Era prevedibile che all’improvviso terminasse la calma degli ultimi due mesi. Ed è terminata con un brusco dietrofront dei principali indici azionari e dei prezzi del Petrolio.
Il detonatore nel breve è l’esito sempre più incerto del voto USA, con le quotazioni di Trump in deciso recupero nei sondaggi.
Che la discontinuità di Trump non piaccia ai mercati lo sappiamo da tempo. Il ragionamento sottostante è che potrebbe porre limitazioni al commercio internazionale, limitando i recenti tentativi di recupero della crescita mondiale.
Vero o no, è probabile che in caso di vittoria del candidato repubblicano la prima reazione dei mercati sia molto negativa.
Ad oggi le probabilità di vittoria di Trump sono attorno al 35%. Non altissime, ma non così basse da poter escludere l’evento a priori. L’elezione è martedì 8, conosceremo l’esito mercoledì 9 attorno alle 6.00 del mattino.
Sui grafici siamo in avvicinamento ai primi supporti rilevanti e reazioni ad inizio prossima settimana sono possibili, anche in funzione di un forte iper venduto nel breve.
Tuttavia non anticiperei operazioni, e sfrutterei l’inizio prossima settimana per ri bilanciare il proprio portafoglio (se troppo sbilanciato sull’azionario), in attesa di vederci più chiaro.
Variazioni settimanali
Sondaggi USA
A pochi giorni dal voto gli ultimi sondaggi vedono la Clinton ancora avanti, ma di poco. La differenza è diventata piuttosto esigua per essere affidabile dal punto di vista statistico. Soprattutto considerando la complessità del voto USA, che si esprime a livello statale.
USA
L’indice S&P500 prosegue il suo allontanamento dai massimi di agosto. Nove sedute consecutive al ribasso, non accadeva da diversi anni. Rotto al ribasso il primo supporto di 2100, prezzi in avvicinamento al supporto intermedio di area 2050. Si può ipotizzare da questi livelli uno scenario di tenuta in caso di vittoria Clinton. Altrimenti possibile si vada a minacciare il supporto principale di periodo, la quota tonda di 2000 punti. Posizioni al rialzo ora solo da valutare su chiusure settimanali superiori ai 2154 punti.
Europa
Termina bruscamente la fase di forza relativa degli indici europei. Come anticipato, ciò è avvenuto in concomitanza del recupero dell’Euro sul dollaro. Sul lato dati macro letture non disprezzabili degli indici PMI di ottobre, molti dei quali ai massimi di periodo. Tranne Italia e Grecia
Stabile la disoccupazione a totale Euro zona, che al momento non riesce a scendere sotto al 10%. Di nuovo fa eccezione l’Italia, con tasso di disoccupazione che aumenta dal 11,5% all’ 11,7%
Il Dax perde il -4,1% in settimana. Area 10.800 per la terza volta in poche settimane fa da barriera ai tentativi di ripristino rialzista definitivo. Il trend crescente di medio periodo per ora non è a rischio, lo sarebbe solo con chiusure inferiori a 9900/9800, area di supporto dinamica.
Italia
Pessima settimana per l’indice principale, che in poche sedute si rimangia i progressi degli ultimi due mesi. Ancora nulla di compromesso sui grafici. Provando a vedere il lato positivo abbiamo prezzi sui supporti dinamici (e vicino a quello statico di 16.000), con le divergenze positive sugli oscillatori ancora attive. Ma certo questa candela settimanale non induce all’ottimismo nel breve. Rimane fondamentale per gli scenari di più lungo periodo la tenuta dei 15.000 punti.
Asia
Cina Shanghai unico indice in controtendenza questa settimana, +0,7%. Ha aiutato Il PMI manifatturiero in crescita a 51,2 (attese e precedente dato a 50,4). Un altro piccolo tassello a supporto della sostanziale tenuta delle grandi economie. Prezzi in zona resistenze, ma un indice da ricominciare a guardare con più interesse.
Il Giappone invece al ribasso, seguendo l’andamento generale. Le velleità rialziste ora tornano dubbie, dopo il buon segnale tecnico della scorsa settimana (rottura al rialzo della trend line ribassista). Ora supporti strategici a 16,200. Ma rimane un indice interessante per il medio periodo se dovesse superare i 17600
Materie prime
In questi contesti si compra Oro a protezione. Prezzi tonici in chiusura, in area 1300. Livello che è una prima resistenza importante di questo movimento rialzista di breve che deve ancora essere considerato un rimbalzo da 1250. Ripristino di uno scenario rialzista sopra 1350, con primo target a 1400.
Positivo anche il Rame, che esce al rialzo dal triangolo di congestione, fornendo un primo segnale positivo. Il superamento di 2,33 potrebbe calamitare altri acquisti, fornendo un segnale più convinto di possibile inversione.
Petrolio Greggio
Un dato di scorte Usa enormemente più alto delle attese rafforza il trend al ribasso. Interrotto il trend crescente, ora prezzi su un supporto intermedio, area 43. Rimane valida l’operatività di breve sugli estremi, con long possibili ora da 40/42 e stop stretto.
EUR/USD
Prevale la vendita di dollari in settimana, contro euro e le principali valute. Un po’ l’attesa per la scadenza elettorale, un po’ i dati Non Farm Payroll leggermente sotto le attese. Se non succedono sconquassi, area 1,12 appare come una opportunità di breve per ritornare sul dollaro, in attesa del probabile rialzo tassi a dicembre.
Riccardo Zarfati
onehourtrading.it