- L’ultimo report sugli utili di Tesla ha sollevato dubbi sul fatto che il produttore di veicoli elettrici sia immune dai venti contrari macroeconomici
- Le azioni sono scese del 30% questo mese a causa dei segnali che indicano che l’azienda sta sentendo la pressione sui suoi margini
- Il produttore di veicoli elettrici avrà probabilmente difficoltà a uscire dal suo periodo di debolezza nel breve termine
Per gli appassionati di Tesla (NASDAQ:TSLA), non sembra esserci molto di cui preoccuparsi nell’ultimo report della società sugli utili. Il maggiore produttore di veicoli elettici del mondo continua a produrre un tipo di crescita e di margini che le case automobilistiche tradizionali possono solo sognare.
Gli osservatori di Tesla, tuttavia, ieri hanno visto più delusione che entusiasmo, soprattutto nei commenti fatti dall’amministratore delegato Elon Musk durante la teleconferenza.
Sebbene le vendite del terzo trimestre siano aumentate del 56%, raggiungendo i 21,5 miliardi di dollari, la casa automobilistica ha deluso le stime medie degli analisti di 22,5 miliardi di dollari.
I segnali dell’aumento dei costi di gestione si sono manifestati anche nel margine lordo dell’azienda, che si è ridotto al 27,9% nel trimestre, al di sotto delle stime medie degli analisti del 28,4%.
Al di là di questi numeri, l’azienda produttrice delle berline Model S e 3 e dei SUV Model X e Y non è riuscita a convincere gli analisti di essere immune dalla debolezza della domanda in un contesto in cui i tassi di interesse sono in aumento e incombe una recessione globale.
Musk ha dichiarato agli analisti che, sebbene si aspettasse una “fine dell’anno epica”, le flessioni in Cina e in Europa hanno influito sugli ordini. L’AD ha aggiunto che “la domanda è un po’ più difficile di quanto sarebbe altrimenti”.
Incertezza della domanda
L’incertezza sulle prospettive della domanda, unita alla cattiva gestione dell’accordo con Twitter (NYSE:TWTR) da parte di Musk, si sta ripercuotendo sulle azioni Tesla. Nell’ultimo mese hanno perso circa un terzo del loro valore.
Dopo gli utili e la conference call di Musk, gli analisti si sono divisi anche sulle prospettive a breve termine dell’azienda.
Pur ribadendo il rating overweight sul titolo, Morgan Stanley ha affermato che Tesla ha prodotto “un trimestre molto forte” e che ci si aspettava un mancato guadagno in quanto l’azienda ha a che fare con pressioni inflazionistiche.
Toni Sacconaghi, analista senior di Bernstein con un rating underperform su Tesla, ha detto di non aver ottenuto molta chiarezza dalla conference call della società. La sua nota ai clienti dice che:
“Le risposte a molte domande durante la call sugli utili sono state brusche e quasi sprezzanti, con l’AD Musk che ha invece ripetutamente fatto previsioni molto audaci sul futuro e sulle capacità di Tesla”.
Sacconaghi ha fissato il suo target price a 12 mesi a 150 dollari per Tesla, il che implica un calo di quasi il 30% rispetto alla chiusura di mercoledì di 222,04 dollari.
I modelli di InvestingPro, che valutano le aziende in base ai multipli P/E o P/S o ai valori terminali, indicano che Tesla è scambiata vicino al suo fair value e che c’è un certo potenziale di rialzo dopo la brusca caduta del titolo nell’ultimo mese. Il fair value medio del produttore di veicoli elettrici è di 247,83 dollari, il che implica un potenziale di rialzo del 17%.
Fonte: Investing.com
Morale della favola
Per Tesla sarà probabilmente difficile spezzare l’attuale incantesimo ribassista dopo il report sugli utili del terzo trimestre. Sebbene non siano del tutto terribili, gli ultimi numeri hanno messo in dubbio l’ipotesi che l’azienda sia immune dai venti contrari. In questo contesto, rimanere in disparte e attendere un punto di ingresso migliore sembra essere l’opzione migliore.
Nota: Al momento della scrittura l’autore non possiede nessuna delle azioni menzionate nel presente articolo. Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente quelle dell’autore e non devono essere considerate come consigli di investimento.