- Il calo dei titoli azionari rende le valutazioni più allettanti
- L’inflazione ha raggiunto il picco?
- I rendimenti decennali possono dare indizi sull’inflazione futura
Il recente scontro sul mercato finanziario tra tori ed orsi probabilmente continuerà e potrebbe anche peggiorare, mentre l’impennata dell’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse restano al centro dell’attenzione degli investitori. E la geopolitica contribuisce ad alimentare le preoccupazioni.
Ciononostante, con tutti e quattro i principali indici USA, S&P 500, Dow Jones, NASDAQ e Russell 2000, che hanno chiuso una volatile settimana in rosso, le valutazioni di molti titoli precedentemente schiumosi hanno raggiunto livelli di prezzo che qualcuno considera opportunità di acquisto.
Tuttavia, i fattori principali ad influenzare i mercati restano il livello di aggressività della Fed riguardo ai prossimi aumenti e l’eventualità che l’inflazione possa aver raggiunto il picco, un qualcosa che potrebbe emergere dai dati di questa settimana sugli indici IPC ed IPP.
L’indice sui prezzi alla produzione misura i prezzi al dettaglio (che alla fine arrivano ai consumatori). Gli economisti si aspettano una lettura pari al 10,7%, dall’11,2% di marzo.
Alcuni economisti hanno già parlato del picco dell’inflazione, aspettandosi una lettura dell’indice sui prezzi al consumo di aprile su base annua a poco meno dell’8,5% di marzo. Gli investitori potrebbero considerare i rendimenti dei Treasury per valutare l’interpretazione dei dati da parte del mercato.
La domanda scottante resta, però: la Federal Reserve può davvero rallentare la peggiore inflazione statunitense in quattro decenni? La scorsa settimana, la Fed ha annunciato di aver alzato il tasso dei fondi Fed di 50 punti base, segnalando che probabilmente proseguirà con ulteriori aumenti di portata simile. Dopo la riunione, il Presidente Jerome Powell ha dichiarato che si aspetta un atterraggio “morbido, o quasi”, nel tentativo di dare fiducia ai mercati.
Il rendimento dei decennali, di riferimento, ha chiuso al 3,142% venerdì, il massimo dal novembre 2018. Un ulteriore rialzo dell’1% porterebbe il rendimento decennale a massimi che non si vedevano dal 2011. I rendimenti salgono quando i bond vanno in selloff. Generalmente, gli investitori lo fanno quando la propensione al rischio aumenta, per passare ai titoli azionari.
Tuttavia, il contesto attuale è un po’ diverso. Con il sentimento di rischio che resta sottotono, gli investitori vendono i bond il cui attuale payout si riduce rispetto al rendimento futuro previsto. I rendimenti sono saliti per la quinta settimana di fila, o per otto delle ultime nove settimane.
Grafico fornito da TradingView
L’azione di trading settimanale ha infranto un Hanging Man la scorsa settimana. La MA su 50 settimane sta per incrociare la WMA su 200, innescando una Golden Cross settimanale per la prima volta dall’agosto 2017. I rendimenti sono balzati di oltre l’1% subito dopo. Se, invece, il prezzo dovesse raggiungere il picco, darebbe più spazio di manovra alla Fed.
Tuttavia, se i rendimenti continueranno a salire, raggiungendo nuovi livelli pluriennali, la Fed dovrà intervenire per placare i nervi degli investitori. Ammesso che la banca centrale USA riesca a farcela e contribuisca a stabilizzare i prezzi, anche l’occupazione massima ne beneficerebbe. Tuttavia, ci vorranno un po’ di “acrobazie” delicate per moderare i tassi di interesse a lungo termine.
Gli investitori hanno già espresso il proprio scontento mandando in selloff l’S&P 500 per la sesta settimana di fila. L’indice di riferimento ha chiuso venerdì al minimo dal maggio dello scorso anno.
Il NASDAQ 100 è sceso per la quinta settimana di fila al minimo dal marzo 2021, mentre il Russell è arrivato a minimi che non si vedevano dal dicembre 2020.
Il dollaro è salito insieme ai rendimenti, restando al massimo dal 2002.
Grafico fornito da TradingView
Il biglietto verde fatica a completare una flag ribassista, rialzista dopo il rialzo dei sei giorni precedenti.
L’oro si è spinto in alto venerdì, ma resta sotto pressione da un punto di vista tecnico.
Grafico fornito da TradingView
Il metallo giallo ha infranto il bottom di un triangolo. Il tentativo di giovedì per risalire è fallito, confermando l’inversione.
Il Bitcoin è sceso per il quarto giorno di fila domenica, estendendo un breakout ribassista.
Grafico fornito da TradingView
Il Bitcoin è sceso al di sotto del suo canale ascendente di supporto dopo aver completato una flag ribassista. Il breakout al ribasso conferma il precedente apice testa e spalle più grande.
Il petrolio balza del 5,6% sulla settimana, con le imminenti sanzioni USA sul greggio russo che fanno temere per le scorte.
La mossa potrebbe aver completato un triangolo, segnalando ulteriori rialzi.