Market Brief
L’evento più atteso della giornata è senza dubbio l’ultima decisione dell’anno del FOMC. Si scommette sempre di più sulla rimozione del passaggio “periodo di tempo considerevole” da parte della Fed, che dovrebbe comunque mantenere una certa flessibilità riguardo alla tempistica del primo rialzo del tasso. In effetti, non c’è motivo di affrettarsi viste le moderate dinamiche inflattive e la significativa flessione dei prezzi del petrolio. Alcuni ritengono addirittura che il calo del prezzo del petrolio potrebbe indurre la Fed a non alzare i tassi nel 2015, circostanza che, allo stato delle cose, riteniamo poco probabile. Nel complesso, la decisione della Fed sarà importante per la direzionalità del forex nella seconda metà della settimana. I rendimenti dei decennali USA testano livelli intorno al 2% in scia al persistere delle incertezze.
Nell’Eurozona e negli Stati Uniti si monitoreranno scrupolosamente le cifre sull’inflazione. Le previsioni sono deboli, visto il crollo dei prezzi dell’energia. Ieri l’EUR/USD è salito a 1,2570, in area 1,2532/1,2600 (media mobile a 50 giorni / massimo 19 novembre) predominano ancora le offerte. I livelli tecnici marginalmente positivi favoriscono l’entrata dell’EUR/USD in una zona di consolidamento rialzista di breve termine, se la retorica della Fed non riuscirà a soddisfare i falchi della Fed. Oggi si terrà la prima votazione per il nuovo presidente in Grecia.
Nel Regno Unito, i verbali della BoE e il rapporto sull’occupazione daranno ragione, oppure no, al cable di entrare propriamente nella zona di consolidamento rialzista di breve termine (sopra 1,5800 / 1,5826, massimo 27 novembre). L’EUR/GBP continua a essere offerto prima di 0,80215 (linea superiore discendente da settembre a dicembre e media mobile a 200 giorni). Continuiamo a vedere una solida resistenza prima della media mobile a 200 giorni, inviolata da ottobre 2013.
Ieri il greggio WTI è sceso a 53,60 USD. Dopo aver ceduto più di 20 “figure” nell’ultima seduta (malgrado il rialzo del tasso di 650 punti base deciso dalla BCR), mentre scriviamo l’USD/RUB quota a 66,40/73,00. La volatilità implicita a un mese ha raggiunto il 53% (!). Alla luce dei tumulti sui mercati del rublo, la BCR dovrebbe intensificare i suoi interventi, almeno per frenare la volatilità. Nelle ultime due sedute, l’USD/CAD ha raggiunto un massimo pari a 1,1672/74 (intorno al 123,6% di Fibonacci sul rialzo da luglio a novembre). Una correzione sui livelli attuali sarebbe salutare, se il petrolio riuscirà a riprendere fiato.
L’AUD/USD è sceso fino a 0,8140. Gli indicatori di trend e momentum sono nettamente ribassisti. Prevediamo una flessione costante verso gli 80 centesimi. Le barriere per le opzioni si susseguono sotto gli 82 centesimi.
La coppia NZD/USD viene scambiata all’interno di fasce sotto la zona definita dalle medie mobili a 21 e 50 giorni (0,7800/33). Il dato sulla crescita del PIL riferito al terzo trimestre (che sarà pubblicato nelle prossime ore) dovrebbe mostrare un indebolimento al 3,3% a/a (rispetto al 3,9% precedente). Una chiusura giornaliera inferiore a 0,7730 (pivot MACD) dovrebbe far mantenere un giudizio negativo.
L’USD/JPY ha compiuto un rimbalzo, portandosi lievemente sopra il 61,8% di Fibonacci sul rally da ottobre a dicembre (115,50), poi è stato scambiato fra 116,30 e 117,29, perché a novembre le esportazioni hanno subito un rallentamento superiore alle attese su base annualizzata (4,9% a/a rispetto al 7% previsto e al 9,6% precedente), le importazioni sono calate dell’1,7% per effetto dello yen debole. Come riferito dall’agenzia di stampa locale Jiji, il ministro dell’Economia Amari ha detto che entro il 27 dicembre saranno redatte le misure d’emergenza.
Oggi la Banca d’Inghilterra pubblicherà i verbali. A seguire il calendario^economico: costi del lavoro riferiti al terzo trimestre in Spagna; variazione nelle richieste di disoccupazione e tasso di richieste di disoccupazione di novembre, retribuzioni settimanali medie 3m/aa di ottobre, tasso di disoccupazione ILO a 3 mesi e variazione nell’occupazione a 3 mesi nel Regno Unito; sondaggio Credit Suisse / ZEW sulle previsioni di ottobre per la Svizzera; IPC (definitivo) m/m e a/a di novembre nell’Eurozona; richieste di mutui MBA aggiornate al 12 dicembre, IPC m/m e a/a di novembre, saldo delle partite correnti riferito al terzo trimestre negli USA; vendite all’ingrosso m/m di ottobre in Canada.
Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd