“Il rischio è il prezzo da pagare per un’opportunità.” (Søren Kierkegaard)
Le borse europee hanno chiuso in calo venerdì, mentre gli indici statunitensi hanno registrato un’altra settimana negativa, nonostante un recupero dai peggiori livelli intraday. La pubblicazione dei Non-Farm Payrolls (NFP) statunitensi ha sorpreso al rialzo, rafforzando la narrativa di una possibile pausa della Fed. Questa notizia ha portato a un selloff sui mercati azionari, un aumento dei rendimenti obbligazionari e un rafforzamento del dollaro. Gli investitori stanno ora prezzando il primo taglio dei tassi statunitense non prima di ottobre 2025, con un totale di meno di 30 punti base di tagli attesi per quell’anno. In Europa, l’attenzione rimane sulla recente volatilità degli asset britannici legata a preoccupazioni fiscali, con la BoE e il Tesoro impegnati a difendere le politiche economiche del governo. La volatilità dei mercati è ulteriormente amplificata dalle incertezze legate alle politiche fiscali di Trump, tra cui dazi e tagli fiscali, che continuano a pesare sul sentiment. Non ultimo il rischio politico in Europa, i partiti antisistema favoriti in Germania alla elezioni parlamentari che si terranno tra 6 settimane.
Trump contrastante
Negli Stati Uniti, il ritorno di Donald Trump ha innescato reazioni contrastanti sui mercati. Nonostante iniziali rally dopo la sua elezione, l’indice S&P 500 ha ritracciato dai massimi, spinto da crescenti timori per le implicazioni delle sue politiche economiche. Secondo Alexis Bienvenu, Fund Manager di La Financière de l’Échiquier, l’euforia iniziale si è attenuata a causa dell’approccio meno accomodante della Federal Reserve, che ha segnalato ulteriori rialzi dei tassi fino a raggiungere un obiettivo del 3,9% entro il 2025. L’inflazione, attesa più alta del previsto, riflette anche i timori legati al programma economico di Trump. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha cercato di minimizzare le speculazioni, ma l’idea che le politiche di Trump possano alimentare l’inflazione sta influenzando le aspettative di politica monetaria. Questo clima di incertezza rischia di compromettere la stabilità dei mercati almeno per i prossimi 6 mesi.
Squadra che vince…
Sul piano politico, le tensioni continuano a crescere con le controverse nomine di Trump per la sua nuova amministrazione. Le audizioni al Congresso si concentreranno su figure controverse come Pete Hegseth per la Difesa, Tulsi Gabbard per l’intelligence e Robert F. Kennedy, Jr. per la Sanità. Queste scelte hanno sollevato preoccupazioni per la loro mancanza di esperienza e le posizioni polarizzanti, aumentando il rischio di turbolenze politiche e impatti negativi sui mercati. L’attenzione degli investitori si focalizza ora su come queste nomine e le relative politiche influenzeranno le aspettative di crescita economica, mentre le tensioni geopolitiche e i cambiamenti nella politica monetaria restano fattori chiave per l’evoluzione del sentiment di mercato.
Le borse europee hanno chiuso in calo venerdì, mentre gli indici statunitensi hanno registrato un’altra settimana negativa, nonostante un recupero dai peggiori livelli intraday. La pubblicazione dei Non-Farm Payrolls (NFP) statunitensi ha sorpreso al rialzo, rafforzando la narrativa di una possibile pausa della Fed. Questa notizia ha portato a un selloff sui mercati azionari, un aumento dei rendimenti obbligazionari e un rafforzamento del dollaro. Gli investitori stanno ora prezzando il primo taglio dei tassi statunitense non prima di ottobre 2025, con un totale di meno di 30 punti base di tagli attesi per quell’anno. In Europa, l’attenzione rimane sulla recente volatilità degli asset britannici legata a preoccupazioni fiscali, con la BoE e il Tesoro impegnati a difendere le politiche economiche del governo. La volatilità dei mercati è ulteriormente amplificata dalle incertezze legate alle politiche fiscali di Trump, tra cui dazi e tagli fiscali, che continuano a pesare sul sentiment. Non ultimo il rischio politico in Europa, i partiti antisistema favoriti in Germania alla elezioni parlamentari che si terranno tra 6 settimane.
Trump contrastante
Negli Stati Uniti, il ritorno di Donald Trump ha innescato reazioni contrastanti sui mercati. Nonostante iniziali rally dopo la sua elezione, l’indice S&P 500 ha ritracciato dai massimi, spinto da crescenti timori per le implicazioni delle sue politiche economiche. Secondo Alexis Bienvenu, Fund Manager di La Financière de l’Échiquier, l’euforia iniziale si è attenuata a causa dell’approccio meno accomodante della Federal Reserve, che ha segnalato ulteriori rialzi dei tassi fino a raggiungere un obiettivo del 3,9% entro il 2025. L’inflazione, attesa più alta del previsto, riflette anche i timori legati al programma economico di Trump. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha cercato di minimizzare le speculazioni, ma l’idea che le politiche di Trump possano alimentare l’inflazione sta influenzando le aspettative di politica monetaria. Questo clima di incertezza rischia di compromettere la stabilità dei mercati almeno per i prossimi 6 mesi.
Squadra che vince…
Sul piano politico, le tensioni continuano a crescere con le controverse nomine di Trump per la sua nuova amministrazione. Le audizioni al Congresso si concentreranno su figure controverse come Pete Hegseth per la Difesa, Tulsi Gabbard per l’intelligence e Robert F. Kennedy, Jr. per la Sanità. Queste scelte hanno sollevato preoccupazioni per la loro mancanza di esperienza e le posizioni polarizzanti, aumentando il rischio di turbolenze politiche e impatti negativi sui mercati. L’attenzione degli investitori si focalizza ora su come queste nomine e le relative politiche influenzeranno le aspettative di crescita economica, mentre le tensioni geopolitiche e i cambiamenti nella politica monetaria restano fattori chiave per l’evoluzione del sentiment di mercato.