L’S&P500 (-0,44%) è sceso dai massimi storici dopo la riluttanza della Federal Reserve (Fed) a dare subito ulteriori indicazioni sul futuro. I verbali dell’ultima riunione del FOMC si sono rivelati un po’ meno accomodanti di quelli precedenti; i banchieri hanno osservato che “ad un certo punto sarà opportuno fornire maggiore chiarezza sul probabile corso della fascia obiettivo del tasso dei fondi federali”, ma non “alle prossime riunioni”.
Visto lo stallo nelle trattative per gli aiuti fiscali e l’assenza di segnali di nuovi stimoli monetari, gli investitori si sono probabilmente sentiti soli in cima a una montagna. L’USD ha guadagnato e sono invece scesi i rendimenti dei titoli del Tesoro.
Volubili anche i mercati asiatici: a Sydney (-0,77%), Shanghai (-1,08%), Hong Kong (-2,05%) e Tokyo (-1,0%), le borse hanno ripreso l’andamento negativo della seduta USA.
Il greggio WTI ha ceduto quasi l’1%, calando a $42,50 al barile, dopo che l’OPEC ha osservato che il ritmo della ripresa globale sembra più lento del previsto, sottolineando i rischi crescenti di un’ondata prolungata di Covid-19. L’OPEC non ha tuttavia detto granché sui tagli alla produzione, limitandosi a richiamare i ritardatari a compensare l’eccesso di produzione degli ultimi mesi. Nel frattempo, i dati dell’EIA hanno mostrato che la scorsa settimana le scorte di petrolio USA sono diminuite di 1,9 milioni di barili, meno di quanto stimato dagli analisti. Le preoccupazioni per un mercato petrolifero inondato da un’offerta solida, mentre s’indeboliscono le prospettive sulla domanda, dovrebbero continuare a esercitare pressioni a vendere vicino e sopra i livelli attuali. L’incapacità di sfondare la resistenza dei $43 dovrebbe incoraggiare una correzione al ribasso verso quota $40.
L’attività sui future del FTSE (-1,19%) e del DAX (-1,33) segnala che giovedì le borse europee si preparano a una flessione, sulla scia del calo globale della propensione al rischio.
I titoli del settore petrolifero ed estrattivo probabilmente risentiranno delle apprensioni per la crescita globale e del calo dei prezzi del petrolio e delle materie prime.
Sul forex, l’USD continua a dettare la direzione generale.
Le coppie EUR/USD e GBP/USD hanno ceduto i rialzi d’inizio settimana sulla scia del rimbalzo globale dell’USD. Considerati i progressi eccessivi di entrambe le coppie, su questi livelli farebbe bene una correzione ribassista più marcata.
I verbali della riunione della Banca Centrale Europea (BCE), che saranno divulgati oggi, dovrebbero confermare l’impostazione accomodante della banca, ma con tutta probabilità non segnaleranno un ulteriore intervento a breve. I tassi swap sull’inflazione di pareggio 5y5y (a cinque anni su un orizzonte quinquennale) mostrano un rialzo significativo delle aspettative d’inflazione per l’Eurozona e al momento non sono certo necessari ulteriori interventi. Il programma di acquisti di asset per contrastare la pandemia (PEPP) continuerà a fornire al mercato il supporto necessario fino alla fine del 2020 e prevediamo che gli acquisti continueranno fino alla prima metà del 2021. I verbali accomodanti, già ampiamente scontati, non indeboliranno per forza di cose l’euro. La moneta accomodante dovrebbe continuare a essere in balia dell’USD e potrebbe reagire alle cifre sui PMI che saranno pubblicate venerdì.
Il cable, dal canto suo, dovrebbe testare di nuovo il supporto a 1,30 sulla scia del miglioramento dell’interesse per l’USD. Un calo sotto questo livello non dovrebbe essere un problema per la coppia, visto che le preoccupazioni per la pandemia e per la Brexit giustificherebbero una svalutazione della sterlina contro l’USD.
Altrove, all’odierna riunione di politica monetaria, la Banca Centrale di Turchia (CBT) dovrebbe mantenere invariato all’8,25% il tasso sulle operazioni di rifinanziamento a una settimana. Gli attuali livelli dei tassi d’interesse non sono però più adeguati, alla luce delle crescenti pressioni sulla lira turca e delle prospettive sull’inflazione in forte aumento. La CBT è intervenuta con misure alternative per far salire i tassi, ma ciò non basterà perché gli investitori vogliono un chiaro aggiustamento aggressivo dei tassi nel prossimo futuro. L’esito migliore possibile sarebbe un rialzo inaspettato di 50-75 punti base, che segnalerebbe un compromesso, oppure un messaggio chiaro circa una correzione rialzista dei tassi successiva alla pandemia per tranquillizzare gli investitori. Diversamente, la coppia USD/TRY dovrebbe continuare a trovare supporto a quota 7,20 e sotto questo livello per avanzare oltre il manico a 7,50.