Come indicano i dati della Banca d’Italia ci sono circa 1.500 miliardi di euro sui conti correnti delle banche (erano 1.100 a fine 2018, prima della pandemia). Per dare un paragone, pensiamo che il PIL a fine 2021 era 1.781 miliardi di euro.
Se rimangono improduttivi non fanno “girare l’economia”, non creano posti di lavoro, non creano ricchezza e non fanno crescere la nazione e il reddito personale (tutti siamo più poveri).
A differenza degli altri paesi Europei, la Borsa Italiana non rappresenta per nulla la forza della nostra economia. Sia perché tante imprese non scelgono la via della quotazione per reperire risorse finanziarie per fare gli investimenti necessari alla crescita, sia perché gli imprenditori sono ancora troppo arroccati su posizioni campanilistiche e padronali, sia perché il sistema finanziario è ancora troppo bancocentrico (e da qui arriva una parte della sua fragilità).
Dobbiamo smuovere la massa di denaro dormiente e favorire un flusso di investimenti privati all’economia reale, per esempio costituendo un “Fondo Sovrano” misto pubblico/privato o ancora favorendo la costituzione di campioni mondiali in diversi settori produttivi (sul modello francese per intenderci). I tempi e i modi li conosciamo, le risorse e la fantasia non ci mancano. Occorre la volontà di farlo.