Il brusco aumento dell’inflazione statunitense nel 2021-2022 ha riacceso l’idea che un cosiddetto portafoglio di asset reali sia cruciale per le strategie di allocazione asset.
Ma, con il picco dell’inflazione a metà 2022, le prospettive sono diventate confuse per un portafoglio dedicato ad asset che si prevede beneficino da una maggiore pressione sui prezzi.
Immaginiamo che un portafoglio di asset reali sia composto da quattro gruppi tramite i loro ETF di riferimento: materie prime (GSG), oro (GLD), Treasury protetti dall’inflazione (TIP) e asset immobiliari (VNQ).
Queste componenti hanno lo stesso peso e sono ribilanciate alla fine di ogni anno di calendario. Per fare un paragone, il grafico sulla performance sotto include anche una strategia titoli/bond USA 60/40 (SPY/BND) e l’iShares Core Moderate Allocation ETF (NYSE:AOM).
Useremo la data di inizio del 31 dicembre 2019 per capire l’andamento di una strategia di asset reali, la vigilia di quello che potrebbe essere definito come il periodo di grande caos che ha poi portato alla recente impennata dell’inflazione.
Dato principale: questo riferimento di asset reali è andato piuttosto bene. In particolare, ha avuto una performance superiore nella prima parte del 2022, quando i mercati in generale hanno subito un duro colpo.
Gli asset reali hanno faticato a tenere il passo di una strategia 60/40 di recente, ma questo perché il surriscaldato mercato azionario statunitense è stato difficile da eguagliare. Una strategia di allocazione moderata, intanto, ha avuto difficoltà a tenere il passo.
In breve, le strategie di portafoglio più audaci hanno dato ottimi risultati negli ultimi anni.
Ma la domanda è se la storia recente possa essere un riferimento affidabile.
Le opinioni saranno diverse dopo aver analizzato il secondo grafico qui sotto, che sposta la data di inizio alla fine del 2012. Su questa base, gli asset reali sono rimasti decisamente indietro, mentre un portafoglio 60/40 USA è andato alle stelle.
Ci sono numerosi avvertimenti, ovviamente, che servono come spunti di discussione e che meritano un’analisi più approfondita. Cominciamo con la definizione di “asset reali”. Per alcuni, questo club dovrebbe includere le criptovalute, ora disponibili in forma di ETF per il Bitcoin.
C’è anche da chiedersi se un overlay tattico per la gestione di un portafoglio di asset reali possa migliorare i risultati rispetto all’approccio quasi passivo esaminato in precedenza.
Lo stesso vale per il ripensamento di un sistema di ponderazione equa e/o di un set di opportunità più granulare o più ampio per attingere agli asset reali.
Forse la domanda cruciale è se l’inflazione resterà una forza trainante che manterrà gli asset reali competitivi nei prossimi anni.
Ci sono vari modi di vedere la cosa, e uno strategist non può passare molto tempo su questo aspetto per una semplice ragione: un vento di coda dovuto all’inflazione, o la sua assenza, determinerà una buona fetta dei risultati per una strategia di asset reali nei prossimi anni.
L’ipotesi di base per la progettazione dell’allocazione di asset è che gli asset reali debbano essere inclusi, e per una buona ragione: il futuro è sempre incerto e un investitore di medio-lungo termine non dovrebbe correre il rischio di essere poco protetto dall’inflazione.
Ma, come ci ricorda il grafico a lungo termine sopra, esiste una possibilità non banale che gli asset reali possano rappresentare un freno ai risultati per un periodo prolungato.
Se l’inflazione continuerà a moderarsi, come sembra probabile nel breve termine, il valore degli asset reali in una strategia diversificata rimarrà in discussione.