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Petrolio: la visita di Biden in Arabia Saudita frenerà i prezzi della benzina USA?

Pubblicato 16.06.2022, 13:08
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La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 16 giugno 2022

Il Presidente Biden andrà in Arabia Saudita a luglio. Tutti credono che questa visita riguardi il petrolio, anche se la Casa Bianca continua a dire che lo scopo è discutere di questioni di sicurezza e non di questioni energetiche.

Ma non ci crede nessuno, considerato che la Casa Bianca ha affermato che dei prezzi della benzina più bassi sono una priorità. In effetti, Washington ha già cercato di convincere Riad ad aumentare la produzione petrolifera.

WTI Weekly TTM

Il governo Biden ha più volte chiesto ad Arabia Saudita ed OPEC di produrre di più. Ma l’OPEC ha rifiutato di aumentare le quote di produzione oltre i 400.000 barili al giorno al mese.

Quando i prezzi sono arrivati a tre cifre dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il Presidente Biden aveva chiamato personalmente il re Salman, ma i sauditi hanno ancora una volta rifiutato di aumentare la produzione.

Quindi, sembra logico che i prezzi del petrolio saranno discussi all’incontro di luglio.

Ora che il prezzo medio di un gallone di benzina negli Stati Uniti ha superato i 5 dollari, il governo cerca disperatamente un modo di far scendere i prezzi.

Il piano di rendere disponibili un milione di barili di greggio al giorno per sei mesi dalle riserve strategiche (SPR) non è ancora riuscito a scalfire i prezzi.

Con una richiesta di persona, il Presidente americano riuscirà a convincere i sauditi ad aumentare la produzione? E, in quel caso, quanto petrolio sarà aggiunto al mercato? Farà differenza per i prezzi di petrolio e benzina negli Stati Uniti?

Un aumento della produzione saudita probabilmente non neutralizzerebbe la minore produzione OPEC+

A maggio, il totale di petrolio prodotto dall’OPEC+, se tutti i membri avessero prodotto al massimo consentito dalle loro quote, sarebbe stato 40,371 milioni di bpd. (Esclusi Iran, Venezuela e Libia, che sono esenti dalle quote).

Ma l’OPEC+ non ha prodotto a questi livelli. Ha prodotto solo 37,6 milioni di bpd, 2,616 milioni in meno, secondo S&P Global Platts. L’Arabia Saudita ha prodotto 10,45 milioni di bpd a maggio, 99.000 in meno della quota.

Anche se l’Arabia Saudita aumentasse la produzione di un milione di bpd, comunque non compenserebbe la carenza degli altri membri OPEC+.

L’Arabia Saudita può davvero aumentare la produzione?

Aramco (TADAWUL:2222) può aumentare la produzione ad un tasso di 12 milioni di bpd e mantenere questo livello per un anno, se richiesto dal governo saudita.

Si tratta della massima capacità sostenibile (MSC) di Aramco e l’azienda deve essere pronta a raggiungerla per legge. Aramco sta lavorando per portare la sua MSC a 13 milioni di bpd, ma ci vorranno parecchi anni per farlo.

Nell’aprile 2020 Aramco produceva 12 milioni di bpd, anche se non ha mantenuto questo ritmo nemmeno per due mesi.

La domanda non è se l’Arabia Saudita abbia la capacità di produrre più petrolio (ce l’ha) ma se voglia produrre più petrolio. Arrivare alla soglia di 12 milioni di bpd metterebbe sotto pressione i giacimenti, con uno svantaggio strategico per il paese, quindi deve esserci una buona ragione per portare la produzione alla MSC.

Più petrolio saudita farebbe la differenza?

È difficile che l’Arabia Saudita consideri la situazione attuale un valido motivo per aumentare la produzione ma, anche se lo facesse, ci sarebbero solo 1,55 milioni di bpd in più sul mercato.

Se dovesse portare la produzione a 11,6 milioni di bpd, che corrisponde all’attuale tasso di produzione negli USA, si aggiungerebbero poco più di un milione di bpd sul mercato.

La stima dell’EIA mostra che scorte e domanda globali di petrolio al momento sono pari (circa 100 milioni di bpd). Con scorte e domanda in equilibrio, qualunque sconvolgimento farebbe salire i prezzi.

Dal momento che mancano oltre un milione di bpd di petrolio dalla Russia, un altro milione o 1,5 milioni di bpd dai sauditi non basterebbero a far scendere i prezzi.

Aspetti geopolitici

Il governo Biden inizialmente ha assunto una posizione dura contro la monarchia saudita, contrariamente a quanto aveva fatto Trump.

Ora, il Presidente sta andando a chiedere aiuto. Le prime voci riguardanti questo viaggio, un paio di settimane fa, erano state smentite.

Le contrattazioni non saranno facili. Se i sauditi aumenteranno la produzione per aiutare Biden politicamente, si aspetteranno qualcosa di importante in cambio.

Un qualcosa che potrebbe non essere annunciato immediatamente.

I trader hanno tantissime ragioni fondamentali per tenere i prezzi elevati, tra le limitazioni delle raffinerie negli USA, l’esitazione dell’industria statunitense di petrolio e gas e dei suoi finanziatori, il sentimento negativo legato alla Russia, l’inflazione e la pura speculazione.

È quindi probabile che, anche se Biden dovesse riuscire a convincere i sauditi ad alzare la produzione in cambio di qualche favore, i consumatori vedano solo un minimo sollievo per quanto riguarda i prezzi della benzina.

L’Arabia Saudita non è la risposta ai problemi politici di Biden. Dovrebbe cercarla più vicino a casa.

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