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S&P 500: conviene comprare? Le regole dell’investitore profittevole

Pubblicato 28.06.2023, 08:50
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In questa prima metà del 2023, i mercati finanziari hanno sorpreso tutti, soprattutto la maggior parte degli investitori che avevano maturato un sentiment ribassista o che comunque si aspettavano una forte correzione del mercato azionario conseguente ad una probabile importante recessione (causata dalle estreme politiche monetarie restrittive applicate dalle banche centrali).

A sorpresa le aspettative catastrofiste sono state completamente disattese, e in questi primi sei mesi al contrario di quanto ci si aspettava non si è verificata alcuna crisi dell’economia reale, né tantomeno crolli inaspettati dei mercati. Il mercato azionario americano continua a stupirci, puntando verso i massimi.


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Il passaggio dallo stato d’animo “paura estrema” ad “estrema avidità”, è ben rappresentato dal grafico settimanale dell’indice azionario S&P 500. E’ calzante a questo proposito l’aforisma del noto investitore Benjamin Graham: “Il mercato è come un pendolo che oscilla sempre tra un ottimismo insostenibile e un pessimismo ingiustificato”


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Gli investitori, soprattutto “retail”, assumono spesso bias cognitivi fuorvianti, e riscontrano problematiche di gestione a causa di atteggiamenti inconsapevolmente contrari al buon senso, confusi dalle ripetute stranezze e contraddizioni dei mercati. Negli ultimi 6 – 8 mesi il pessimismo e la disperazione si sono trasformati in avidità e addirittura in FOMO (paura di perdere una opportunità). “Vendi basso e compra alto”, è la regola, ma non è facile, perché in qualsiasi contesto c’è sempre una forte pressione psicologica che spinge l’investitore medio a fare il contrario. Questi ultimi 8 mesi di mercati azionari sono un chiaro esempio di questa difficoltà cognitiva. Vediamo quali sono i meccanismi psicologici che ci inducono in errore nelle scelte di investimento:

- Nel momento in cui esiste la possibilità di comprare a forte sconto, dopo un significativo crollo dei mercati, circolano informazioni spaventose, che scoraggiano qualsiasi acquisto, inducendo molti ad astenersi da qualsiasi iniziativa di investimento. E’ proprio in questi momenti, in cui tutto sembra nero e senza via di uscita, che si fanno gli affari migliori.
- Quando a seguito di un ciclo recessivo, l’economia ha ricominciato a dare segnali di ripresa, i prezzi hanno già anticipato il rialzo cominciando a correre. Paradossalmente sulla scia di questo ottimismo iniziano a riproporsi come compratori gli “investitori comuni” confortati dal contesto euforico. Il problema è che gran parte della “corsa del prezzo” se la sono persa e rischiano di comprare quando il prezzo è troppo alto.

Per competere sui mercati, è opportuno imparare dai grandi investitori, seguendo le loro linee guida, consapevoli che certi atteggiamenti dettati dalla nostra sfera emotiva ci portano completamente fuori strada. La nostra personalità avrà forti ripercussioni sulle scelte d’investimento, ma se riusciremo a minimizzare gli “inganni psicologici” avremo sicuramente performance migliori. Bob Farrel vanta una esperienza di oltre 50 anni nel mondo degli investimenti; il suo decalogo rappresenta un importante riferimento, un esempio da seguire, o quanto meno da tenere ben presente nella pianificazione finanziaria di un “buon padre di famiglia”.


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1. I MERCATI TENDONO A TORNARE ALLA MEDIA NEL TEMPO
Quando il prezzo di qualsiasi asset, si allontana troppo dalla media, l’allontanamento prima o poi diventa insostenibile. La media storica diventa una “calamita” per il prezzo. Proprio per questo motivo è fortemente sconsigliato investire in un asset nel momento in cui il prezzo nella sua corsa al rialzo si è allontanato troppo dal suo valore medio. Al contrario quando il prezzo è sceso molto sotto la media, può essere una buona opportunità di acquisto. Ci sarà sempre un ritorno verso la media. Osservate nel seguente grafico settimanale, come l’indice S&P 500 nonostante l’andamento rialzista, tenda sempre a:
- Rientrare nel canale rialzista
- Tornare verso la media a 200 periodi Il ritorno alla media degli asset finanziari è un meccanismo fisiologico.

