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I mercati stanno iniziando a concentrarsi sulla decisione del FOMC di domani e al momento la propensione al rischio è ostacolata dalle continue tensioni commerciali tra USA e Cina. Pare che la guerra commerciale sia ancora un mover chiave, ma le indicazioni future della FED potrebbero determinare movimenti veramente interessanti.
Ultimamente ci sono una serie di elementi che regolano l’andamento del Forex, ad esempio l’Euro ha improvvisamente accelerato sulle parole di un Mario Draghi inaspettatamente aggressivo.
I rendimenti del Bund tedesco sono saliti e sono di supporto all'euro contrastando almeno in parte il differenziale nei rendimenti con le obbligazioni USA (il decennale nelle ultime 2 settimane si è nettamente rafforzato). Poi c’è la Brexit, con un nuovo inasprimento dei toni che sta pesando non poco sull’andamento della Sterlina.
La volatilità delle opzioni sui future della Sterlina è ai massimi degli ultimi mesi, questo significa che le prospettive rimangono incerte e una volta di più il Cable è una brutta bestia per i trader.
Passano ad altre valute, la ripresa delle commodities currencies è frenata dalle catene della guerra commerciale, ma chi opera sul neozelandese guarderà probabilmente a quanto saranno accomodanti i toni che verranno utilizzati dalla Reserve Bank of New Zealand.
Wall Street ha chiuso la sessione di ieri al ribasso, l’SP 500 -0.4% a 2919 punti, i mercati asiatici sono apparsi contrastati con il Nikkei + 0,3%, ma lo Shanghai B che ha perso lo 0,8%. Anche i mercati europei abbastanza nervosi, per quel che riguarda le materie prime l'oro continua a scambiare intorno a $ 1200, mentre l’apprezzamento del Petrolio continua anche con il Brent che ha raggiunto il suo massimo da novembre 2014.
Sul fronte macro economico è una mattinata tranquilla, per quanto riguarda gli USA avremo l’indice dei prezzi SP/Case Shiller alle ore 15, che dovrebbe attestarsi al 6,2% (dal 6,3% precedente).
L'indice Richmond Fed Composite dovrebbe tornare a +22 quindi sarebbe ancora molto forte (da un massimo di 5 mesi registrato ad Agosto e pari a +24). L'evento principale è rappresentato dalla fiducia dei consumatori degli Stati Uniti, che dovrebbe attestarsi a 132,0 (dal massimo storico di 133,4 registrato anche in questo caso ad agosto).