserve andrà a pubblicare le proprie minute.


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EUR/USD
Continua il movimento correttivo laterale dell’euro, ed i livelli che abbiamo provato ad individuare ieri hanno funzionato abbastanza bene. Le resistenze che in mattinata hanno tenuto, hanno spinto i prezzi sotto 1.2860 e la mancata rottura di 1.2840 ha fatto sì che le quotazioni ripartissero, senza rompere quell’1.2935 indicato come potenziale livello di rottura verso 1.2975. Ci troviamo ora di fronte ad una situazione di difficile interpretazione, che vede le medie incrociate a rialzo e l’area di 1.2900 che potrebbe funzionare da buon supporto statico e dinamico (estendibile fino a 1.2885, area dove passa la media a 100 oraria). Qui è possibile ipotizzare acquisti di euro per il buon risk reward offerto, tenendo conto che in caso di rottura di 1.2875 è possibile attendersi rotture più importanti, con sempre 1.2840 da spartiacque. In caso di avvicinamento a 1.2935 sarà importante valutare il momentum dei prezzi, per capire se ci saranno rotture a rialzo, da valutare verso 1.2945.

USD/JPY
Il UsdJpy si sta stringendo all’interno di un triangolo che potrebbe portare a rotture verso i punti statici più importanti e che potrebbero determinare aumenti di volatilità. Ci riferiamo a 102.00 e 12.90, punti raggiungibili in caso di rottura dei livelli dinamici e che se rotti possono portare rispettivamente a 101.80 e 103.30, con particolare attenzione in caso di salita perché si potrebbero tentare nuovi massimi. Una discesa sotto 101.80 è da attendere soltanto in caso di rottura dei supporti sulle borse americane.

EUR/JPY
Ancora difficilmente lavorabile l’EurJpy. Aspettiamo l’avvicinamento a 132.75 o 132.00 per valutare il da farsi, Potenziali scenari rialzisti in caso di tenuta dei supporti, con il punto di reverse difficilmente valutabile, per cui stop fisso, in caso di operatività.

GBP/USD
La rottura a ribasso della congestione lavorata ieri mattina ha portato a più di 50 punti di movimento, essendo arrivato il cambio da 1.5220 a 1.5115, livello dove ci siamo girati a rialzo. Il dato sull’inflazione, come visto, ha contribuito a spingere in giù la sterlina ed ora la media a 21 oraria sta funzionando bene come livello di resistenza dinamica. In caso di avvicinamento alle resistenze statiche, passanti in corrispondenza della media a 21 è possibile ipotizzare vendite di puond con l’accortezza di considerare come aumenti di volatilità potrebbero manifestarsi in caso di superamento di 1.5190, con 1.5220 come resistenza principale.

AUD/USD
Molto buono il quadro tecnico visto ieri sull’australiano. La mancata rottura di 0.9850 non ha fornito segnali long ed il ritorno sotto 0.9790 ha fatto accelerare i prezzi verso quello 0.9750 che consideravamo prima di pensare a rotture verso 0.9730. Ci troviamo ora in un rettangolo, evoluzione della potenziale bandiera ribassista che seguivamo. E’ possibile lavorare in laterale proteggendosi con ordini di stop e reverse per catturare eventuali rotture, che possono portare verso 0.9925 a rialzo e verso nuovi minimi in caso di ribassi.

Matteo Paganini
Senior Analyst DailyFX



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