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2. GLI ECCESSI IN UNA DIREZIONE PORTERANNO AD UN ECCESSO OPPOSTO NELL’ALTRA
Un esempio calzante in questo caso è il “crude oil”. Con l’avvento della pandemia il prezzo al barile del petrolio è letteralmente crollato a prezzi negativi: una cosa mai vista prima nella storia. Una economia mondiale completamente chiusa ha comportato una situazione straordinaria con uno scenario paradossale per questo asset. La riapertura successiva dell’attività economica ha comportato una conseguente esplosione del prezzo verso i massimi storici fino a raggiungere i 120 dollari al barile durante la scorsa estate, tra speculazione e spinte inflazionistiche alimentate anche dalla crisi Russa. Di seguito, il grafico del petrolio ci dimostra come quando il prezzo si estremizza da un lato, l’inversione (ovvero il rientro verso la media) lo farà con la stessa forza con cui si è mosso nella direzione opposta.

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Non soltanto i prezzi degli asset (azioni, materie prime, obbligazioni…), ma anche le variabili macro rispondono a questa legge. A titolo esemplificativo riporto il grafico dell’inflazione negli Stati Uniti degli ultimi 2 anni, che sta configurando un pattern a V rovesciata.


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Questo meccanismo da tenere sempre presente, ci spinge a non commettere l’errore di entrare long dopo una sostenuta e straordinaria corsa di qualsiasi asset.

3. NON CI SONO NUOVE ERE: GLI ECCESSI NON SONO MAI PER SEMPRE

Spesso, gli investitori sono indotti a enfatizzare gli effetti di una nuova tecnologia, credendo che si stia per vivere una NUOVA ERA, confidando che un settore in forte espansione possa crescere all’infinito. Se osserviamo la composizione dello S&P 500 degli ultimi 100 anni, notiamo che la composizione dell’indice si è notevolmente trasformata, e che alcune aziende che hanno anche fatto la storia delle più note bull run, sono talvolta sparite dal listino. A questo proposito è sufficiente fare riferimento alla famosa bolla dot.com… Tra 1999 e il 2000 durante la nuova era dei tecnologici, quella della “new economy”, chi investiva in asset “value” veniva deriso, considerando le performance dei tecnologici. Un paio di anni dopo, crollarono le fondamenta del nuovo paradigma legato ai titoli tecnologici e il Nasdaq registrava una perdita del 90%.

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4. I MERCATI IN RAPIDO AUMENTO O CALO ESPONENZIALE DI SOLITO VANNO OLTRE QUANTO SI PENSA, MA NON CORREGGONO ANDANDO LATERALMENTE

In questo caso è evidente come il Bitcoin possa rappresentare un esempio calzante di questo meccanismo. Dal grafico di lungo periodo di questo strumento emerge come dopo una forte accelerazione al rialzo, non sussegua una importante lateralizzazione, ma piuttosto una inversione di pari forza dell’accelerazione.


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Se entriamo in acquisto su un asset in forte espansione, è opportuno avere consapevolezza che la discesa sarà altrettanto potente.

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5. IL PUBBLICO COMPRA DI PIU’ IN ALTO E MENO IN BASSO

Torniamo al primo grafico di S&P 500, in cui è evidenziato il mood di mercato: dalla paura di ottobre scorso con un indice che si deprezzava fino a 3500 punti, all’avidità di queste ultime settimane, in cui sull’entusiasmo dell’ AI continuano gli acquisti su quotazioni di 4300 punti. L’investitore medio ora è più propenso ora all’acquisto, rispetto a qualche mese fa sentendosi più “confidente” sulle prospettive di crescita di una nuova tecnologia, pronta a sconvolgere il nostro futuro. Durante gli ultimi mesi del 2022, al contrario le ripetute profezie recessive diffuse dai canali d’informazione scoraggiavano gli acquisti nonostante i prezzi fossero più convenienti. Insomma è paradossale che a prezzi più alti il piccolo risparmiatore acquisti con eccessivo e infondato entusiasmo, sostenuto dall’illusione della crescita illimitata dei prezzi.

