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Sui mercati è preferibile essere strategicamente dinamici

Pubblicato 21.11.2024, 10:25
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Richieste USA settimanali alla disoccupazione (stima 220k contro 217k della scorsa settimana) e PhillyFed (stima +6.3% contro +10.3% di ottobre), in uscita oggi alle 14:30.
 
Prezzi alla produzione della Germania MoM di ottobre più alti delle attese (+0.2% contro -0.1% atteso e -0.5% di settembre), che portano il tendenziale annuo al -1.1% (da -1.4% di settembre). Nonostante la tendenza al rialzo necessiti di ulteriori conferme, non depone positivamente per l’affermarsi definitiva della disinflazione. È infatti probabile che per mantenere invariati i margini di profitto, le imprese aumentino i prezzi finali di vendita. Alternativamente, la compressione dei margini, porterebbe gli investitori a riprezzare le attuali attese di crescita degli utili con le inevitabili ricadute sui prezzi dei titoli.
 
Vediamo sempre più un mondo modellato dall'offerta, con forze strutturali destinate a mantenere persistenti le pressioni inflazionistiche e alti i tassi di interesse per un periodo più lungo. In questo scenario è favorito il capitale infrastrutturale, come le partecipazioni in aeroporti e data center che potrebbero trarre vantaggio da tali forze. L'impatto dei cambiamenti politici dopo le elezioni statunitensi potrebbe rafforzare la frammentazione geopolitica e i deficit di bilancio in corso. Restiamo cauti sui titoli del Tesoro USA a lungo termine ritenendo probabile un aumento dei rendimenti, soprattutto nelle duration più lunghe.
 
La divergenza nel modo in cui i mercati privati ​​hanno reagito ai tassi di interesse più elevati ha plasmato le nostre opinioni su un orizzonte strategico di cinque anni e oltre. Negli ultimi due anni avevamo privilegiato i mercati privati ​​di reddito, come il credito privato, rispetto alle attività di crescita. Ci aspettavamo infatti tassi e quindi costi di finanziamento più elevati che avrebbero aumentato i rendimenti per gli investitori in debito privato con tassi di interesse variabili. Ora privilegiamo attività di reddito neutrali poiché gli spread si restringono, ma i mercati privati ​​rimangono una parte considerevole degli investimenti. All'interno dei mercati privati ​​di crescita simili all'azionario, le valutazioni del private equity e del settore immobiliare hanno raggiunto il picco dopo decenni di costi di finanziamento in calo.
 
Le mega forze stanno giocando un ruolo importante nel plasmare mercati ed economie e nel guidare i rendimenti e riteniamo lo faranno anche nel futuro. Alcune delle politiche proposte dal presidente eletto Trump, come i dazi su larga scala, rafforzano il motivo per cui vediamo un'inflazione persistente nel medio termine e tassi di interesse che rimangono al di sopra dei livelli pre-pandemia.
 
Se implementate, queste politiche potrebbero rafforzare la frammentazione geopolitica e la competizione economica, mentre i piani per ridurre l'immigrazione legale potrebbero avere un impatto sul mercato del lavoro. Ci aspettiamo inoltre deficit di bilancio persistenti, un fattore che vediamo spingere verso l'alto i rendimenti dei titoli del Tesoro USA a lungo termine.
 
Ma mano che lo scontro tra le mega forze si farà più evidente, riteniamo sia preferibile rimanere strategicamente dinamici. Le valutazioni contano di più in un orizzonte strategico di medio e lungo periodo. Ecco perché vediamo valutazioni interessanti nelle azioni dei mercati emergenti (EM) rispetto ai mercati sviluppati (DM). Gli EM come l'India si trovano infatti nella corrente trasversale delle mega forze. Da attenzionare i titoli del Tesoro USA a lungo termine in un orizzonte strategico poiché prevediamo che i rendimenti aumenteranno nel tempo. Per questo motivo, vediamo gli investitori chiedere un premio a termine più elevato, o una compensazione per il rischio di detenere tali obbligazioni, data l'inflazione tendenzialmente elevata, i persistenti deficit fiscali e la maggiore volatilità del mercato obbligazionario.
 
Sebbene le prospettive economiche a lungo termine siano incerte (ma questo per definizione, visto che si parla del futuro), siamo comunque più pro-rischio su un orizzonte tattico di sei-dodici mesi. E questo grazie al supporto dello scenario macroeconomico favorevole e dall’ottimismo degli investitori, data la chiarezza post-elettorale e le speranze di deregolamentazione.
 
A livello settoriale pensiamo che i settori energetico, finanziario e tecnologico possano trarne beneficio. Riteniamo inoltre che il tema dell'intelligenza artificiale possa gradualmente espandersi oltre il settore tecnologico.
 
 
 
 

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