“L'incertezza è una posizione scomoda. Ma la certezza è una posizione assurda” (Voltaire)
I prezzi faticano a raffreddarsi. In Uk l’inflazione resta a doppia cifra, ovvero sopra le attese (9,9%). Questo raffredda anche l’Ipotesi che la Bank of England (BoE) possa lasciare invariati i tassi. Non dimentichiamoci che il primo incidente finanziario è accaduto proprio in Uk, ovvero quando il Governo britannico decise un aumento del deficit attraverso un taglio fiscale che portò al crollo dei Titoli di Stato, e della sterlina, e solo un deciso intervento della BoA riuscì a tranquillizzare i mercati. Sibillina anche Christine Lagarde, che in occasione di un discorso pubblico, il primo dopo il salvataggio del Credit Suissse, non si è presa nessun impegno su rialzi o uno stop. “A fronte di shock nuovi e sovrapposti, affrontare l'incertezza è al momento la nostra unica scelta" è stata la sua dichiarazione. Nel frattempo dopo la fuga dei depositi, quasi €100 miliardi, Credit Suisse rischia la fuga dei dipendenti. Lo Stato svizzero ha infatti imposto di non pagare i bonus già assegnati e limiti nella retribuzione variabile dei manager a fronte del supporto finanziario pubblico fornito per salvare la banca. Il rischio è quindi che Ubs si trovi con gli uffici vuoti, cause di lavoro e l’incombenza di tagliare sino a 10mila posti di lavoro per dare seguito all’integrazione tra i due istituti.
Tra lotta all’inflazione e crisi bancaria
La Fed ha fatto la sua scelta sui tassi di interesse confermando le attese ma il mercato guarda al futuro e al punto di arrivo della politica monetaria. Dopo la manovra di ieri sui tassi tra gli operatori si afferma l’idea che la Fed dovrebbe accettare un’inflazione strutturalmente più elevata, ovvero un target del 3% rispetto al 2%. In questa prospettiva l'euro continua a rafforzarsi sul dollaro. Se dovesse cambiare il “dogma” ci troveremmo di fronte a una svolta che favorirebbe probabilmente una ricomposizione della crisi finanziaria statunitense. In alternativa potrebbero continuare i salvataggi bancari, con perdite attualmente incalcolabili in quanto non è noto l’ammontare dei titoli di stato e obbligazioni acquistate nella stagione dei “tassi zero” ancora nei bilanci degli istituti di credito e che potrebbero causare un danno incalcolabile. Per la Fed e il Governo statunitense SVB, Signature Bank e First Repubblic Bank devono restare casi isolati e in questo momento il mercato ha fiducia che sia lo scenario base.
Ma la tecnologia è un porto sicuro?
Il Nasdaq si appresta a chiudere il primo trimestre con un rialzo del 13%. Un rimbalzo o una rotazione di portafoglio? Le società growth sono storicamente esposte al ribasso dei tassi, che si manifesta quando inizia un ciclo ribassista del costo del denaro. Scenario compatibile con quello attuale. Ma quello che conta sono i profitti il cui trend, nella prospettiva che la crisi finanziaria possa portare alla recessione, ha una bassa visibilità. Giova al settore l’impatto in termini di flusso di notizie dei programmi di ristrutturazione di alcuni colossi del tech come Meta Platforms, e Amazon (NASDAQ:AMZN) che tra novembre ed oggi hanno annunciato licenziamenti per oltre 30mila lavoratori, ridotto il tasso di nuove assunzioni, e l’appeal speculativo per la crescente la competizione nell’industria dell’intelligenza artificiale. Ma il trend di fondo al momento sembra ancora impostato alla lateralità, in attesa di capire se ci sarà o meno una recessione e di quale entità.