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Petrolio, JP Morgan lo vede a 130 dollari e mette Buy sull’intero settore

Pubblicato 08.10.2021, 12:51
Aggiornato 05.03.2021, 16:55

“Il settore Energy offre un rapporto rischio/rendimento molto attraente”, dice un report pubblicato ieri dalla banca americana. Meglio puntare sulle società medio-piccole che possono essere oggetto di acquisizioni.

Secondo la banca Usa i titoli del settore sono ancora molto sottovalutati.

L’indice del settore Energy della Borsa americana è salito dall’inizio dell’anno del 50% circa, una performance che è quasi il triplo del +17% dell’indice S&P500. Ma c’è ancora spazio perché le azioni legate al petrolio salgano ancora. Ne è fermamente convinta JP Morgan (NYSE:JPM), che in un report pubblicato ieri (giovedì 7 ottobre) definisce il settore Energy come uno dei suoi preferiti, sottolineando che offre un rapporto fra rischio e rendimento molto attraente.

Punto di partenza del ragionamento di JP Morgan è il prezzo del petrolio. E’ vero che dall’inizio dell’anno è salito del 63% e in 12 mesi è quasi raddoppiato, ma per la banca Usa c’è spazio per un ulteriore rialzo che potrebbe portare il greggio fino a 130 dollari al barile, dagli attuali 80 dollari. Con il petrolio sono destinati a salire anche i prezzi del gas naturale e del carbone.

Dallo scenario globale, caratterizzato dalla forte crescita della domanda di idrocarburi a fronte di una produzione tenuta ben sotto controllo dall’Opec+, l’analisi di JP Morgan si restringe al panorama di Wall Street. Secondo la banca, i titoli del settore Energy sono ancora molto sottovalutati. Infatti, se storicamente il settore ha rappresentato il 20% dell’S&P500, oggi non supera il 3%.

Nel settore saliranno i dividendi e i buyback.


Si legge nel report: “Come spesso succede con le commodity, ci aspettiamo una ripresa del settore Energy molto veloce e ancora più potente dei rimbalzi che abbiamo visto in altri settori dopo forti crisi”. I riferimenti del report dono la ripresa delle dot.com negli Duemila, dopo il crollo del 2001, e il recupero dei valori immobiliari in America nel passato decennio dopo la crisi del 2008.

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Se le azioni delle società petrolifere e in generale del settore Energy sono ancora sottovalutate, dice JP Morgan, è perché in questi anni gli investitori hanno avvertito sul settore il rischio di più stringenti regolamentazioni, lo svantaggio di essere spesso fuori dai favori della cultura ESG, così come le prospettive di crescita del trasporto elettrico a danno dei motori termici.

Questi rischi, avverte la banca americana, hanno indotto i manager delle società Energy a ridurre l’impiego di capitali, per cui oggi l’investitore può essere attratto dalla prospettiva di crescenti dividendi e buyback.

Andando poi a cercare gli investimenti più interessanti nel settore, l’upside maggiore secondo JP Morgan è fra le società più piccole, perché i loro bilanci hanno una maggiore sensitivity al rialzo del prezzo del petrolio e perché più facilmente possono diventare target di acquisizioni da parte di compagnie che vogliono aumentare le riserve o le quote di mercato.

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