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Il primo giorno di negoziazione del secondo semestre si apre con una propensione al rischio decisamente sotto pressione. A tenere banco, nelle ultime ore, è senz’altro la politica interna tedesca e le guerre commerciali. Nel primo caso, l’accordo stilato dai leader dell'UE ha lo scopo di contribuire a stabilizzare il fenomeno dell’immigrazione, ma per Angela Merkel non è certo stato un successo… Horst Seerhofer della CSU, Ministro dell’Interno, avrebbe voluto una linea ben più dura con l’allontanamento dei migranti verso i Pase di primo approdo. Ministro che ha rassegnato le dimissioni ma che per il momento sono state rifiutate.
Tale incertezza chiaramente si sta ripercuotendo sull’azionario ed è possibile osservare un nuovo spostamento di liquidità verso asset rifugio e una diminuzione dei rendimenti obbligazionari. Il Bund tedesco è sui minimi da cinque settimane ma anche i rendimenti USA stanno calando. Le guerre commerciali sono un’altra fonte di preoccupazione, il Canada e l'UE stanno valutando la possibilità di aumentare le tariffe per altri beni provenienti dagli USA. Nel corso della notte, poi, i dati provenienti dalla Cina non sono stati positivi, col Caixin Manufacturing PMI sceso a 51,0 come previsto (51,0 contro 51,1 del mese scorso), ma con timori legati al calo degli ordini di esportazione. Nel forex le valute che sono state scambiate con più forza sono lo yen e il dollaro.
Wall Street chiudeva la sessione di venerdì in recupero ma distante dai massimi della sessione, con l' indice S & P 500 + 0,1% a 2718 punti. I futures hanno però perso -0,4% durante la sessione asiatica ed ora stanno tentando il rimbalzo. Ciò ha provocato perdite sui mercati asiatici con il Nikkei -2,2% e gli indici europei nervosi. Come detto, il Dollaro resta forte e ciò si sta ripercuotendo sull’oro, mentre il petrolio sta ritracciando: l'Arabia Saudita probabilmente aumenteranno le scorte mentre Donald Trump ha attaccato nuovamente l’OPEC durante il fine settimana.
Il primo giorno di negoziazione del mese è il giorno dei PMI manifatturieri, ma tra i dati più attesi avremo la disoccupazione nell'Eurozona (ore 11) prevista invariata all’8,5% per il secondo mese di fila.