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Petrolio verso il trimestre peggiore in 3 anni, tra settore bancario e Fed

Pubblicato 27.03.2023, 16:45
Aggiornato 14.08.2023, 12:57
  • I future del greggio sembrano destinati a perdite a due cifre per il trimestre, senza una ripresa adeguata
  • La crisi bancaria prosegue, in attesa della prossima vittima con un bilancio traballante
  • L’incertezza per la Fed alimenta la volatilità, nonostante si parli solo di un altro aumento dei tassi
  • Questa settimana si chiuderà il primo trimestre, e sarà un trimestre che i tori del petrolio vorranno dimenticare.

    Per come stanno le cose, i prezzi del greggio si preparano ad un tonfo del 14% per il periodo gennaio-marzo, a meno che non ci sia una decisa ripresa entro la fine di questa settimana.

    Rassicurare i long che le cose potrebbero migliorare sembra più difficile del previsto, con la crisi bancaria iniziata questo mese in agguato come un predatore al buio, pronto a divorare la prossima vittima.

    Le notizie delle difficoltà di Deutsche Bank (ETR:DBKGn), la più grande banca tedesca, hanno alimentato i timori sui mercati alla fine della scorsa settimana. Dopo il collasso di due banche statunitensi e la fine dell’importante banca di investimenti elvetica Credit Suisse (SIX:CSGN), i credit default swap di Deutsche sono schizzati ai massimi di cinque anni venerdì, innescando l’abbandono delle sue azioni.

    Sul fronte del petrolio, dopo un inizio debole questo lunedì, i future sono passati in verde negli scambi asiatici del pomeriggio, anche se i trader si preparano alla volatilità per il resto della settimana.

    Il West Texas Intermediate, o WTI, oscilla sopra i 70 dollari al momento della scrittura, con circa +1,3% sulla giornata. Il WTI ha chiuso in salita del 3,8% la scorsa settimana, con le notizie dei problemi di Deutsche Bank che hanno stroncato la sua ripresa dal tonfo della settimana precedente del 13%.

    Crude Oil Daily Chart

    Malgrado il WTI sia tornato in territorio positivo, Sunil Kumar Dixit, responsabile delle strategie tecniche di SKCharting.com, lancia un avvertimento sul riferimento statunitense.

    “Se la chiusura di marzo dovesse risultare al di sotto della media mobile semplice su 200 mesi di 72,62 dollari, il WTI corre il rischio di una correzione verso la SMA su 100 mesi di 58,90 dollari per un lungo periodo di tempo”, afferma Dixit.

    Il britannico Brent si attesta a 75,39 dollari, in salita di 80 centesimi, o dell’1,1%, sulla giornata. Il Brent ha chiuso a +2,8% dopo il tonfo di quasi il 13% della settimana scorsa.

    Brent Crude Daily Chart

    Per il primo trimestre, il WTI si avvia a perdere circa il 14%, mentre il Brent oltre il 12%. Sarebbe la perdita trimestrale peggiore per entrambi dallo scoppio della pandemia di coronavirus nel 2020, che aveva praticamente distrutto la domanda di petrolio ad un certo punto.

    I timori per l’aumento delle tensioni geopolitiche contribuiscono a mantenere cauti gli investitori: il Presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che posizionerà armi nucleari tattiche in Bielorussia, inviando un avvertimento alla NATO per il suo sostegno militare all’Ucraina. Il blocco ha criticato la mossa della Russia.

    Molti sono preoccupati che altre brutte sorprese siano in agguato, mentre l’economia risente della serie di aggressivi aumenti dei tassi della Federal Reserve nell’ultimo anno.

    Il Presidente della Fed Jerome Powell ha dichiarato che lo stress bancario potrebbe innescare una crisi del credito, con “significative” implicazioni per un rallentamento dell’economia statunitense.

    Sebbene i funzionari della Fed continuino a ritenere probabili ulteriori aumenti dei tassi, i mercati finanziari ora si aspettano che non ci siano rialzi a conclusione della prossima riunione di maggio.

    Wei Li, global chief investment strategist di BlackRock, spiega che la crisi bancaria insieme alle azioni della Fed hanno pesato sulla propensione agli asset rischiosi.

    Sarà una settimana più tranquilla per quanto riguarda i dati economici: i riflettori sono puntati sull’indice PCE core di venerdì, l’indicatore sull’inflazione preferito dalla Fed. È accelerato a gennaio, alimentando le preoccupazioni per la prospettiva di una Fed più aggressiva.

    I dati sulla fiducia dei consumatori di marzo sono attesi domani e probabilmente riveleranno l’impatto dello stress sul sistema finanziario. Saranno pubblicati anche i dati sulle vendite di case in corso, il PIL rivisto e le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione.

    Saranno seguiti gli interventi di vari funzionari della Fed, tra cui il Governatore della Fed Philip Jefferson, la Presidente della Fed di Boston Susan Collins, il Presidente della Fed di Richmond Tom Barkin, e i Governatori Christopher Waller e Lisa Cook.

    ***

    Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.

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