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Morning adviser,Thanksgiving e Black Friday

Pubblicato 29.11.2013, 09:12
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Davide Marone, 29 novembre 2013

INTRO

Il titolo del nostro Morning Adviser di questa mattina ci permette immediatamente di intuire quali possano essere le condizioni del mercato in questo ultimo giorno di settimana e del mese per i mercati finanzari. E’ ricorsa infatti ieri la festività più importante per gli Stati Uniti con il giorno che segue, appunto oggi, che comporterà non più di mezza giornata per gli operatori d’oltreoceano ai desk.

Liquidità rarefatta

Vale brevemente fare un cenno, a fini di utilità operativa, cosa comporta il Thanksgiving e appunto il Day After Thanksgiving; beh molto banalmente, è assente una buona fetta degli operatori e di conseguenza di fornitori di liquidità, elemento quest’ultimo che se presente a condizioni normali, permette efficienza nel meccanismo di formazione prezzi ed ottime modalità di esecuzione degli ordini. La liquidità ridotta, come quella  verificatasi ieri e che verosimilmente perdurerà oggi, fa’ invece si che naturalmente a ogni livello di prezzo la profondità del mercato si riduca, in modo, in buona sostanza, che ci siano meno soldi per ciascun prezzo di mercato con la conseguenza che i salti di prezzo possano essere più frequenti – con il potenziale rischio di slippage, comunque scongiurato sul valutario  - ma soprattutto che saranno necessari importi meno ingenti per spostare significativamente i prezzi perché trattasi di mercato sottile. Per cui, per assurdo, la volatilità potrebbe essere maggiore che a condizioni normali e dal punto di vista operativo potremmo assistere ancora a spike, movimenti repentini e tentativi di partenza di movimenti direzionali che potrebbero sporcare i livelli tecnici. Va altresì ricordato che oggi si tratta della chiusura settimanale e mensile dei mercati che tendenzialmente porta a ribilanciamenti di portafoglio e ricoperture da parte degli istituzionali, con l’effetto di possibili movimenti in controtendenza rispetto a quelli apprezzati finora.

Focus Euro

In giornata come questa non è una cattiva idea soffermarsi su considerazioni di natura più generale dal punto di vista degli scenari delineabili sui prezzi. Il sorvegliato speciale del mercato valutario resta ancora l’eurodollaro; dal punto di vista del quadro politico, il recente accordo per la grande coalizione in Germania, non fa’ che aggiungere un ulteriore elemento alla forza della moneta unica, in quanto incrementi sostanziali della spesa pubblica come quelli annunciati per il paese teutonico, risultano supportivi per la valuta interessata, seppur in un contesto più ampio di restrizioni di lungo termine (vedi Fiscal Compact dal 2014). Oggi però il mercato continua a privilegiare l’ottica di breve termine e le ragioni strutturali lasciano spazio agli sviluppi tecnici di piccoli orizzonti temporali e anche le aspettative circa ulteriori possibili manovre di allentamento della BCE non sono ora assolutamente scontate nei prezzi. Ciò comporta che, da un punto di vista strutturale e macro, l’euro resta in posizione di grande forza rispetto al dollaro americano il quale, quest’ultimo, potrà veramente rafforzarsi quando verranno intraprese manovre restrittive dalla FED nel senso del tanto discusso tapering. I movimenti di prezzo che hanno infatti interessato, in termini di debolezza, lo yen e le commodities currencies nei confronti del biglietto verde, non possono essere considerati definitivi finchè non sarà proprio il dollaro a rafforzarsi per ragioni sistemiche. Lo yen, tra questi, può considerarsi forse l’unica eccezione, vista la grande potenza di fuoco e la grande credibilità delle quali gode la Bank of Japan, nonché la forza mediatica della sua azione di concerto con il Governo Giapponese nel perseguire gli obiettivi di politica economica. Per la giornata di oggi vale la pena seguire gli sviluppi su diversi cross valutari, vicini a punti di massimo/minimo per via delle costanti decorrelazioni che hanno creato rapporti di forza che vedono sterlina, euro e franco svizzero in posizione di forza relativa, a spese naturalmente di yen, dollaro americano e i dollari australiano, neozelandese e canadese. Più facile pensare invece ad un mercato azionario in accumulazione, così come le materia prime (in distribuzione) e a un Bund in parziale raffreddamento sulle resistenze.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: continua la forza relativa dell’euro nei confronti del biglietto verde. Il cambio si è questa notte portato nei pressi della forte area di resistenza demarcabile tra l’1,3610 e l’1,3625. Quest’ultimo è il livello al 61,8% di Fibonacci rispetto alla discesa che ha visto il cambio nelle settimane scorse precipitare da 1,38 a 1,32. Un suo superamento al rialzo potrebbe perciò fornire un segnale di inversione tale da spingere il cambio verso dapprima l’1,37 e poi verso l’1,3750, in ottica di massimi relativi. Sul grafico a 4 ore l’oscillatore stocastico perdura nel segnalare potenziale divergenza regolare ribassista che, dall’area di 1,36, potrebbe, se confermata, offrire un ottimo rapporto Rischio/Rendimento per riprese dei supporti a 1,3570 prima e 1,3530 poi. Proprio in area 1,36, sul grafico orario, transita infatti l’ottima media mobile a 21 periodi in grado di far ripartire il prezzo o di, in caso di cedimento, consentire cambi di direzionalità intraday verso le aree di prezzo sopracitate.