6. LA PAURA E L’AVIDITA’ SONO PIU’ FORTI DELLA DETERMINAZIONE A LUNGO TERMINE

A questo punto è facile comprendere il significato dell’aforisma di Warren Buffet:

“Abbiate paura quando tutti sono avidi e siate avidi quando tutti hanno paura”

In poche parole le nostre emozioni dovrebbero muoversi al contrario di quelle della massa. Negli investimenti è opportuno andare contro la moda e le convinzioni popolari.

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7. I MERCATI SONO PIU’ FORTI QUANDO SONO AMPI E PIU’ DEBOLI QUANDO SI RESTRINGONO A UNA MANCIATA DI NOMI DI PRIMO ORDINE

Se un intero indice è trainato da un ristretto gruppo di aziende non è un indice forte, perché ha una scarsa ampiezza. Quando infatti queste poche aziende smetteranno di crescere, molto probabilmente l’indice fermerà la sua corsa e potrebbe attivarsi una inversione di tendenza. Poche aziende in questo momento stanno sostenendo la corsa di S&P 500.

8. I MERCATI RIBASSISTI HANNO 3 FASI: FORTE RIBASSO, RIMBALZO RIFLESSIVO, E UN TREND RIBASSISTA FONDAMENTALE PROLUNGATO

In sostanza è difficile entrare nei bottom di mercato, per questo, è opportuno programmare una entrata progressiva, evitando di investire tutto e subito in qualsiasi asset. E’ buona prassi pianificare entrate progressive, mediando più volte durante la discesa del prezzo, consapevoli che “un pavimento” prima o poi costituirà le fondamenta per l’inversione.

9. QUANDO TUTTI GLI ESPERTI E LE PREVISIONI SARANNO D’ACCORDO, ACCADRA’ QUALCOS’ALTRO

Durante gli ultimi 2 anni tutti erano concordi sulla recessione, eppure fin qui tutto bene… Le catastrofi finanziarie di solito sorprendono all’improvviso, soprattutto in momenti di calma apparente.

10. I MERCATI RIALZISTI SONO PIU’ DIVERTENTI DEI MERCATI RIBASSISTI

Questo decalogo dovrebbe guidare l’investitore consapevole, considerando l’applicabilità di questi meccanismi a tutti gli asset comprese le variabili macroeconomiche (come l’inflazione la disoccupazione etc…). Prima di prendere qualsiasi decisione d’investimento è opportuno unire i puntini per comprendere la fase di mercato che stiamo vivendo, queste poche semplici regole potrebbero essere preziose per il nostro portafoglio.
Questo e altri articoli puoi trovarli nel mio blog ORSI CONTRO TORI.

DISCLAIMER: Questo articolo ha il solo ed esclusivo scopo didattico e informativo pertanto non deve essere inteso in alcun modo come consiglio operativo di investimento, né come sollecitazione di pubblico risparmio. Le attività di investimento in borsa e di trading speculativo comportano notevoli rischi economici e chiunque le svolga, lo fa sotto la propria ed esclusiva responsabilità. Chi scrive non si assume nessuna responsabilità circa eventuali danni diretti o indiretti relativamente a decisioni di speculazione o d’ investimento prese dal lettore.

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Ultimi commenti

Ottimo decalogo! Concordo soprattutto con questa farse: "Le attività di investimento in borsa e di trading speculativo comportano notevoli rischi economici e chiunque le svolga, lo fa sotto la propria ed esclusiva responsabilità." :D
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