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Per avere esposizione ad un’ampia gamma di materie prime, considerate questo ETF

Pubblicato 10.08.2020, 15:37
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I titoli ad alta capitalizzazione sono andati meglio della maggior parte delle materie prime e dei mercati emergenti nell’ultimo decennio. La domanda ora è: questo trend potrebbe cominciare a muoversi nella direzione opposta?

Mentre il fondo SPDR S&P 500 ETF (NYSE:SPY) è schizzato di oltre il 210% negli ultimi dieci anni, l’iShares MSCI Emerging Markets ETF (NYSE:EEMè salito di solo il 7% e l’Energy Select Sector SPDR Fund (NYSE:XLE) è crollato del 25% nello stesso periodo.

Anche gli ETF che seguono oro e argento hanno visto rialzi negli ultimi 10 anni, sebbene meno drastici rispetto al SPY. Il fondo SPDR Gold Shares (NYSE:GLD) ha segnato un’impennata del 55% mentre l’iShares Silver Trust (NYSE:SLV) è balzato del 38%. Sui lunghi periodi, i prezzi dei due metalli di solito si muovono insieme. Ma dal momento che è rimasto indietro rispetto all’oro negli ultimi anni, molti analisti prevedono che l’argento avrà spazio di crescita nei prossimi mesi e si rimetterà al passo.

Di seguito, daremo uno sguardo ai principi chiave per l’investimento nelle materie prime tramite gli ETF, nonché ad un ETF legato alle materie prime da prendere in considerazione:

“Rollover”: cosa significa, perché è importante

La maggior parte degli ETF possiede contratti di future, ossia contratti per consegne future, e non la materia prima fisica in sé.

Tuttavia, gli investitori dovrebbero notare che i contratti dei future scadono ogni mese, perciò i titoli sono scambiati in eterno. Ad ogni modo, i contratti dei future hanno una data di scadenza. Perciò, per evitare la consegna fisica alla scadenza del contratto, questi fondi sostituiscono i contratti in scadenza con nuovi contratti che scadranno dopo, un processo noto come “rollover”.

Altri due termini chiave a cui prestare attenzione sono “contango” e “backwardation”.

Quando un mercato è in contango, il prezzo forward di un contratto di future è più alto rispetto al prezzo spot attuale. Il contango fa sì che gli ETF legati alle materie prime basati su un contratto di future incorrano in una perdita da rollover.

Al contrario, quando un mercato si trova in backwardation, il prezzo forward del contratto di future è minore rispetto al prezzo spot. In questo caso non ci sarà una perdita da rollover ma piuttosto un guadagno da rollover.

Il rollover in nuovi contratti si può fare in tanti modi, con diverse combinazioni di contratti di future tra cui un fondo può scegliere. I costi di rollover cambiano di giorno in giorno.

Per via di questa struttura di costi, i ritorni di tali fondi legati alle materie prime possono variare rispetto ai prezzi delle materie prime fisiche. Rendimenti negativi da rollover di solito riducono i ritorni nel tempo.

1. Invesco Optimum Yield Diversified Commodity Strategy No K-1 ETF

  • Prezzo attuale: 13,80 dollari
  • Range su 52 settimane: 11,08-16,91 dollari
  • Rendimento dividendo: 1,68%
  • Percentuale spesa: 0,61% all’anno, o 61 dollari su un investimento di 10.000 dollari

L’Invesco Optimum Yield Diversified Commodity Strategy No K-1 ETF (NASDAQ:PDBC) investe su future legati alle materie prime ed altri strumenti finanziari che offrono accesso ad un gruppo diversificato di materie prime.

Il PDBC punta a fornire una strategia di apprezzamento del capitale a lungo termine che superi la performance del DBIQ Optimum Yield Diversified Commodity Index Excess Return, un indice composto da contratti di future di 14 materie prime nel settore energetico, dei metalli preziosi, dei metalli industriali ed in quello agricolo.

I future di oro, benzina, greggio USA e greggio Brent hanno il peso maggiore e rappresentano quasi il 45% del fondo. Frumento, zucchero, soia e granturco rappresentano il 25,61% del fondo, mentre rame, alluminio e zinco compongono il 13,93% dell’ETF. Altri possedimenti sono NY Harbor ULSD, gas naturale argento.

Sull’anno in corso, il fondo è crollato di oltre il 16%.

I cambiamenti di prezzo delle materie prime dipendono perlopiù dalle dinamiche di scorte e domanda. Ad esempio, durante un inverno freddo, con l’aumento della domanda di gas naturale, sale anche il prezzo. I prezzi delle materie prime inoltre solitamente salgono durante i periodi inflazionari, in quanto vengono considerate un rifugio dall’inflazione.

Storicamente, esiste una correlazione negativa tra materie prime e titoli azionari. Le ricerche mostrano che, investendo su future di materie prime o su ETF basati su questi contratti, i partecipanti dei mercati potrebbero riuscire a far diminuire la volatilità di un portafoglio costituito esclusivamente da titoli azionari, senza ridurre i ritorni previsti. Quindi, gli investitori che sono interessati a diversificare con le materie prime potrebbero prendere in considerazione l’idea di effettuare ulteriori ricerche sul fondo.

Morale della favola

La diversificazione è un principio fondamentale per la costruzione di un portafoglio a lungo termine. Di conseguenza, possedere materie prime nell’ambito di una strategia di allocazione di asset potrebbe essere una buona idea.

Tuttavia, la maggior parte degli ETF basati su materie prime differiscono dai tradizionali ETF in modo significativo: di solito utilizzano contratti dei future. E quindi, nel tempo, i ritorni di questi fondi potrebbero deviare considerevolmente dalla variazione del prezzo spot della materia prima di riferimento. È perciò importante comprendere pienamente i potenziali profili di rischio/ritorno prima di investire.

Infine, negli USA, esiste un’ampia gamma di ETF basati su materie prime. Quindi gli investitori potrebbero pensare di chiedere ai propri commercialisti informazioni sulle varie implicazioni fiscali dell’investire su questi ETF.

 

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