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Sondaggio su indipendenza scozzese e tensioni in Ucraina in prima pagina

Pubblicato 08.09.2014, 13:52
Aggiornato 07.03.2022, 11:10
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In avvio di settimana, il complesso GBP ha accusato le perdite maggiori. A innescare le vendite aggressive sono stati soprattutto gli ultimi sondaggi, che vedono una prevalenza dei “sì” al referendum sull’indipendenza scozzese in programma il 18 settembre. Poiché le tensioni politiche occupano le prime pagine dei giornali britannici, gli operatori aggiustano le posizioni per evitare di trovarsi sul fronte sbagliato se questo scenario divenisse realtà. In Ucraina, i separatisti filorussi hanno violato l’accordo per il cessate il fuoco di venerdì scorso. L’UE dovrebbe imporre altre sanzioni alla Russia, includendo anche le società petrolifere. In questo lunedì la propensione al rischio è molto limitata.

Le apprensioni per l’indipendenza scozzese pesano sulla GBP

Il complesso GBP viene venduto a causa delle preoccupazioni legate all’indipendenza della Scozia, perché negli ultimi sondaggi sembrano prevalere i sì. Stando a un sondaggio di YouGov di domenica 7 settembre, il fronte dei “sì” raggiungerebbe il 51%, a fronte del 49% di “no”. La Scozia voterà il 18 settembre per decidere se il Regno Unito debba rimanere unito o no. Oltre all’impatto psicologico di un esito del genere, l’unione fornisce indubbiamente un vantaggio all’economia britannica. Una separazione probabilmente peserà sui fondamentali britannici e alimenterà speculazioni sul fatto che la BoE manterrà il tasso di riferimento a minimi storici per un lungo periodo di tempo.

Questo è quello che prezzano al momento i mercati. Sul mercato spot, le coppie GBP/USD ed EUR/GBP hanno aperto in gap questa settimana. Il cable ha aperto a 1,6196 (rispetto alla chiusura di venerdì a 1,6327), mentre l’EUR/GBP a 0,79965 (rispetto alla chiusura di venerdì a 0,79326). La base dello swap a tre mesi contro EUR e USD mostra che la GBP è decisamente screditata nei mercati dei futures. Inoltre, le inversioni di rischio a tre mesi per la coppia GBP/USD sono scese aggressivamente ai minimi dell’anno (si veda il grafico), perché si sono imposte le scommesse su prezzi d’esercizio più bassi. La volatilità implicita a un mese ha superato il 9% (rispetto ai valori compresi nella fascia 4,30%-5,30% nel periodo aprile-agosto). Il quadro generale suggerisce un’ulteriore debolezza della coppia GBP/USD, perché molto probabilmente le incertezze intensificheranno le pressioni negative sul complesso GBP man mano che ci avviciniamo al 18 settembre.

La coppia GBP/USD è scesa a 1,6133 (mentre scriviamo) e permangono le pressioni al ribasso. Le condizioni d’ipervenduto potrebbero innescare qualche copertura di corti una volta digerita la notizia, ma preferiamo rimanere defilati prima di assumere posizioni in controtendenza. Secondo noi gli operatori USA daranno seguito alla debolezza. Si osserva un supporto chiave a 1,6000 (livello psicologico e 50% del ritracciamento sul rialzo da luglio 2013 a luglio 2014). Per tutto settembre ci sono solide barriere per le opzioni sotto 1,6500.

L’EUR/GBP si è ripreso interamente dalla debolezza generata dalla BCE e sta testando nuovamente offerte a 0,80000+. Il MACD (12-26) entrerà in zona positiva in caso di chiusura giornaliera superiore a 0,80000. S’intravedono offerte a breve termine a 0,80300/63 (media mobile a 100 giorni / massimo 14 agosto), una violazione sopra questa zona dovrebbe favorire un nuovo rialzo grazie a chi opera sul breve termine. Sopra 0,80000 non vediamo barriere per le opzioni in grado di frenare il movimento rialzista per la settimana entrante. Ciò nonostante, la nostra visione di medio termine rimane inclinata al ribasso, secondo noi è troppo presto per rafforzare il nostro portafoglio di lungo termine perché, in questa fase, è piuttosto difficile quantificare il potenziale al rialzo.

