Matteo Paganini, 4 febbraio 2014
INTRO
Ci siamo? Questa la domanda cha attanaglia gli animi degli investitori, soprattutto chi si rivolge al medio e lungo periodo. Per noi che ci rivolgiamo all’intraday, la ricerca della risposta è molto meno angosciante e grazie all’analisi tecnica siamo in grado di prendere posizionamenti indipendentemente dai pensieri che possiamo avere circa l’evoluzione del un prezzo di uno strumento finanziario, ma anche sul fronte di medio periodo ci stiamo avvicinando a livelli importanti di attenzione.
Siamo pronti ad un cambio di tendenza?
Questa la domanda che ci siamo posti dopo l’ultima riunione della Federal Reserve capitanata da Ben Bernanke, durante la quale si è deciso di diminuire ancora il ritmo di acquisti di asset a sostegno dell’economia, dopo la quale non abbiamo assistito a ripartenze importanti verso i massimi storici da parte dello S&P500, il nostro benchmark di riferimento. Ebbene, in quell’occasione, per la prima volta dopo mesi e mesi, abbiamo annotato sul nostro taccuino di viaggio la prima condizione che potesse farci comunque non escludere una potenziale partenza a ribasso delle borse, pur non essendo pronti a valutare inversioni di trend o storni più importanti fino a che non si fossero superati determinati livelli tecnici. Su time frame intraday le problematiche interpretative ed operative risultano minori, basti pensare a tutti gli appuntamenti di analisi dal vivo dei mercati che teniamo ogni mattina alle ore 9.30 in cui andiamo ad analizzare i nostri setup tecnici che da qualche giorno non stanno certo suggerendo ripartenze a rialzo, anzi… su time frame più importanti invece, ci stiamo gradualmente avvicinando, come accennavamo, a livelli di attenzione importanti, che se rotti potrebbero lasciare spazio ad ulteriori approfondimenti, pur rimanendo in noi l’idea di essere di fronte ad una prima condizione valutativa per considerare inversioni, non ancora tale da aver dipanato ogni dubbio su quale possa essere il futuro dei listini. Abbiamo però anche capito, negli anni, che come ripetiamo sempre dobbiamo fare trading su ciò che vediamo e non su ciò che pensiamo di sapere, per cui curiamo con attenzione l’area di 1,730.00 prima di prendere qualsiasi decisione di tipo operativo (se pensiamo al medio periodo, chiaramente). Tokio questa notte ha perso oltre il 4% (a causa delle incertezze sugli emergenti e sulle politiche monetarie Usa) e lo yen giapponese, insieme al franco svizzero, come ipotizzato qualche giorno fa, stanno ricominciando a mostrare il proprio ruolo di valute rifugio che da quando abbiamo rotto i supporti si breve periodo sui listini ci attendevamo.
Prima banca centrale: Australia
Tassi mantenuti al 2.50% da parte della RBA e dollaro australiano che, come da attese, è riuscito a ripartire in maniera importante contro il dollaro americano, il che ha contribuito alla discesa generale del dollaro americano (che sta scendendo contro appunto l’australiano, l’euro e lo yen) che a differenza di quanto accadeva qualche tempo fa, non si sta comportando da valuta rifugio di fronte a discese delle borse a causa del fatto che yen e franco hanno a disposizione ancora un po’ di strada da percorrere prima di entrare in territorio di pericolo che potrebbe attivare interventi delle rispettive banche centrali (la BoJ sta già cominciando a comunicare di monitorare la situazione con attenzione). Poniamo grande attenzione alle ripercussioni che si potrebbero avere sul valutario di fronte a potenziali rotture delle borse, il rischio di una nuova guerra valutaria (sempre che essa sia mai terminata) è dietro l’angolo.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: il mercato ha resistito molto bene durante la mattinata tra i livelli indicati di 1.3510 e 1.3520 e ha messo in atto discese verso 1.3475, senza superarlo ed evitando la valutazione di ulteriori approfondimenti ribassisti. Da metà pomeriggio il mercato è ripartito arrivando al test di quelle che abbiamo considerato ieri comunque come delle resistenze. Su un 4 ore ci troviamo sotto la media a 21 che insieme a 1.3560 potrebbe fornire delle resistenze dove pensare a vendite di euro, tenendo conto che un superamento a rialzo di 1.3575 (una decina di punti di tolleranza) potrebbe lasciare spazio a ripartenze verso 1.3600 ed in estensione 1.36 ¼. In caso di tenuta delle resistenze, i primi target ipotizzabili potrebbero passare per 1.3530 ed in estensione 1.3510.
USD/JPY: raggiunto e superato il livello di target posto a 101.20 con il mercato ancora sotto la media a 21 oraria che insieme a 101.40 potrebbe fornire buone resistenze sulle quali pensare a vendite di dollari per il raggiungimento dei minimi ed eventualmente, in estensione, di area 100.40. Se dovessimo invece assistere alla rottura rialzista di area 101.40, dovremmo a nostro parere mantenere la pazienza prima di pensare a ripartenze importanti. L’area di 101.75 potrebbe infatti risultare molto ostica e soltanto in caso di suo superamento pari ad almeno una quindicina di punti potremmo pensare a risalite verso 103.00.
EUR/JPY: ottima la tenuta ieri della media a 21 che ha portato alle discese attese. Siamo ancora sotto le resistenze, che possono essere individuate ttra la media orarai a 21 ed i punti statici precedenti passanti per 137.40, area all’interno della quale pensare a costruire posizioni corte di euro, per rivedere i minimi della notte sulla discesa del Nikkei ed eventualmente estensioni verso 135.75. Per assistere a ripartenze occorre attendere l’eventuale superamento di area 137.65 con 138.25 che potrebbe comunque intervenire.
GBP/USD: ottima la tenuta delle resistenze viste ieri con l’approfondimento sotto 1.63 ¾ che ha portato effettivamente al raggiungimento dei livelli statici precedenti. Attendiamo ora un potenziale rimbalzo per valutare nuove vendite di pound, con l’idea che l’area tra 1.6325 e 1.6360 possa essere buona da curare e che soltanto se superato quest’ultimo livello si potrebbero tentare ripartenze verso la figura, forte resistenza comunque.
AUD/USD: aver valutato di attendere le resistenze passanti per 0.88 ¼ o eventuali approfondimenti sotto 0.8730 prima di vendere in limit o in stop il dollaro australiano ha pagato e questa notte, dopo aver rivisto i minimi che davano i target sulla vendita in limit eseguita, il dollaro australiano è andato a ripartire in maniera importante. Nessuno spunto tecnico per il momento, ci aggiorniamo sul forum per questo cambio.