Ancora una settimana vissuta pericolosamente per gli indici europei, con le banche di nuovo sotto forte pressione e giunte a nuovi minimi.
Buona parte delle perdite settimanali vengono recuperate venerdì, sulle voci di qualche flessibilità su un intervento pubblico a protezione del settore bancario, e soprattutto sull’ottimo dato dell’occupazione USA, largamente oltre le aspettative; dato che riporta il principale indice USA praticamente sui suoi massimi storici, allargando così ulteriormente la netta divergenza tra USA ed Europa che si è formata da inizio anno.
Europa e Giappone alla fine non intaccano i minimi della scorsa settimana, Wall Street tenta l’allungo ed emergenti nel complesso stabili. I presupposti per qualche ulteriore tentativo di rimbalzo o estensione del rialzo (a seconda dei casi) rimangono intatti, con la consapevolezza che è forse ancora presto per impostare posizioni che non siano di breve periodo.
USA: nuove buste paga settore non agricolo a +287k (attese 175k, dato precedente 11k). Uno dei mesi più robusti degli ultimi anni. Sale leggermente il tasso di disoccupazione a 4,9% (da 4,7% precedente), naturalmente per l’allargamento della base-attivi. Bene anche l’indice PMI non manifatturiero, a 56,5, oltre le attese
Per S&P 500 raggiunto un primo obiettivo, e sulla carta le condizioni ideali per sviluppare un allungo oltre i precedenti massimi: buoni dati macro e cautela della FED nell’aumentare i tassi, come emerge dagli ultimi verbali. Per ora si arriva a 2132 (max precedente 2135). Ma al di là del conteggio dei pochi punti, la domanda è se la possibile rottura al rialzo sarà acquistata con continuità (con sviluppo di una nuova gamba rialzista) o se sarà una trappola per tori.
Probabilmente un qualcosa a metà: se guardiamo agli oscillatori (ben lontani da soglie critiche) la prima possibilità non è affatto da escludere, con almeno 2200 punti di possibile raggiungimento in prima battuta. Forse per ora difficile molto più su: la FED ha fatto di tutto per non creare panico sui mercati (rimandando ad oltranza il previsto aumento tassi), potrebbe avere lo stesso interesse a non creare eccessiva euforia in un contesto che rimane di incertezza, e prima delle elezioni presidenziali.
Anche negli USA minimi storici per i rendimenti nominali delle obbligazioni a 10 anni. Siamo tuttavia ancora in territorio positivo, a differenza di molti altri paesi sviluppati (Germania, Svizzera, Giappone). Sotto la serie storica, nel vero senso della parola. Dal 1800.
Europa: gli indici europei non confermano la positiva candela della scorsa settimana, e chiudono in leggero ribasso. Rimane ai massimi la divergenza negativa con l’indice USA, partita con il crollo dei finanziari ad inizio anno. La crisi delle banche post bail-in appare per ora più rilevante della Brexit.
Nuovi minimi in settimana per le banche europee. Sotto l’ETF BNK, che replica l’indice Stoxx600 Bank. Potenzialmente interessante la candela settimanale, una seconda hammer consecutiva. La rottura al rialzo di area 15 potrebbe calamitare gli acquisti, con prima resistenza in area 16,6. Molto dipenderà dalla “flessibilità” per avviare una qualche forma di supporto statale richiesto a gran voce dall’Italia. Non è un problema solo italiano, ma Italia è percepita come l’epicentro della crisi.
Per l’indice tedesco DAX una fase di stabilizzazione. Per ora tengono i supporti settimanali, senza variazioni al quadro grafico.
Italia: di nuovo sfiorati i 15.000, poi un deciso tentativo di risalita venerdì (+4%), che limita le perdite settimanali a -1,4%. Per il nostro indice valgono le considerazioni fatte per le banche, alle quali è legato a doppio filo. In caso di rimbalzo, prima resistenza importante in area 17.600/17.800 (a 16.800 una intermedia)
Asia: la borsa giapponese non beneficia della chiusura dei mercati di venerdì, possibile che possa recuperare con l’apertura di lunedì. Al momento il quadro grafico rimane depresso, con valori vicini ad un pericoloso baratro. Non aiuta lo Yen in forte rivalutazione, con una dinamica senza tracce di inversione.
Indice Tailandese che fa un altro massimo di periodo, rimane attivo un buon trend rialzista di medio termine, simile a molti paesi dell’area. 1550 un primo vero ostacolo, supporti a 1370. ETF TAI o ETF XCS4 gli strumenti che coprono questo paese su borsa italiana.
Metalli: rimane stabilmente al rialzo l’Oro, alla sesta settimana consecutiva di progresso. Prezzi vicini ad un importante livello di verifica (quota 1400) e conformazione della candela settimanale che fa pensare ad una possibile pausa. Ma ora 1300 ben consolidato, possibile supporto in caso di indietreggiamenti.
Agricoli: settimana debole, con l’eccezione di Cotone e Cacao. Proseguito il violento sell off sui grains, che questa settimana ha colpito in particolare la Soia (-7%). Nuovi minimi di periodo anche per Mais e Frumento. Soia che raggiunge un primo supporto dopo l’imponente gamba rialzista delle ultime settimane. Da questi livelli o poco sotto (area 1000) probabili reazioni, e magari la costruzione di una seconda gamba di rialzo. Graficamente l’asset più interessante del comparto
Petrolio Greggio: Deciso ribasso per il Petrolio, che perde oltre il 7% in settimana. Rotta al ribasso la trend line rialzista dai minimi di febbraio, ora prezzi vicini ad una prima importante zona supporti (area 43-44), e possibile zona di ritorno degli acquisti. Questo asset è seguito nella rubrica giornaliera con le Heikin Ashi con lo strumento ETF ECRD
EUR/GBP: valuta inglese che continua a deprezzarsi dopo la Brexit. Ora prezzi vicini ad un primo target del movimento, area 0,87. Un balzo violento che potrebbe indurre a valutare posizioni contrarian speculative (acquisto sterline), ma aspetterei che si formi un top sui grafici, non ancora evidente. Uno scenario possibile è che si possa rimanere in stabilizzazione intorno a questi livelli fino all'autunno (quando il parlamento dovrà pronunciarsi sulla effettiva uscita UK)
Riccardo Zarfati
onehourtrading.it