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Non tutti credono alla tregua Trump-Xi

Pubblicato 03.12.2018, 22:59
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Ormai tutti sanno che il Presidente Trump ed il Presidente Xi hanno deciso per 90 giorni di tregua commerciale in Argentina. Grazie a questo accordo non c’è più la minaccia di nuovi dazi commerciali fino al 1° marzo. Le valute e i titoli azionari sono saliti in quanto gli investitori che temevano il peggio si sono rallegrati dell’esito del vertice. Tuttavia, a parte il rialzo iniziale all’apertura, non sono stati registrati ulteriori guadagni durante la seduta nordamericana, né per quanto riguarda il dollaro USA né per le valute “high-beta”. Questo ci fa capire che gli investitori non sono rimasti impressionati da questo ”accordo”. I novanta giorni iniziano dal 1° gennaio e durante questo breve periodo bisognerà trovare un accordo o la Casa Bianca porterà i dazi al 25%. L’accordo prevede che la Cina dovà immediatamente importare grandi quantità di prodotti dagli USA per cercare di ridurre lo squilibro commerciale e secondo il Consigliere Economico USA Larry Kudlow si tratterà di un volume di acquisti intorno a mille miliardi di dollari. Si prevede inoltre che la Cina cancelli i dazi sulle importazioni di auto statunitensi. Ovviamente, nessuno di questi impegni è stato pubblicamente confermato dal Presidente Xi. La buona notizia è che per oltre 2 mesi probabilmente leggeremo notizie dai toni più conciliatori da ambo le parti in vista dei nuovi negoziati. E questo darà un bene per la propensione al rischio, per i titoli azionari e le valute. Tuttavia, con l’avvicinarsi alla scadenza i toni potrebbero cambiare, specialmente se l’accordo dovesse essere ancora lontano. Dunque, nonostante molti non credano che la tregua Trump-Xi possa portare ad un accordo, per adesso, i cambi USD/JPY, EUR/USD, NZD/USD e le altre valute beta sensibili alla propensione al rischio ne trarranno più benefici che svantaggi.

Il dollaro australiano è quello che ha beneficiate di più della raggiunta tregua, ma come molte altre valute l’impennata ha toccato il suo massimo all’apertura londinese. Tuttavia, in questo caso gli investitori sono stati titubanti nel far salire ulteriormente il cambio in vista dell’ annuncio di politica monetaria della Reserve Bank, in particolare dopo che i dati rilasciati domenica hanno mostrato una certa vulnerabilità nell’economia. L’attività manifatturiera ha subito un certo rallentamento secondo i dati PMI, la pressione inflazionaria è salita, le offerte di lavoro sono diminuite, la redditività delle imprese si è indebolita e le concessioni edilizie sono scese. Questi dati danno alla RBA motivo di mantenere la propria posizione neutrale in tema di politica monetaria. In passato la RBA è stata ottimista e sarà interessante vedere se il sentimento cambierà grazie all’andamento delle trattative commerciale che potrebbe far passare in secondo piano il peggioramento dei dati. La tabella seguente mostra le variazioni dell’economia australiana dopo l’ultimo vertice della RBA, e nonostante il mercato del lavoro e la fiducia dei consumatori siano migliorati, la gran parte degli indicatori è in calo. AUD Data Points

I dollari di Nuova Zelanda e Canada sono saliti, con il loonie sostenuto dall’impennata del 4,4% dei prezzi del petrolio. L’evento più importante di lunedì è stata la decisione del Qatar di uscire dall’OPEC. Nonostante si tratti di uno dei minori produttori dell’organizzazione, la sua uscita getta dei timori sulla stabilità del cartello. L’annuncio è giunto a qualche giorno dall’atteso vertice durante il quale si prevede che i principali produttori decideranno di tagliare la produzione nel tentativo di fermare il crollo del 20% registrato dai prezzi negli ultimi 6 mesi. Nonostante il cambio USD/CAD abbia chiuso ai minimi giornalieri, crediamo che la coppia continuerà a scendere in vista della decisione del tasso della Banca del Canada.

È importante notare le variazioni dell’agenda dei dati USA di questa settimana. Vista la giornata di lutto nazionale indetta per mercoledì per la scomparsa del Presidente George H.W. Bush, tutti i dati attesi per quella giornata, come il report ADP e l’indice ISM non-manifatturiero saranno rilasciati il giorno seguente. I mercati azionari e quelli dei bond saranno chiusi ma il Libro Beige sarà comunque rilasciato alle 2pm ET di mercoledì. Il Presidente della Fed Powell ha cancellato la testimonianza davanti al Congresso, rimandandola a data da destinarsi. Si tratta di un appuntamento molto atteso in quanto gli investitori sono impazienti di vedere se Powell chiarirà le dichiarazioni sui tassi di interesse resi la settimana scorsa.

L’euro ha chiuso la giornata in salita contro il dollaro USA dopo le notizie secondo cui l’Italia potrebbe intervenire sulla manovra finanziaria. La sterlina non ha partecipato all’impennata di lunedì nonostante i dati manifatturieri migliori del previsto. Come ha notato il nostro collega Boris Schlossberg:

I trader hanno ignorato la notizia in quanto il cambio resta ostaggio della Brexit dopo le voci secondo cui un terzo dei parlamentari del partito della May potrebbero votare contro l’accordo l’11 dicembre.

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