

Per Favore, prova con una nuova ricerca
Spesso sentiamo parlare di bolle, non quelle di "sapone" ma quella speculativa che determina l’incremento "repentino" del prezzo di un asset a valori insostenibili dai sottostanti.
- Mania dei tulipani (1637)
- South Sea Bubble (1720)
- The Great Crash - Black Tuesday (1929)
- Giappone (1989)
- DotCom (2000)
- Crisi dei subprime USA (2007)
- Bitcoin (2021)
Oggi, se vi sembra di aver sentito parlare molto di IA, non vi sbagliate. Dopo che ChatGPT è diventato virale alcuni mesi fa, sembra che tutti stiano cercando di trovare un utilizzo per questa nuova tecnologia.
L'IA generativa, in parole povere, è una versione più avanzata e "utile" dei più comuni e conosciuti assistenti vocali come Siri o Alexa. Può creare nuovi contenuti, come immagini, testo, audio, video e persino scrivere codici. E secondo alcuni esperti, sarà in grado di creare intere app.
Il "nuovo" prodotto di Microsoft (NASDAQ:MSFT) è Bing basato sull'IA generativa in funzione della ricerca web per restituire risultati che appaiono come risposte scritte invece di un elenco di collegamenti a siti Web. Dall'altra parte Google, ha annunciato che l'IA sarà una funzionalità all'interno dei sui principali prodotti da Google Docs, Gmail fino al motore di ricerca.
Dopo i due Big del settore ci sono anche Apple (NASDAQ:AAPL), Meta e Amazon (NASDAQ:AMZN) che la implementeranno nei loro prodotti.
In altre parole, la "guerra" dell'IA è in corso. E per molti si tratta di rivoluzione "industriale".
In passato questi boom hanno offerto grandi opportunità, perchè hanno portato a rendimenti di mercato "impensabili" che sono durati anche decenni. Ma attenzione, pagare più del dovuto un titolo (seguendo il gregge) fa inevitabilemente incombere sugli investitori potenziali problemi, come il rischio di sopravvalutazione, guadagni instabili, saturazione del mercato e pressione competitiva.
Le precedenti bolle hanno portato gli investitori a inseguire un "gruppo" di azioni sperando in entrate (future) che poi non si sono concretizzate.
Se Analizziamo l'S&P 500 è chiaro da dove proviene la performance complessiva dell'indice. Per ogni dollaro investito, il 32% arriva direttamente dai primi 10 titoli (proprio da loro: Microsoft, Meta, Apple, Alphabet (NASDAQ:GOOGL), Nvidia e Amazon ect.) mentre il 68% è diviso tra le restanti 490 azioni.
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