Il rally del rame quest’anno è stato enorme, ma c’è stato qualcosa di persino più grande: la stretta sui prezzi della Cina.
Dopo che il metallo più richiesto al mondo ha raggiunto i massimi storici di 10.746 dollari la tonnellata sul London Metal Exchange il 10 maggio, il principale acquirente ha detto basta.
Attraverso una riduzione sistematica delle importazioni di rame nelle settimane seguenti (il taglio in realtà era cominciato ad aprile ma è stato maggiore il mese scorso), la Cina è riuscita ad eliminare l’8% da quel picco di prezzo, costringendo il metallo a tornare al di sotto del livello chiave rialzista di 10.000 dollari negli scambi di questo martedì.
E la correzione potrebbe essere appena all’inizio, secondo i segnali dati dai grafici, così come le speculazioni intermittenti circa un tapering degli asset della Federal Reserve, con il vertice di giugno della banca centrale USA ormai dietro l’angolo.
Grafico giornaliero rame
Grafici gentilmente forniti da SK Dixit Charting
Il rallentamento dei consumi di rame cinesi è, ovviamente, preoccupante per i tori ma non è il loro unico problema, scrive ING in una stima pubblicata ieri.
“Le speculazioni riguardo il tapering della Fed potrebbero comportare forti oscillazioni di mercato ed un percorso accidentato per il rame”, scrive Wenyu Yao, esperto senior di strategie sulle materie prime di ING, nelle stime.
Grafico settimanale rame
La Fed sembra essere all’inizio di una campagna per preparare psicologicamente i mercati ad una riduzione dei suoi acquisti di asset mensili da 120 miliardi di dollari, effettuata nell’ultimo anno per stimolare un’economia statunitense soffocata dalla pandemia, afferma la CNBC in una sintesi sui mercati.
I commenti dei funzionari della Fed nelle ultime settimane suggeriscono che la questione del tapering probabilmente sarà discussa quando il potente Federal Open Markets Committee della banca centrale si incontrerà il 15-16 giugno.
Almeno cinque funzionari della Fed hanno pubblicamente commentato la possibilità di simili discussioni nelle ultime settimane, come Patrick Harker della Fed di Philadelphia, Robert Kaplan (Dallas) e Loretta Mester (Cleveland), nonché il vicepresidente della Fed per la supervisione bancaria Randal Quarles.
Le speculazioni su un tapering della Fed (di cui alcuni economisti dubitano ancora, data la deludente performance dell’occupazione non agricola USA a maggio) stanno intensificando il peso sui prezzi del rame, già colpiti dalla riduzione delle importazioni da parte della Cina.
I dati commerciali preliminari pubblicati dall’autorità doganale cinese ieri hanno mostrato che le importazioni di rame raffinato e di prodotti di rame sono crollate di oltre l’8% su base mensile (perfettamente in linea con il calo del prezzo dai massimi storici) a 446.000 tonnellate a maggio.
Il secondo mese consecutivo di calo delle importazioni di rame ha riguardato perlopiù catodi di rame (90%) ed anche alcuni prodotti in lega, secondo i dati. Per quanto riguarda i catodi, le importazioni sono crollate del 10% su base mensile ad aprile a poco meno di 320.000.
Spiega Yao di ING:
“Per essere chiari, la Cina è ancora il maggiore importatore di rame, ma le esportazioni stanno lentamente salendo, di conseguenza le importazioni nette cominciano a diminuire. La contrazione delle importazioni non è qualcosa che sta avvenendo dal nulla, ma vale la pena prestare attenzione alle cause che ne stanno alla base”.
Quali sono?
Innanzitutto, i prezzi del rame ai massimi storici hanno ricevuto una forte opposizione dal maggiore consumatore al mondo, con alcuni acquirenti fisici nelle retrovie ed i produttori che a quanto pare hanno ridotto le attività. Il crescente divario tra indice IPP ed indice IPC cinese in parte implica che molti produttori rimasti in mezzo stanno pagando lo scotto dell’aumento dei costi.
Secondariamente, la propensione a fare scorta di rame si è ridotta, sia quella statale che commerciale.
Di conseguenza, l’arbitraggio tra mercati dei prezzi spot del rame tra Shanghai e Londra si è spostato a favore delle esportazioni da parte dei trader onshore, piuttosto che delle importazioni. Anche il sovrapprezzo nazionale cinese per il rame era sceso ben prima che fossero pubblicati i dati sulle esportazioni ieri.
Per bilanciare le cose, l’indice del dollaro, legato al commercio, è sceso dal recente picco di oltre 93 di fine marzo sotto 90 a metà maggio, nel periodo in cui il rame aveva segnato il record. Tuttavia, da allora, il dollaro è rimasto intrappolato in un grande pattern in range. L’avvertimento potrebbe essere che nel resto dell’anno il percorso del rame sarà piuttosto accidentato.
Cosa dicono i grafici sul rame?
Mostrano che i prezzi si muovono in un canale discendente e in modo laterale verso un consolidamento al ribasso, spiega Sunil Kumar Dixit di SK Dixit Charting, a Kolkata, India.
Presentando il suo studio tecnico sui future del rame scambiati a New York, Dixit afferma che:
“La media mobile esponenziale di 4,43 dollari sta agendo da buon supporto sul breve termine, mentre la Banda di Bollinger® media sembra essere una resistenza, con la media mobile semplice su 20 giorni a 4,60 dollari”.
“La positività dell’indice RSI stocastico è rispecchiata nel tentativo di attraversare le aree di oversold, con una lettura di 20/16”.
“Se la EMA su 50 giorni di 4,43 dollari terrà bene, possiamo aspettarci una mossa al rialzo con obiettivi iniziali di 4,60 e 4,90 dollari. Se non dovesse riuscire a restare sopra 4,43 dollari, il metallo potrebbe scendere a 4,30 e 4,10 dollari”.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.