La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il giorno 14.11.2019
Una delle principali questioni che affligge chi fa le previsioni sul greggio al momento è capire quanto gli Stati Uniti produrranno nel 2020. Da quando è iniziata la rivoluzione del fracking, la produzione USA è schizzata di anno in anno, raggiungendo di recente il massimo di 12,6 milioni di barili al giorno.
Ciononostante, ci sono indicazioni del fatto che l’incredibile boom del settore dello scisto potrebbe essere sul punto di fermarsi e le previsioni faticano a capire come quantificarlo.
Alzate le stime sulla produzione di greggio USA, tagliate le previsioni sullo scisto
L’ultima controversa previsione arriva dall’EIA, che di recente ha alzato le stime sulla produzione petrolifera statunitense nel 2020 da una media di 13,17 milioni di barili al giorno a 13,29 milioni di barili al giorno. La decisione dell’EIA di alzare le previsioni anziché abbassarle viene analizzata con molta attenzione. Di fatti, il 13 novembre, Scott Sheffield, amministratore delegato di Pioneer Natural Resources (NYSE:PXD), ha definito l’EIA “fin troppo ottimista” per quanto riguarda le stime sulla crescita della produzione petrolifera USA.
Goldman Sachs di recente ha tagliato le previsioni sulla crescita della produzione da scisto USA nel 2020. La banca di investimenti ora si aspetta che la produzione da scisto aumenti di soli 700.000 barili al giorno nel 2020, in calo dalle precedenti stime di una crescita di un milione di barili al giorno. Anche IHS Markit ha abbassato le previsioni sulla produzione petrolifera USA stimando ora un aumento di soli 440.000 barili al giorno l’anno prossimo.
Il Segretario dell’OPEC Mohammed Barkindo ha valutato l’argomento e sembra concordare con Scott Sheffield. All’inizio della settimana, ha riferito alla CNBC che, dopo aver parlato con “numerosi produttori, soprattutto nel bacino dello scisto, tra di essi serpeggiano crescenti timori che il rallentamento si stia trasformando in una rapida decelerazione”. Barkindo ha aggiunto che queste compagnie “ci dicono che probabilmente siamo più ottimisti di loro, considerata la varietà degli ostacoli che si ritrovano ad affrontare”.
Per gentile concessione di: Our World in Data
Analizzando queste informazioni, i trader devono ricordare che le proiezioni reali sono essenzialmente insignificanti. Infatti, quasi certamente saranno smentite quando vedremo i dati sulla produzione reale nel 2020. Nessuno si ricorderà se IHS Markit, Goldman Sachs o l’EIA si erano avvicinati a questi livelli nelle previsioni di novembre sulla produzione petrolifera USA del 2020.
Le previsioni da sole sono insignificanti, ma…
L’importanza di queste previsioni risiede nell’osservare le reazioni dei principali responsabili delle decisioni, le cui azioni possono avere un impatto sulla produzione petrolifera futura. Ad esempio, la dichiarazione di Barkindo fornisce maggiori dettagli a proposito dell’opinione dell’OPEC. Le previsioni sulla produzione di petrolio da scisto vengono prese in considerazione dall’OPEC quando si prendono le decisioni riguardo alle quote di produzione, perciò se all’interno dell’OPEC viene fortemente avvertito che la produzione di scisto potrebbe stabilizzarsi nell’immediato futuro, ci sarà poco impeto per insistere su maggiori tagli alla produzione al vertice di dicembre.
Un’altra questione che i trader devono considerare è se le compagnie di scisto stiano esagerando o meno nell’esprimere i loro timori per la crescita. Potrebbe trattarsi di una tattica mirata a far abbassare le aspettative degli analisti, così che quando le compagnie riveleranno gli utili del quarto trimestre il prezzo del loro titolo non scenda troppo. Con il prezzo del titolo di Chesapeake Energy (NYSE:CHK) talmente basso che sta per subire il delisting dalla borsa, non sorprenderebbe vedere altri produttori tentare di abbassare attivamente le aspettative.