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Tassi della RBA invariati, dati deboli da Cina e Giappone

Pubblicato 01.04.2014, 10:16
Aggiornato 09.07.2023, 12:32
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Market Brief

La RBA ha mantenuto invariato al 2,50% l’obiettivo per il tasso di cassa, ribadendo di attendersi un periodo di stabilità per i tassi d’interesse. La RBA ha detto che i dati recenti suggeriscono un miglioramento solido del settore delle costruzioni edili e che invece la domanda di occupazione rimane sottotono. L’AUD ai massimi storici e le recenti pressioni al rialzo dovrebbero pesare sull’economia. L’AUD/USD è schizzato brevemente a 0,9304 prima di scendere a minimi infragiornalieri pari a 0,9255 (mentre scriviamo). Gli indicatori di trend e momentum rimangono nettamente rialzisti. Le prossime resistenze si trovano a 0,9339 (61,8% di Fibonacci sulla flessione in atto da novembre 2013 a gennaio 2014) e 0,9499/0,9500 (76,4% di Fibonacci e livello psicologico). Seguendo un andamento analogo, la coppia AUD/NZD si è impennata a 1,0716 (media mobile a 50 giorni). L’inclinazione è al rialzo, la resistenza chiave coincide con la media mobile a 100 giorni e al massimo dell’ampio canale di trend ribassista (1,0828).

HSBC e Markit hanno rivisto al ribasso, a 48 (dai 48,1) punti, il rilevamento definitivo riferito al PMI manifatturiero cinese di marzo. I listini cinesi hanno fatto registrare un rialzo perché riprendono vigore le speculazioni su nuovi stimoli dalla PBoC. Contro l’USD, lo yuan non è rimasto a lungo sotto 6,2000 onshore e ha continuato a trovare buone richieste sopra 6,2023 a Hong Kong.

In Giappone, le voci dell’indice Tankan riferito al primo trimestre sono risultate da piatte a negative, la componente riferita alle spese di capitale delle industrie maggiori è cresciuta dello 0,1% (rispetto allo 0,0% previsto e al 4,6% precedente). Oggi entra in vigore l’aumento dell’imposta sulle vendite dal 5% all’8%. Un funzionario della BoJ ha sottolineato che le previsioni per le piccole e grandi aziende del manifatturiero sono migliori rispetto a quelli registrati prima dell’introduzione dell’ultimo aumento dell’imposta sulle vendite nel 1997. Oggi l’USD/JPY e i cross con lo JPY sono ben sostenuti, mentre le azioni del Nikkei sono scese dello 0,24%. L’USD/JPY ieri ha superato la resistenza al massimo della nuvola giornaliera di Ichimoku (103,10) e ha continuato a trovare richieste sopra questo livello. Gli ordini d’acquisto per le opzioni in scadenza oggi si susseguono sopra 102,95/103,00, sotto questi livelli partono gli stop. Il momentum rialzista sta acquisendo slancio; il prossimo obiettivo chiave si trova a 103,76 (massimo di marzo). L’EUR/JPY ha fatto registrare discreti riacquisti venerdì e lunedì, ha superato la media mobile a 21 giorni (141,66) e oggi continua a trovare richieste sopra 142,00. Il MACD (a 12-26 giorni) è diventato positivo e rimarrà in zona rialzista in caso di chiusura giornaliera superiore a 141,84.

Nonostante la debolezza del dato sull’inflazione di ieri, l’EUR/USD non dà segnali di scommesse accomodanti in vista della riunione della BCE in programma giovedì. L’EUR/USD è rimasto all’interno della stretta fascia compresa fra 1,3769 e 1,3778 in Asia. Il sentiment rimane contrastato; gli operatori sono restii a prendere una direzione precisa prima della BCE. Le scommesse per le opzioni si mescolano, c’è qualche stop sotto 1,3725 (minimo segnato lunedì dopo la pubblicazione dell’IPC). Sul lato ascendente, le offerte si susseguono sopra la media mobile a 21 giorni (1,3828). La coppia EUR/GBP rimane offerta sotto la media mobile a 50 giorni (0,82782), l’inclinazione è chiaramente ribassista.

Il calendario economico di oggi prevede la pubblicazione dei dati definitivi riferiti al PMI manifatturiero di marzo in Svezia, Norvegia, Spagna, Svizzera, Francia, Italia, Germania, Regno Unito, Eurozona, Canada e USA. Gli operatori seguiranno anche il dato sull’occupazione di marzo in Germania, Italia ed Eurozona, l’indice dei prezzi dei prodotti industriali e delle materie prime di febbraio in Canada, le spese per le costruzioni di febbraio e l’indice IBD/TIPP sull’ottimismo economico di aprile negli Stati Uniti, e le immatricolazioni di nuovi veicoli riferite a marzo in Italia.

Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd

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