A fine giugno l’insediamento della nuova Cfo
Mancano esattamente 30 giorni all’insediamento ufficiale di Natalie Knight come nuova Chief financial officer di Stellantis (BIT:STLAM) al posto dell’uscente Richard Palmer, e le aspettative del mercato sulla 51enne manager americana sono molto alte. Le ha esplicitate bene martedì 30 maggio Tom Narayan, analista di Rcb Capital, scrivendo che il compito principale della nuova responsabile delle finanze sarà quello di trasferire gradualmente il baricentro finanziario di Stellantis dall’Europa verso l’America.
La tesi dell’analista è che soltanto avvicinandosi di più, anche fisicamente, agli investitori americani, Stellantis potrà colmare quel gap di valutazione che la penalizza rispetto agli altri due grandi gruppi Usa dell’automotive, Ford e General Motors.
La differenza dei multipli fra le due sponde dell’Atlantico
Alla quotazione attuale di 14,54 euro, Stellantis capitalizza 45,7 miliardi di euro, vale a dire solo 3 volte gli utili attesi nel 2024. E’ un multiplo leggermente inferiore a quello di Volkswagen (ETR:VOWG) (3,5 volte), ma drammaticamente più basso rispetto a Ford (capitalizza 7,1 volte gli utili 2024) e a General Motors (5,8 volte). A pesare non sono certo le diverse prospettive di crescita fra le aziende: il consensus degli analisti stima che gli utili di Stellantis saliranno del 3,3% nel 2024 arrivando a 15,5 miliardi di euro. La crescita prevista per Ford è del 4,4% e per GM il consensus stima un calo dei profitti nel 2024 del 2,5%.
Questa la spiegazione della sottovalutazione di Stellantis, secondo Tom Narayan: le azioni Stellantis sono scambiate anche a New York, ma Wall Street non è la Borsa di riferimento del gruppo, con la conseguenza che Stellantis non fa parte di molti indici statunitensi e i fondi indicizzati e altri investitori che si confrontano con gli indici non sono motivati a comprare la società.
Nel 2022 realizzato in Nord America il 60% dell’utile operativo
Eppure il business di Stellantis è più americano che europeo: nel 2022 la società che ha come principale azionista la famiglia Agnelli-Elkann, ha realizzato in Nord America il 47,6% dei ricavi e in Europa il 35,2%. Grazie all’alta redditività dei marchi Ram e Jeep, che insieme rappresentano il 75% delle vendite di Stellantis, negli Usa, il gruppo ha realizzato in Nord America il 60% dell’utile operativo dell’anno scorso. “Se le azioni Stellantis ricevessero dal mercato una valutazione media fra quelle di Ford e GM, il titolo varrebbe il doppio”, scrive l’analista di Rbc Capital che sul titolo ha una raccomandazione Buy con target price a 20 euro.
Fuga da Piazza Affari? Problema politico
Stellantis, con sede in Olanda, è un gruppo europeo, quotato a Milano, Parigi e Amsterdam. Secondo Narayan bisognerebbe fare diventare Wall Street la Borsa primaria del gruppo, ma una scelta del genere non è tecnica, è una scelta con un forte impatto politico su due Paesi come l’Italia e la Francia i cui governi non vedrebbero di buon occhio la migrazione di una delle principali aziende europee.
Può essere che ci sia del giusto nelle osservazioni di Narayan, ma la nuova Cfo Natalie Knight dovrà inventarsi una strategia di compromesso per avvicinare di più Stellantis agli investitori a stelle e strisce. Intanto è già deciso che la manager avrà la sua base operativa ad Auburn Hills, nel Michigan, e da lì farà trasferte in Europa e nelle altre regioni.