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Panoramica mercati settimana 20 Aprile

Pubblicato 20.04.2015, 08:16
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


Brusco arretramento per i mercati europei sul riaffiorare delle problematiche della Grecia. Non ci sono rilevanti fatti nuovi, se non che il tempo passa senza che un accordo sia stato raggiunto o quantomeno avvicinato. Assistiamo ad un certo irrigidimento delle posizioni ma quel che più conta è che si stanno esaurendo i fondi nelle casse della Grecia, che presto si troverà a dover decidere se pagare gli stipendi o rimborsare il debito. E l’11 Maggio scade una rata di quasi 1mld di euro da restituire al FMI.

Prossima settimana (il 24) riunione eurogruppo a Riga, dove vi sarà una verifica dei progressi fatti sul fronte delle riforme per sbloccare gli aiuti. Questi i fatti: razionalmente un qualche compromesso rimane la migliore soluzione per le parti, ma i mercati ci hanno fatto capire che cosa potrebbe succedere se si dovesse tirare la cosa troppo per le lunghe.

Fuori dall’Europa andamenti misti ma senza eccessi, a conferma del fatto che è comunque sempre bene avere un portafoglio con buona diversificazione geografica.



USA: segnali di rallentamento dai dati macro (sul fronte immobiliare e dell’occupazione) che non preoccupano il mercato. Sostanzialmente positive le principali trimestrali, tra cui spicca quella di Goldman Sachs, che presenta il miglior trimestre degli ultimi 4 anni. Nessuna novità grafica, prosegue il trend laterale-crescente e senza scossoni per S&P 500, sempre ad un passo dai recenti massimi storici






Europa: rilevante il -5,6% del Dax, con la peggiore settimana degli ultimi due anni. Male anche gli altri indici principali che cedono circa 3%. Tengono meglio la Francia e UK, che mantiene un andamento più correlato agli indici USA. Dax che in un colpo arriva in prossimità del primo importante livello di supporto, area 11.500 e teoricamente ragionevole livello di entrata al rialzo a fronte di segnali convincenti. Solo una chiusura sotto 11.000 comincerebbe a far sorgere qualche legittimo dubbio sul super trend europeo, naturalmente ancora attivo.





Italia: chiusura di settimana a 23.000 punti, dopo aver marginalmente fatto un nuovo massimo di periodo, poco sopra i 24.000. Bancari di nuovo sotto pressione, e sappiamo della rilevanza del settore per il nostro indice. Come per il Dax, prezzi non lontani da un primo livello di supporto, in area 22.500 e potenzialmente buon livello di entrata o incremento con ragionevole rischio/rendimento. Trend al rialzo che rimane intatto a meno di una chiusura sotto 21.200: scenario per il momento improbabile, ma naturalmente non dobbiamo dar nulla per scontato, soprattutto in presenza di oggettivi fattori perturbanti.




Asia: i deboli dati macro cinesi (export -14%, variazione PIL trimestrale +7% ai minimi da 6 anni) fanno ancora volare la borsa cinese, di nuovo la migliore del globo sempre sull’attesa che il governo proponga nuovi stimoli. Variazioni positive anche per Vietnam e Corea, oltre il +2%, modesti ritracciamenti per India e Giappone. Guardando all’indice Indiano, quadro rialzista tuttora in essere, seppure con qualche segnale di allarme nel breve. Prezzi che hanno tentato di recuperare la trendline rialzista precedentemente rotta al ribasso, senza per il momento riuscirci pienamente. Lo scenario più probabile sembra essere quello di un ritorno al test dei supporti di area 26500. Divergenza ribassista dell’RSI a supporto dello scenario.




Latin America: tengono bene sia Brasile che Messico, con modeste variazioni. IPC Messico che chiude a 45.000, non lontano dai suoi massimi storici, anche grazie al rialzo del Petrolio. Situazione che rimane costruttiva, a meno di una chiusura settimanale sotto 42.700






Metalli: nessuna indicazione nuova per i metalli preziosi, con prezzi fermi in settimana. Tra gli industriali da evidenziare il buon rialzo del Rame, che reagisce dai supporti evidenziati di area 271, la cui tenuta potrebbe portare al nuovo test di 295-300. Prevale ancora il trend ribassista di medio-lungo periodo, ma vi sono a mio avviso segnali, per ora embrionali, di un possibile cambio di tendenza nella seconda parte dell’anno.




Agricoli Grains: settimana mista con rimbalzo della Soia e nuovo affondo per il Frumento, mentre il Corn rimane sostanzialmente stabile. Per la Soia rimbalzo settimanale che non muta un quadro sostanzialmente depresso per l’intero comparto. La precedente furia ribassista di fine 2014 si è placata, ma non sono da escludere nuovi minimi anche se improbabile si possa andare molto sotto quota 900, forte supporto di lungo periodo.




Agricoli Coloniali: settimana largamente positiva per tutti i principali componenti, con l’eccezione del Cotone (-2,6%), che ritraccia dalle resistenze evidenziate la scorsa settimana. Il Caffè mostra la performance migliore (+4,6%), ma senza fornire indicazioni convincenti di ripristino del rialzo. Per il momento sembra più un asset da seguire al ribasso, naturalmente con stop strettissimi data la fortissima volatilità tipica di questa materia prima.




Energia: forte rialzo del Petrolio, giunto alla quinta settimana consecutiva. Scorte mondiali ancora in aumento, anche se con un livello di espansione inferiore alle attese. Ma nel breve il mercato sta dando più rilievo alla chiusura di alcuni pozzi di shale oil negli USA, che fa presagire dati futuri di contrazione dell’ingente stock. Graficamente assistiamo alla rottura del primo livello di resistenza (53,91) e avvicinamento ad un ulteriore livello, quota 60. Si può tentare di seguire per trading, facendo attenzione che la leva non sia esagerata e con livello di controllo a 50usd, che sembra essere il pivot del movimento.





Eur-USD: indebolimento del dollaro in settimana contro le valute più forti (Yen, CHF, Euro, CAD), a seguito dei dati macro non esaltanti. Per quanto riguarda Eur-Usd non cambia la situazione, con i prezzi che cercano un assestamento nel range di stabilizzazione più stretto (1.05-1,10). Le soglie di resistenza e di supporto di medio periodo rimangono rispettivamente 1,15 ed 1. Rimane da capire cosa potrebbe succedere in caso di default della Grecia, e soprattutto in caso di uscita della Grecia dall’Euro: presto per dire, le ultime candele mostrano segnali di indecisione con gli operatori in cerca di un posizionamento che diventa meno chiaro.




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