I dati di S3 Partners e di IHS Markit certificano la riduzione delle posizioni short al minimo storico. Sorpresa positiva dai dati di vendita del terzo trimestre, superiori a tutte le attese.
Dal minimo di marzo a oggi il titolo ha guadagnato il 39%.
Più della gara con Jeff Bezos per chi porta più in alto i turisti nello spazio, più della competizione con Ford su chi costruisce il pick-up elettrico più potente, il confronto cui Elon Musk teneva di più si sta risolvendo in maniera a lui favorevole. E’ la lotta quotidiana a Wall Street con gli investitori che vanno short su Tesla (NASDAQ:TSLA).
Negli ultimi anni l’azienda californiana leader delle auto elettriche è stato il bersaglio preferito di chi punta sul ribasso di un titolo. Nel 2019 il valore delle posizioni short su Tesla è arrivato a superare il 25% del capitale. Sembrava un modo logico e relativamente facile di fare soldi: puntare sulla discesa di un titolo che sulla base dei fondamentali appariva tremendamente sopravvalutato. E invece lo short su Tesla si è rivelato nel 2020 uno dei peggiori investimenti in assoluto, visto che l’anno scorso il titolo è salito del 700%. Secondo i calcoli della società di ricerca S3 Partners, l’insieme degli investitori che hanno scommesso contro Tesla hanno accumulato nel 2020 perdite mark to market di 40,1 miliardi di dollari.
La brusca discesa del titolo a marzo di quest’anno ha ridato coraggio a qualche incauto ribassista, che oggi si sta leccando le ferite. Non solo dal minimo di marzo l’azione Tesla ha guadagnato il 39%, ma anche i risultati di vendita annunciati due giorni fa, superiori alle più rosee previsioni degli analisti, hanno definitivamente schiacciato ogni speranza short.La corsa alle ricoperture è stata massiccia, come dimostra il grafico di Bloomberg che riportiamo qui sotto che mette in relazione l’andamento del titolo con la percentuale di azioni impegnate in prestiti ai ribassisti.
Calano prestiti short su Tesla
Per S3 Partners la percentuale di azioni impegnate in prestiti short è scesa la settimana scorsa al 3,2%, minimo storico per Tesla. Solo nel mese di settembre il calo è stato di 1,55 milioni di azioni, che in valore significa circa 1,20 miliardi di dollari. Secondo IHS Markit, altra società specializzata in contabilità di questo tipo, la percentuale di azioni date a prestito per operazioni short sarebbe addirittura scesa all’1,1%.
Ciliegina sulla torta per Elon Musk, sono arrivati i dati sulle vendite del terzo trimestre. L’azienda californiana ha venduto 241mila automobili, battendo il consensus degli analisti che si aspettava 221mila auto vendute. Sono andate molto bene le consegne della Model 3/Y (232.000 contro attese di 211mila). La produzione è stata di 238mila, contro un consensus di 228mila.Da inizio anno le consegne sono state pari a 627.000 veicoli, quasi raddoppiate rispetto ai primi nove mesi del 2020. "Risultato imponente nonostante la carenza di chip", ha commentato Dan Ives, analista di Wedbush che ha giudizio Buy sul titolo Tesla e prezzo obiettivo di 1.000 dollari. Tesla presenterà i risultati definitivi del terzo trimestre a fine mese.