Le stime di analisti e investitori sul progetto che l’imprenditore reputa fondamentale per lo sviluppo dell’azienda. Duro scontro con il management che ha difeso la Model 2, il modello economico che Musk voleva accantonare
L’8 agosto la presentazione ufficiale dell’auto autonoma
Tesla (NASDAQ:TSLA) farà sia il robotaxi, che verrà presentato ufficialmente l’8 agosto, che il nuovo modello di auto elettrica a basso costo, chiamato Model 2. Dopo settimane di indiscrezioni a tutto campo, venerdì scorso è sceso in campo in prima persona Elon Musk per smentire e puntualizzare con un post su X quali sono i programmi dell’azienda. La precisazione ha portato un briciolo di sollievo alle azioni Tesla, che lunedì sono risalite del 4,9% a 173 dollari.
I media da tempo raccontavano di un pesante conflitto al vertice di Tesla, con l’intera linea di management schierata a difesa del progetto Model 2 che il Ceo Musk vorrebbe accantonare per puntare tutte le energie sul robotaxi. Per i manager invece, la Model 2 è una necessità urgente per contrastare la crescente concorrenza cinese in un mercato dei veicoli elettrici debole.
A spingere Musk a pubblicare il post su X è stato l’articolo di Reuters di venerdì che annunciava che il progetto Model 2 era finito in soffitta. In seguito all’articolo, l’azione Tesla venerdì è caduta del 3,6% e la settimana si chiusa con un calo del 6% e un drastico -34% dall’inizio dell’anno.
Il sollievo di Deutsche Bank (ETR:DBKGn)
L’analista Emmanuel Rosner di Deutsche Bank tira il fiato: “Se Tesla avesse confermato che la priorità del robotaxi andava a scapito della Model 2, si sarebbe aggiunto un notevole rischio sulle azioni Tesla e per molti investitori non sarebbe più stato il caso di possederle”, ha scritto in una nota lunedì. Deutsche Bank ha confermato la raccomandazione Buy e il target price di 189 dollari.
Dei 47 analisti censiti da Market Screener che coprono Tesla, la grande maggioranza (23) ha una raccomandazione neutrale e la media dei target price è 198 dollari, che implica un upside del 14%.
La Model 2, venduta a un prezzo base inferiore a 30.000 dollari, dovrebbe allargare il mercato potenziale di Tesla, che nel primo trimestre 2024 ha sofferto un calo delle vendite con soli 387.000 veicoli consegnati, il 9% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Il robotaxi non è un recente innamoramento di Musk, ma un progetto che ha in testa da anni e che dovrebbe diventare il perno di una Tesla che gestisce direttamente una flotta di auto autonome, chiamate all’occorrenza dai clienti che si fanno scarrozzare grazie ad abbonamenti che sostituiscono l’auto di proprietà.
La sparata di Cathie Wood sul cash flow del robotaxi
Musk è da tempo convinto che lo sviluppo di auto a guida autonoma porterà enormi benefici finanziari per Tesla. “L'economia di un veicolo completamente autonomo è davvero sbalorditiva in senso positivo”, aveva detto lo scorso ottobre in una call con investitori e analisti.
Una visione condivisa a spada tratta da Cathie Wood, fondatrice e Ceo della società di investimento ARK, che sostiene che Tesla potrà gestire il proprio servizio di robotaxi, vendere robotaxi a terzi, così come vendere licenze per il software di gestione delle flotte. Wood stima che nel 2027 Tesla sarà in grado di generare 100 miliardi di dollari di cash flow dalla tecnologia della guida autonoma. Come sottolinea Barron’s, si tratta di una cifra enorme, considerando che Tesla nel 2024 dovrebbe generare poco meno di 3 miliardi di dollari di free cash flow e nel 2022, il suo anno d’oro, ne ha generati 7,6 miliardi.
Crisafulli: annunci fatti ad arte per distrarre gli investitori
Sul fronte opposto, fra gli scettici, c’è Adam Crisafulli, analista fondatore della società di ricerca Vital Knowledge, che ricorda come la storia di Tesla sia costellata di annunci di nuovi prodotti la cui realizzazione è stata posticipata più volte, come il pickup Cybertruck, o addirittura è finita nel nulla, come il camion Semi. “Questa serie di annunci potrebbe essere fatta ad arte per distrarre l’attenzione dall’attuale condizione negativa del mercato degli EV”, dice Crisafulli.
Musk presentò nel 2013 il sistema di guida autonoma chiamato allora Autopilot, dicendo che nel giro di pochi anni sarebbe stato in grado di gestire il 90% dei chilometri percorsi dai clienti. Nel 2016 il nome del prodotto è cambiato in FSD (Full Self-Driving), ma otto anni dopo il sistema non è ancora in grado di fare quello che il nome promette, perché il guidatore deve restare sempre vigile e pronto a prendere i comandi all’occorrenza. Oggi dotare la propria Tesla del FSD costa un abbonamento di 199 dollari al mese e 15 giorni fa Musk ha deciso di darlo gratis in prova per un mese a tutti proprietari Tesla che lo chiedono.
I conti di Gary Black, l’investitore coi piedi per terra
Allo stato attuale il problema principale resta l’efficienza del FSD: fino a quando non sarà un sistema capace di guidare le auto in modo totalmente autonomo ogni conto è superfluo. Gary Black, fondatore dell’Etf Future Fund Active, che possiede azioni Tesla, vuole essere ottimista e immagina che l’8 agosto prossimo Tesla presenterà un robotaxi perfettamente efficiente. Al ritmo con cui Tesla sta vendendo auto, Black prevede che entro il 2030 ci potrebbero essere cinque o sei milioni di automobilisti che pagano a Tesla circa 2.400 dollari all'anno per l’FDS. Si tratterebbe di un fatturato aggiuntivo di oltre 12 miliardi di dollari con margini di profitto simili a quelli di un software. Non i 100 miliardi vagheggiati da Cathie Wood, ma pur sempre un incremento del 10% rispetto al fatturato stimato per Tesla nel 2025.