Wall Street venerdì mattina è rimasta stupida dalla forza del mercato del lavoro. Sebbene i licenziamenti nel mondo del tech ultimamente abbiano alimentato la narrazione della paura, la verità è che il quadro dell’occupazione è piuttosto forte.
Con un aumento di 517.000 unità dell’occupazione netta il mese scorso, insieme alla riduzione della crescita dei compensi, l’idea di un “atterraggio morbido” si fa sempre più forte rispetto al pronostico di una recessione. È vero, il dato di gennaio è solo una lettura. La cosa forse più impressionante è che ci siano stati 10 report mensili sull’occupazione migliori del previsto. Questo trend è amico di chi cerca lavoro.
Ci vorrebbe qualcosa di veramente instabile perché l’economia USA fosse in recessione al momento.
Ecco un grafico di J.P. Morgan Asset Management al proposito. Variabili come la produzione industriale e i dati sulle vendite all’ingrosso e al dettaglio suggeriscono una modesta debolezza economica. Ma i redditi pro-capite al netto dell’inflazione, la crescita dell’occupazione e le spese al consumo reali, indicano tutti un’economia in buona salute.
Fonte: J.P. Morgan Asset Management
Ancor più incoraggiante per gli investitori il fatto che la situazione dell’economia globale potrebbe stare cambiando in meglio. Pensiamo al fatto che ci sono state importanti revisioni al rialzo delle stime sulla crescita del PIL in Europa ed Asia negli ultimi due mesi. Un inverno mite nella zona euro ha fatto crollare i prezzi degli energetici, mentre la riapertura in Cina è un fattore di traino della domanda per il mondo.
Tutte queste buone notizie giustificano gli attuali livelli del mercato azionario? È sempre difficile da capire. L’indice S&P 500 ora è scambiato a ben 18,4 volte gli utili forward, secondo FactSet.
Inoltre, i titoli value ed alcuni indici europei si trovano già a massimi storici. Le recenti buone notizie potrebbero incoraggiare la fiducia degli investitori. Ma non sembra un buon momento per apportare cambiamenti radicali al portafoglio.
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Articolo pubblicato per la prima volta su The Humble Dollar