Dopo l’euforia per quanto emerso dal G20 dello scorso fine settimana, i mercati ancora una volta tirano il freno. La causa è imputabile ancora una volta al discorso tariffe statunitensi, questa volta contro l’Europa. Trump sembra infatti intenzionato a tassare per 4 miliardi di dollari i prodotti provenienti dal vecchio continente. La reazione non si è fatta attendere, con la liquidità che si è spostata per l’ennesima volta verso asset più sicuri quali lo yen e l'oro. L'oro è stato particolarmente forte nelle ultime settimane, ma dopo il G20 aveva registrato una brusca correzione di oltre 20 dollari.
Più si continua a parlare di tariffe, più la liquidità continuerà a muoversi nei porti sicuri. L’azionario, che ieri in apertura festeggiava la ripresa dei colloqui tra USA, Cina e Corea del Nord, ha perso notevolmente spinta in chisura di sessione. Nonostante i futures anticipassero un’apertura positiva, la sessione Europea ha dato luogo all’ulteriore correzione dei listini. I rendimenti obbligazionari USA hanno tenuto relativamente bene rispetto a un brusco calo dei rendimenti del Bund, con i differenziali dei tassi che hanno spinto EUR/USD sotto 1,13. Se questo calo dei rendimenti del Bund dovesse proseguire EUR/USD potrebbe deprezzarsi ancora. Nel frattempo la Reserve Bank of Australia ha tagliato i tassi per il secondo mese consecutive portandoli all'1,00% così come da attese. L'australiano ha reagito positivamenteo, ma qualsiasi prospettiva di ulteriori tagli da parte di Lowe peserà sicuramente sulla valuta di riferimento.
Wall Street ha chiuso la prima sessione settimanale al rialzo con l’S&P 500 + 0,8% a 2964 punti. I mercati asiatici hanno evidenziato un andamento contrastante con il Nikkei + 0,1% e lo Shanghai Composite -0,1%. Nel forex è evidente il consolidamento sulle majors, soprattutto con scarsa direzionalità USD e una sorprendente sovraperformance dell’austrialiano. Sul fronte materie prime, detto dell’oro ecco che il petrolio è in fase di consolidamento. Ieri l’OPEC ha raggiunto l’accordo per estendere i tagli di produzione di altri nove mesi ma va ratificato dall'OPEC + (per capirci, manca il sì della Russia). Quindi massima attenzione al rilascio del comunicato.
Oggi ci sono pochi dati economici importanti in calendario. Da segnalare soltanto come il PMI costruzioni UK sia sceso più del previsto indebolendo ancora la sterlina.