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Panoramica mercati settimana 30 marzo

Pubblicato 30.03.2015, 10:16
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


Settimana di pausa sui mercati, che riprendono fiato dopo la lunga corsa. L’avvio di nuove tensioni in Yemen allerta (moderatamente) gli operatori e soprattutto fa rimbalzare i prezzi del Petrolio, sempre sensibile agli eventi mediorientali.

Intanto a livello Europeo si è ricominciato a discutere delle proposte che la Grecia sta presentando, con il difficile l’obiettivo di coniugare proposte di crescita e rigore nei conti.

A conti fatti I mercati Europei rimangono fiduciosi accusando poco le turbolenze, ed in molti casi siamo metà strada tra i supporti e le resistenze principali. Un pizzico di nervosismo in più in Usa e Asia, ma su livelli che non minacciano i robusti trend.




USA: deludono i dati sugli ordinativi all’industria e revisione PIL dell’ultimo trimestre 2014 sotto le attese. Ritracciano sia S&P 500 che i tecnologici, ma senza al momento rotture rilevanti. Per S&P graficamente nessuna nuova indicazione finché i prezzi rimangono all’interno del cuneo. Al rialzo possibile resistenza a 2150, al ribasso solido supporto a 1973. Chiusura a metà strada tra i due livelli, e alla fine siamo sempre sui prezzi di 4 mesi fa, per un trend che continua ad essere rialzista ma senza grandi slanci.




Europa: continuano ad arrivare buoni dati macro sulla fiducia dei consumatori e delle imprese, ma prevalgono nel complesso moderate prese di beneficio. Variazioni negative attorno all’1% con l’eccezione questa volta della Grecia (+3,2%), che scommette sul buon esito del nuovo round di negoziazioni.

Tiene bene anche la Spagna (+0,1%) che beneficia sia delle nuove stime interne del PIL 2015 visto al rialzo +2,8%, sia delle elezioni in Andalusia, dove Podemos ha una importante affermazione ma rimane il terzo partito, allontanando per i mercati i timori di un'altra situazione euroscettica. Indice spagnolo che raggiunge il primo livello di resistenza e sembra orientato al test del livello successivo, in area 12,200. Eventuali ritracciamenti sono occasione di acquisto.




Italia: non aiutano in settimana i dati macro non convincenti (ordini all’industria -5,5% a gennaio e vendite al dettaglio +0,1%). Come per la Spagna prezzi che si fermano sul primo livello di resistenza, ma senza dare segnali di interruzione trend. Area 22.000 il primo supporto rilevante a sostegno del trend, 21200 il livello chiave ed eventualmente ottima occasione di intervento. Confidando che a parte la fiducia migliorino nel tempo i fondamentali: dopo la miccia accesa dal QE, i dati economici guideranno sempre più i prezzi dell’indice.




Asia principali: prevalente indietreggiamento, in particolare per India e Turchia, oltre il -2%, e per il Vietnam (-4,4%). Pesa l’Indice PMI manifatturiero della Cina che fa segnare 49,2, ai livelli più bassi da diversi mesi e sotto il livello di 50, che indica contrazione dell’economia. Calo generalizzato quindi, con l’eccezione proprio dell’indice di Shangai, visto che la debolezza dell’economia potrebbe spingere il governo cinese ad ulteriori manovre espansive… Indice indiano che rompe al ribasso la prima trend line e sembra orientata al test del solido supporto di area 26,500, dove si potrebbero avere segnali di ripresa degli acquisti.





Latin America: si rimane in una situazione di indecisione in quest’area. Brasile in brusco indietreggiamento, dopo aver fatto una candela promettente la settimana passata, che aveva interrotto la pressione ribassista di medio periodo. Segnale per il momento non confermato, probabilmente necessaria ulteriore stabilizzazione tra i livelli di trading range di medio periodo che sembrano ora essere meglio definiti (46,500 in basso, 52,500 in alto)




Metalli: è proseguito moderatamente il rimbalzo di Oro e Argento. Poco mossi Rame e Zinco, da segnalare il crollo del Nickel (-6,9%) che ritorna sui minimi pluriennali dopo il forte rialzo dell’anno scorso, legato al blocco dell’export indonesiano. L’Oro si allontana un poco dai supporti, ma solo una chiusura sopra 1255 fornirebbe una prova più convincente di questo ennesimo tentativo di rialzo




Agricoli: pochi segni più nel comparto, da segnalare solo Il Corn ed il Cotone moderatamente in rialzo. Poi negatività anche accentuate, in particolare per Zucchero, Caffè e Frumento, tutte intorno al -4%. È proseguita la forza del dollaro in settimana, in particolare contro alcune valute emergenti (tipo Real Brasiliano), che non aiuta.Corn che interrompe la pressione ribassista, e dovrebbe provare a ritestare quantomeno la resistenza, sempre situata in area 415. Per il momento non si po’ ancora parlare di trend rialzista, ma acquisisce valore il supporto di area 365



Tra i più negativi lo Zucchero, che affonda a nuovi minimi a 5 anni. Nuove stime di Commerzbank danno il prezzo dello zucchero a 15 per fine anno. In teoria un buon potenziale di rialzo da questi livelli (circa 25%), ma sempre preferibile attendere un qualche segnale di rialzo per tentare, da questi livelli o dalla più rilevante soglia posta più in basso, in area 11. SUGA è l’ETF di riferimento su borsa italiana per questa materia prima.



Energia: buon rialzo del petrolio (parzialmente rientrato venerdì) che comunque chiude la settimana con un +4,9%. Rimbalzo che allenta la pressione ribassista, naturalmente ancora dominante. Lo stiamo seguendo con il portafoglio di breve Heikin Ashi (vedi video), ma fare previsioni tecniche è ora ancora più difficoltoso, con l’introduzione della nuova scintilla geopolitica (lo Yemen). Per ora prezzi respinti dal primo livello di resistenza, dopo un veloce contatto con la media mobile




Eur/Usd: prezzi che in settimana tentano più volte di rompere al rialzo quota 1,10, al momento senza successo. Regoliamo proprio su 1,10 la resistenza di breve e 1,15 quella di medio periodo. Solo oltre quel livello si può parlare di inversione, per ora il rialzo delle ultime due settimane è ancora catalogabile come rimbalzo in seno ad una tendenza che rimane ribassista.

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