Il PIL svizzero è cresciuto più rapidamente del previsto, attestandosi allo 0,60% rispetto allo 0,4% previsto, facendo salire il ritmo annuale a un solido 2,0% (previsione di Swissquote: 1,4%).
Questo dato rende la Svizzera l’economia europea con il ritmo di crescita più veloce, malgrado lo svantaggio competitivo derivante dal CHF sopravvalutato.
Secondo il Segretariato di Stato dell’Economia (SECO) di Berna, i contributi positivi al PIL derivano dal “commercio estero e dalla spesa pubblica”.
La spesa per i consumi delle famiglie, invece, si è attestata allo 0,0%, segnalando una “stagnazione”.
In generale, le esportazioni di beni sono aumentate dello 0,8%, trainate dai prodotti chimici e farmaceutici, che vanno a compensare la delusione in altri settori, come quello dei macchinari e della gioielleria.
Innanzitutto, non sembra che la Brexit stia avendo un impatto significativo sui dati economici.
Questa mancanza di trasmissione potrebbe dimostrarsi utile per prevedere i dati economici europei e britannici.
In secondo luogo, nonostante una ripresa solida, assistiamo ancora agli effetti negativi del caro-franco.
L’incremento sarebbe marginale senza il +2,6% della spesa pubblica e il +8,5% delle importazioni di beni, esclusi gli oggetti di valore.
Più l’economia svizzera resterà senza il supporto della valuta, più cambierà il comportamento dei consumatori, i prodotti chimici e farmaceutici sono meno elastici, c’è bisogno di più tempo per modificare le catene di fornitura.
Rimaniamo cauti sull’economia svizzera, visto il livello del CHF.
La BNS è riuscita, attraverso la politica dei tassi negativi e gli interventi diretti sul Forex, a frenare l’eccessivo rafforzamento del CHF.
Non ci aspettiamo nessuna modifica nel policy mix attuale della banca dalla riunione sul tasso della prossima settimana (15 settembre) – pertanto oggi riduciamo gli acquisti di CHF.
Tuttavia, la prospettiva di un allentamento dalla BCE e di un aumento dell’incertezza politica spingeranno ancora di più gli investitori verso il bene rifugio franco.
L’USD/CHF dovrà violare il minimo di reazione a 0,9750 prima di puntare a 0,9550. Chi opera in EUR/CHF si concentrerà su 1,0920 e poi 1,0900.