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Nyse Composite, cartina di tornasole per la borsa Usa

Pubblicato 24.03.2014, 09:45

I buoni dati Usa visti nel corso dell'ultima ottava fanno sperare che la crescita statunitense potrebbe proseguire senza rallentamenti anche se la Fed dovesse ridurre ulteriormente gli stimoli all'economia o addirittura spingersi sulla strada del rialzo dei tassi. I mercati azionari stanno cercando di metabolizzare questi dati e costruire nuovi scenari dopo i mutamenti emersi dall'ultimo Fomc della Fed, che inizialmente li aveva innervositi. Al termine del vertice di due giorni di politica monetaria della Fed, il primo presieduto da Janet Yellen, e' emersa infatti una modifica alla "guidance" che in un primo tempo ha preso di sorpresa i mercati, spaventandoli. La Fed abbandona infatti il target di una discesa del tasso di disoccupazione al 6,5% (attualmente al 6,7%) come riferimento sul quale basare le proprie decisioni in tema di livello dei tassi di interesse per adottare un piu' ampio ventaglio di dati che oltre all'occupazione tengono conto anche delle condizioni finanziarie. La Yellen ha fornito un'idea dei tempi per un rialzo dei tassi, che potrebbe avvenire sei mesi dopo il termine del tapering, ovvero sia della diminuzione degli acquisti di asset (oggi a 55 miliardi mensili), quindi intorno all'estate del 2015, con il costo del denaro all'1% alla fine del 2015. In ogni caso la Federal Reserve intende mantenere i tassi agli attuali livelli vicini allo zero ancora a lungo, anche dopo il ritorno alla normalita' del trend di crescita e dell'occupazione. La borsa Usa dovra' decidere ora cosa fare, se guardare al bicchiere mezzo pieno, ovvero il sostegno della banca centrale all'economia durera' ancora a lungo, o a quello mezzo vuoto, ovvero tra poco piu' di un anno la politica monetaria ultra espansiva potrebbe arrivare alla fine. Lo studio del grafico degli indici piu' in voga per rappresentare l'andamento di Wall Street puo' essere fuorviante, in particolare lo S&P500, che quasi mensilmente ha fatto registrare nuovi massimi storici dopo il superamento a maggio 2013 dei precedenti record dell'ottobre 2007, non riesce a rappresentare in modo efficace il dilemma che invece sta innervosendo in questa fase gli investitori. Molto piu' adatto a questo scopo e' probabilmente invece l'indice Nyse Composite, indice che misura la performance di tutte le azioni quotate al New York Stock Exchange, piu' di 1900 titoli, dei quali 1500 circa sono societa' statunitensi, le restanti estere (da 38 paesi, principalmente Canada, China, Uk, Giappone e Messico). Ebbene il Nyse Composite ha terminato la settimana del 21 marzo a 10392 punti, livello praticamente coincidente con i massimi dell'11 ottobre 2007, a 10387, precedente record storico. E' da inizio anno che l'indice sta battagliando con il picco del 2007, superato con una certa decisione ad inizio marzo, quando i prezzi hanno raggiunto quota 10550, ma poi toccato nuovamente a piu' riprese nelle ultime due settimane. E' evidente quindi che le forze che agiscono sul Nyse Composite si sono trovate in una situazione di equilibrio proprio in concomitanza dei massimi storici, quando gli investitori dovranno decidere se il nuovo corso che sta intraprendendo la Fed rappresenta la fine della festa oppure se si tratta di una doverosa e provvidenziale stretta dei cordoni della borsa che permettera' il proseguimento della crescita dell'economia, e quindi anche della borsa, mettendola al riparo da pericolosi fenomeni di surriscaldamento. Se le quotazioni del Nyse saliranno al di sopra dei 10550 punti punti sara' lecito tirare un sospiro di sollievo e pensare che il mercato nel suo complesso abbia deciso per il meglio, la violazione di area 10270, dove si collocano i minimi del 3 e del 14 marzo, farebbe invece temere l'avvio di una caduta che potrebbe anche essere rovinosa. L'indice si muove infatti dai minimi del marzo 2009 in un canale crescente il cui limite superiore, a 11150 circa, potrebbe divenire il primo target in caso di proseguimento dell'ascesa oltre 10550, ma il cui lato basso, a 8550 circa, potrebbe offrirsi come target al ribasso se i prezzi dovessero scendere sotto i 10270 punti. Supporti intermedi a 9900, media mobile a 200 giorni, ed a 9400, linea che sale dai minimi di ottobre 2011.

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