A tre giorni dall’assemblea che deve confermare il mega-stipendio da 56 miliardi di dollari, il fondatore e Ceo dell’azienda si dice convinto di spuntarla. La grande incognita è cosa succederà in caso di bocciatura. Sacconaghi (Bernstein): “Preparatevi alla discesa delle quotazioni”.
Il 45% del flottante di Tesla (NASDAQ:TSLA) è in mano agli azionisti retail
Per Tesla e il suo fondatore e Ceo, Elon Musk, si avvicina il momento della verità, ovvero l’assemblea degli azionisti del 13 giugno, chiamata a votare, fra le altre cose, due proposte fondamentali per Musk: la conferma del suo gigantesco pacchetto retributivo da 56 miliardi di dollari, e il trasferimento della sede legale dal Delaware al Texas.
Sabato Musk ha pubblicato un post su X in cui afferma che il 90% dei piccoli azionisti di Tesla, il cosiddetto azionariato retail, voterà a favore. Bloomberg sottolinea l’importanza di questo dato, visto che oggi circa il 45% del flottante di Tesla è posseduto da azionisti retail.
Fra gli investitori istituzionali prevale la contrarietà
Se il conteggio di Musk fosse corretto, basterebbe che fra gli investitori istituzionali uno su cinque votasse a favore del pacchetto retributivo per vederlo approvato. E’ proprio fra gli istituzionali che ci sono le maggiori contrarietà. CalPERS, fondo pensione della California, e il fondo sovrano norvegese, due fra i maggiori investitori istituzionali a livello globale, hanno già dichiarato che voteranno contro, allineandosi al suggerimento dei proxy advisor Iss e Glass Lewis. Va detto che anche nel 2018, quando il pacchetto fu approvato per la prima volta, i due proxy raccomandarono di votare contro, ma la mega-retribuzione di Musk fu approvata con il 70% dei voti a favore.
Cathie Wood schierata con Musk
Fra gli istituzionali schierati a favore di Musk ci sono i fondi del gruppo ARK Invest, la cui fondatrice, Cathie Wood, è una fan sfegatata del capo di Tesla. Non si sa come voterà Canada Pension Plan Investment (CPP Investments), il più grande investitore istituzionale del Canada e uno dei primi 10 fondi pensione del mondo. Pochi giorni fa CPP ha reso noto che nel primo trimestre 2024 ha raddoppiato il suo investimento in Tesla portandolo a un totale di 980.000 azioni mediante l’acquisto di 454.000 azioni.
Oggi Musk ha il 13% delle azioni in circolazione
Per gli azionisti si tratta di decidere se confermare o no un pacchetto che assegna a Musk 300 milioni di stock option con fortissimi incentivi. A gennaio una giudice del Delaware lo ha dichiarato illegale dicendo che nel 2018 gli azionisti non erano stati adeguatamente informati. A quell’epoca il pacchetto di opzioni aveva un valore di circa 56 miliardi di dollari. Al prezzo di oggi delle azioni Tesla le opzioni valgono circa 50 miliardi di dollari.
Oltre alle opzioni, Musk possiede circa 411 milioni di azioni Tesla, pari a circa il 13% delle azioni attualmente in circolazione.
Bisogna dire che il voto dell’assemblea sarà solo consultivo, ma certamente una bocciatura renderebbe difficile per il board varare il maggior pacchetto retributivo mai immaginato nella storia dell’economia. In ogni caso, il trasferimento della sede nel Texas, se approvato, servirà a mettere al riparo il nuovo pacchetto retributivo, se approvato, dall’attività del Tribunale del Delaware.
Il parere di tre analisti top
Il punto fondamentale, comunque, è immaginare che cosa farà Musk in caso di bocciatura. Resterà alla guida di Tesla o abbandonerà l’azienda?
Fra gli analisti, Toni Sacconaghi di Bernstein prevede la bocciatura del mega-stipendio e come reazione si aspetta una caduta dele quotazioni di Tesla del 5%. Bisogna dire che Sacconaghi è storicamente negativo su Tesla: la sua raccomandazione è Sell e il suo target price 120 dollari, contro l’attuale quotazione di 176 dollari.
Ottimisti sull’esito del voto sono Adam Jonas di Morgan Stanley (NYSE:MS) e Dan Ives di Wedbush, entrambi orientati positivamente su Tesla, il primo con un target price di 310 dollari, il secondo di 275 dollari.