USD/JPY: lo strappo tentato nelle prime ore della notte e che ha consentito allunghi fino a 102,60, è poi rientrato e ha riportato la quotazione sui precedenti punti di massimo ina rea 102,30. Sul grafico a 8 ore, utile per suddividere  le zone geografiche di scambio, fornisce un ottimo quadro di divergenza regolare ribassista tra prezzo e stocastico che si paventa anche sul più canonico 4 ore a partire da potenziali cedimenti di 102,20 con lo scoglio vicino però del forte supporto a 101,95 da cui si potrebbe pensare di ricomprare per i massimi, operando nel breve, o lasciare correre per eventuali perforamenti verso 101,50 dove transita la trendline di supporto tracciata sull’ultimo rialzo da 98. Area 103 quella di riferimento per ulteriori bullish break.

EUR/JPY: grande forza del cross che continua a beneficiare della contemporanea forza dei due cambi principali EurUsd e UsdJpy. Il 4 ore continua a fornire ipotetici segnali di divergenza prezzo-oscillatore, tradabile in maniera aggressiva da area 139,15 per step a 138,50 e 137,90. Molto naturalmente dipende, e lo si vede bene dal transito della media mobile esponenziale a 21 periodi sull’ottimo grafico orario, dal cedimento deciso proprio di 139,25, possibile punto di reazione del prezzo per la rivisitazione dei massimi di questa notte a 139,70 e allunghi a 140,30.

GBP/USD: sterlina che continua ad essere di gran lunga la valuta più forte su time frame ampi e sovente in intraday e che ha confermato la rottura decisa della megacongestione di oltre due mesi sopra 1,6260. Piuttosto regolare ancora la sequenza di minimi e massimi crescenti, che individuano in 1,6335 il primo punto di supporto per ripartenze lunghe verso target ideali verso 1,6450. Il grafico orario mostra tentativi di ritracciamento, dettati da potenziali appiattimenti della media mobile reattiva, cioè a 21 periodi, e dalla divergenza regolare bearish con lo stocastico che, previo superamento al ribasso di 1,6330, può permettere la ripresa di 1,6306, con vista naturalmente sull’ora area di supporto a 1,6260.

AUD/USD: australiano ancora molto volatile e utile per la ricerca di movimenti relativamente ampi e decisi. Molto significativo il grafico a 4 ore che contrappone un oscillatore stocastico in possibile divergenza rialzista ad un prezzo frenato dalla resistenza dinamica rappresentata dalla media mobile a 21 periodi oltre che dalle resistenze statiche in area 0,9115. Questo infatti un punto, ideale anche per il Risk/Reward, per ricaricare gli short con l’obiettivo dei minimi a 0,9060. Più accidentati i long, se non appunto al superamento della sopracitata resistenza che riporrebbe le basi per la ripresa di 0,9150 e 0,9175 poi.

Ger30 (Dax): indice tedesco ancora sui massimi e non poteva essere altrimenti da un punto di vista macro e degli sviluppi politico-economici che in queste ore interessano la Germania. Si è aperta una nuova fase di congestione che va operativamente sfruttata in rottura al rialzo di 9.400 per salti ipotizzabili tra i 30 e i 40 punti e al ribasso sotto 9.365 verso 9.330. Difficilmente si apprezzeranno movimenti violenti della quotazione.

XAU/USD (Oro): significativo anche qui il grafico a 8 ore, su cui si visualizza l’ottimo andamento della media mobile a 21 periodi e la sua funzione di resistenza dinamica assolutamente affidabile. La figura di riferimento resta il canale discesista tracciato naturalmente dai massimi relativi a 1.360 dollari l’oncia. Le operazioni in vendita sulla trendline di resistenza sono risultati molto affidabili e ancora offrono potenziale ottimo Risk/Reward. Molto sottile comunque la quotazione il che suggerisce una certa difficoltà nell’operare se non a strappi nuovamente sotto 1.241 per la ripresa di 1.236 da cui pensare di ricomprare e sfruttare la lateralità od attendere conferme di violazioni ulteriori propedeutiche al raggiungimento di 1.228 e 1.223. Long non eccezionali sono implementabili sopra 1.245 per i precedenti punti di massimo e minimo a 1.250,50.

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