Durante la seduta asiatica gli scambi sono stati sommessi, appesantiti dal cambiamento delle prospettive sui prezzi del Petrolio Greggio.
Il Nikkei ha ceduto il -0,4%, l’Hang Seng il -0,2%, invece Shanghai ha guadagnato lo 0,3%. In vista di una giornata ricca di appuntamenti economici, la volatilità infra giornaliera dovrebbe aumentare in modo significativo.
Inoltre, mentre mancano solo 24 ore al vertice dell’OPEC, è lecito aspettarsi una certa instabilità delle attività legate al petrolio. Sembra meno probabile un taglio significativo della produzione, perché le richieste dei membri divergono considerevolmente. Tuttavia, poiché il clamore creato dall’OPEC ha fatto salire i prezzi del petrolio dell’8%, potrebbe arrivare un timido comunicato sulla cooperazione per salvare le apparenze.
In Giappone, a ottobre il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 3,0%. Il miglioramento dei mercati occupazionali sembra puntare a un mutamento delle condizioni demografiche, che crea carenza di manodopera, e non riflette una vera accelerazione dei dati economici.
In Giappone, a ottobre la spesa delle famiglie si è attestata al -1,0% m/m rispetto allo 0,1% previsto. Le vendite al dettaglio si sono attestate al -0,1% a/a a fronte del -1,2% previsto.
L’USD/JPY è rimasto stabile fra 111,60 e 112,25. I future sulle materie prime cinesi sono scesi, facendo scivolare l’AUD/USD a 0,7459.
La coppia NZD/USD mostra ora un andamento laterale di consolidamento e stasera tutti gli occhi saranno puntati sulla RBNZ. La banca centrale neozelandese pubblicherà anche il suo rapporto biennale sulla stabilità finanziaria, cui seguiranno i commenti del governatore della RBNZ Wheeler.
In Europa, probabilmente la stima preliminare sul PIL t/t francese del T3 sarà rivista al ribasso, ma un leggero recupero dei dati potrebbe suggerire rischi al rialzo.
L’EUR/USD è salito lievemente, portandosi a 1,0622, una massiccia opzione da 1,6 mld con prezzo d’esercizio a 1,0620-40 ha tenuto sotto controllo il mercato.
Alla luce del recente consolidamento dei dati economici, i rapporti sulle buste paga svizzere dovrebbero rimanere invariati al 4,9%.
Negli USA, la crescita del PIL del T3 dovrebbe essere rivista leggermente, al 3,0% dal 2,9% del dato preliminare.
Poiché la spesa e la fiducia dei consumatori sono solidi, la crescita continuerà a un ritmo moderato.
L’economia USA dovrebbe continuare a crescere, anche se il percorso è diventato un po’ incerto, considerando che la proposta di spesa fiscale di Trump potrebbe far accelerare la crescita USA dello 0,3-0,4% nel 2017.
Il presidente della Fed di New York terrà un discorso sulla crescita economica in Porto Rico, non sono previsti commenti sull’attuale politica monetaria USA.
Infine, la fiducia dei consumatori dovrebbe salire a 100,00 punti, dopo il marginale calo registrato a ottobre, a 98,6 punti; la solidità della fiducia dei consumatori dovrebbe sostenere la crescita del PIL.
Rimaniamo ribassisti sull’USD nel medio termine, perché sospettiamo che l’operatività sulla reflazione fiscale di Trump sia già scontata. Il rischio è la mancata esecuzione.