L’oro sta riprendendo fiato. Le quotazioni del metallo prezioso al Comex hanno aperto il mese di ottobre a 1.765 dollari per oncia, risalito di circa trenta dollari registrando il valore massimo a 1.795 dollari oncia dopo nove mesi di discesa per poi iniziare un ritracciamento che lo ha portato a toccare il supporto vicino a 1.700 dollari l’oncia.
Una pausa questa che arriva dopo una salita intensa iniziata a giugno quando le quotazioni erano vicino il secondo forte supporto a $1.530 per oncia. La forte spinta rialzista estiva è stata data dalle speranze, poi soddisfatte, di un nuovo allentamento monetario da parte della Federal Reserve.
Le quotazioni del metallo prezioso sono scese sia perché l”effetto entusiasmo” del QE3 sta svanendo sia perché alcuni investitori, i più speculativi, spinti dai dati economici migliori del previsto stanno chiudendo le posizioni sul bene rifugio.
Gli investitori di breve periodo o quelli maggiormente speculativi, infatti, hanno liquidato le posizioni per girarle su strumenti finanziari che presentano un rapporto rischi rendimento nettamente superiore. Tuttavia come ha dichiarato Ubs, i volumi di vendita non sono molto elevati e quindi non preoccupanti.
Non solo, gli acquisti in Exchange Traded Products hanno raggiunto il massimo di tutti i tempi pari a 2.585,1 tonnellate, valutati circa 141,6 miliardi di dollari. E se guardiamo alle posizioni degli speculatori su Future e opzioni si evince come il trend long sia ancora al rialzo (+194.020 nel long positioning).
Le principali banche d’affari hanno rivisto al rialzo le stime di prezzo per il 2013. In particolare Deutsche Bank ha aumentato le previsioni del prezzo dell’oro e dell’argento per i prossimi due anni. citando il sostegno le misure di stimolo da parte delle banche centrali, come la Federal Reserve degli Stati Uniti.
Il prezzo dell’oro potrebbe superare i 2.200 dollari l’oncia nel 2013. la banca ha aumentato le previsioni sul prezzo dell’oro del 3% a 2.113 dollari l’oncia nel 2013. Deutsche bank ha allo stesso modo aumentato la sua previsione del 2013 sui prezzi d’argento del 3% a $ 44/oz.
La view positiva dei grossi fondi si basa sull’assunto che le politiche di stimolo che le principali banche centrali si apprestano a immettere sul mercato faranno salire le quotazioni dell’oro per una serie di motivazioni, tra cui i rischi di inflazione e la ripresa dell’euro nei confronti del dollaro.
Per le prossime settimane è probabile che l’oro continui la fase di debolezza sia a causa dell’avvicinarsi delle elezioni presidenziali Americane, sia anche da un punto di vista tecnico dove i prezzi dei grafici sembrano essere orientati a un ulteriore lieve ribasso (supporto a $1.685,00 se sfondassero in discesa l’importante area posta a $1.700,00).
Nel lungo periodo invece il trend rimane attualmente in fase rialzista. E si potrebbe anche ipotizzare una forte ripresa dei prezzi verso la metà di novembre, sostenuta dalle politiche ultra espansive delle maggiori Banche Centrali e dal perdurare di un ambiente di tassi reali negativi.
Carlo Vallotto