Ucraina/Russia: continuano le tensioni

Il ministro della Difesa ucraino ha riferito che stanotte i ribelli filorussi hanno violato cinque volte l’accordo sul cessate il fuoco. Come riferito dal Wall Street Journal, l’acuirsi delle tensioni genererà nuove sanzioni contro la Russia, che riguarderanno anche società petrolifere come Gazprom Neft, Gazprom e Transfert. Il primo ministro russo Medvedev ha detto che le nuove sanzioni potrebbero generare una reazione “asimmetrica”. L’USD/RUB consolida le perdite su massimi storici, superiori a 37. Gli indicatori di trend e momentum sono nettamente positivi e nel frattempo si moltiplicano le speculazioni su tassi di riferimento più alti. Ora si prevede che la banca centrale russa annuncerà un aumento di 50 punti base del tasso di riferimento (principale indicatore della politica monetaria russa), portandolo all’8,50%, soprattutto per frenare l’effetto delle tensioni ucraine sull’economia del paese. Le aspettative sul tasso limitano le pressioni a vendere, anche se, per il momento, permangono i rischi geopolitici.

chart

The Risk Today

EUR/USD L’EUR/USD permane debole come si può osservare dal debole rimbalzo di venerdì. Monitorate il recente minimo a 1,2920. Le resistenze orarie per un rimbalzo di breve termine stazionano a 1,3000 (soglia psicologica) e a 1,3110 (massimo 02/09/2014). A più lungo termine, l’EUR/USD è in una successione di massimi e minimi più bassi da maggio 2014. La violazione del supporto chiave a 1,3105 (minimo 06/09/2013) spiana la strada a un declino verso la forte zona di supporto compresa fra 1,2755 (minimo 09/07/2013) e 1,2662 (minimo 13/11/2012). Una resistenza chiave staziona a 1,3297 (massimo 22/08/2014).

GBP/USD Come osservabile dal passaggio al di sotto del supporto chiave a 1,6220, la coppia GBP/USD segue la scia di un declino inarrestabile. Un altro sostegno si attesta a 1,6000 (soglia psicologica e ritracciamento al 50%). Resistenze orarie possono essere trovate a 1,6233 (massimo intragiornaliero) e a 1,6340 (massimo 05/09/2014). A più lungo termine i prezzi sono crollati dopo aver raggiunto massimi a 4 anni. La violazione del supporto chiave a 1,6220 conferma le pressioni di vendita persistenti e apre la strada a un ulteriore declino verso il forte supporto a 1,5855 (2013/12/11 basso). Una resistenza chiave è attualmente pari a 1,6644.

USD/JPY Decisamente l’USD/JPY non è finora riuscito a violare la robusta resistenza a 105,44 (si osservi altresì il 61,8% del ritracciamento e la linea di tendenza discendente a lungo termine). Tuttavia, i prezzi rimangono in un trend rialzista di breve termine, finché reggerà il supporto a 104,74 (si veda inoltre la ripida ascesa della linea di tendenza). Un’area chiave di supporto si trova tra 103,56 (minimo 28/08/2014) e 103,50 (minimo 22/08/2014). Viene favorita un’impostazione rialzista di lungo periodo finché reggerà il supporto chiave a 100,76 (minimo 04/02/2014). La violazione rialzista esterna alla fase di consolidamento tra 100,76 (minimo 04/02/2014) e 103,02 favorisce una ripresa del trend rialzista di fondo. Si osservano forti resistenze a 105,44 (massimo 02/01/2014) e a 110,66 (massimo 15/08/2008).

USD/CHF L’USD/CHD ha infranto la forte resistenza a 0,9250. I supporti orari possono essere ora trovati a 0,9287 (minimo 05/09/2014) e a 0,9250 (resistenza precedente). Una resistenza iniziale si trova a 0,9336 (massimo 05/09/2014). Un'altra resistenza si trova a 0,9404 (61,8% del ritracciamento). Da una prospettiva di più lungo termine la struttura tecnica prevede la fine della grande fase correttiva iniziata a luglio 2012. La violazione della forte resistenza a 0,9250 (massimo 07/11/2013) spiana la strada a un movimento verso la prossima solida resistenza a 0,9456 (massimo 06/09/2013). Ora si osserva un supporto chiave a 0,9104 (minimo 22/08/2014).

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