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L’industria automobilistica è il settore dei trasporti che conta 80-90 milioni di auto vendute ogni anno in tutto il mondo. Qualcosa di enorme sia a livello di materiali necessari che di capitali. Un parco auto che arriva a circa 1,1 miliardi di veicoli in circolazione responsabili anche della questione "emissioni", il che ha reso il settore un tassello importante per le politiche ecologiche.
I progetti delle prime auto elettriche risalgono a parecchi anni fa, sembra assurdo ma è così, il mercato dell'elettrico come lo "conosciamo" è in crescita solo dal 2011. Grazie alle dimensioni del settore in questione, stanno nascendo grandi opportunità per le aziende della catena di approvvigionamento EV, dai materiali alle batterie.
Un rapporto di IDTechEx prevede che, nel giro di 20 anni, l’auto elettrica genererà il 76% dei ricavi totali del settore.
Ormai protagoniste indiscusse sono le "batterie agli ioni di litio" basate su anodi di grafite e catodi di ossido stratificato, arrivate a dominare il mercato dei veicoli elettrici e dello stoccaggio di energia. Tuttavia le alternative alle batterie agli ioni di litio stanno prendendo piede, ma non così velocemente, anodi di silicio e litio-metallo, litio-zolfo, ioni di sodio e batterie a flusso redox.
Data l'importanza del mercato dei veicoli elettrici, in particolare delle auto elettriche a batteria, nel determinare la domanda di batterie, si prevede che la composizione agli ioni di litio (rame, grafite, litio, nichel, cobalto, ferro, manganese, Alluminio ect.) manterrà la sua posizione dominante. Inoltre la combinazione anodi di silicio e anodi di metallo di litio, hanno la possibilità di migliorare in modo significativo la "densità" di energia, sebbene si stiano cercando miglioramenti in termini di costi.
Infatti tra gli elementi indicati, il cobalto è stato il metallo più costoso nel 2021 e ciò è dovuto soprattutto alla "concentrazione" geografica della sua offerta. Circa il 70% della produzione globale è estratta dalla Repubblica Democratica del Congo (dove sono state messe in discussione diverse questioni relative ai diritti umani). Subito dopo c'è il litio che ha ritestato i massimi storici registrando una performance del +496% nel 2021 e sono aumentati di oltre il 100% da novembre 2022 (1 tonnellata di carbonato di litio costa circa $80.000).
L'attuale settore dei materiali è dominato dall'Asia. Mentre USA e l'Europa in particolare stanno da poco cercando di sviluppare le proprie catene di fornitura. Per la prima sorgeranno 13 nuove gigafactory entro il 2025, a cui se ne aggiungeranno quelle della seconda, 35 entro il 2035. In più gli USA che l'Europa, risultano, per area geografica, leader nella tecnologia di nuova generazione.
Si prevede che il mercato degli "ioni di litio" supererà i 430 miliardi di dollari entro il 2035. Infatti, nonostante gli effetti del Covid, la carenza di chip e i problemi della catena di approvvigionamento, le vendite di auto elettriche ha superato i 5 milioni nel 2021 (+108%) e altrettanto bene sta facendo nell'anno in corso (9 milioni).
Resta il fatto che la maggior produzione è controllata da società asiatiche e ciò va in contrasto con gli obiettivi dell'Europa e degli USA.
Il principale fornitore è CATL che ha "ampliato" la sua quota di mercato del 34% nel 2022. Ciò significa che 1/3 delle batterie per EV nel mondo proviene da questa azienda. Possiamo trovarle sui modelli Tesla (NASDAQ:TSLA), Peugeot, Hyundai, Honda, BMW, Toyota, Volkswagen (ETR:VOWG) e Volvo.
LG Energy Solution (azienda coreana) è posizionata al secondo posto e subito dopo BYD che ha surclassato Panasonic, raddoppiando la sua quota di mercato nell'ultimo anno. La società
su cui ha puntato Warren Buffett, con i suoi sviluppi, è pronta a superare anche LG Energy Solution nei prossimi anni.
Tra i principali produttori di auto elettriche a livello mondiale ci sono:
Volkswagen
Il colosso tedesco (con 453 mila consegne nel 2021) si conferma leader in Europa nel settore EV incrementando del 96% la produzione rispetto all'anno prima. Il gruppo ha l'obiettivo di arrivare al 50% della produzione di auto elettrico-hybrid entro il 2030.
Hyundai-Kia
Il gruppo sud-coreano (con 227 mila consegne) da inizio 2022 ha provato a prendersi un'altra "fetta" di mercato, puntando a vendere il 12% in più di modelli. Mentre si è prefissata come obiettivo, entro il 2030, molteplici modelli a batterie come ad esempio la Hyundai Ioniq 6 e la Kia Ev9 nel 2023.
Stellantis (BIT:STLA)
Si colloca tra i produttori che hanno venduto più auto nel 2021 (180 mila). Anche in questo caso, la strategia dell'azienda è quella di puntare esclusivamente su EV in Europa e si è prefissata l'obittivo di ricoprire il 50% del mercato nordamericano entro il 2030 con la vendita di 5 milioni di veicoli (EV) offrendo molteplici modelli nel prossimo decennio.
BYD
La compagnia cinese (in cui Warren Buffett ha una quota del 15%), lo scorso anno ha venduto circa 323 mila veicoli e nel primo semestre di quest'anno è riuscita a superare Tesla ottenendo diventando l'azienda che ha venduto di più EV e ibride plug-in, con una performance del +315% (+641 mila auto rispetto al 2021). Il colosso resta uno dei "problemi" di Elon Musk in Cina, che ha sorpassato gli "storici leader" Volkswagen e Toyota, a novembre Byd ha venduto più di 150 mila veicoli registrado un aumento di oltre l'80% anno/anno. Secondo le stime, BYD chiuderà il 2022 con un fatturato di oltre 50 miliardi di dollari, con un incremento del 75% sull'anno precedente, con un utile atteso a $2 miliardi.
Se invece consideriamo solo EV, Tesla mantiene la testa.
Elon Musk e la sua società sono i i "pionieri" delle auto elettriche, restando tutt'oggi ai vertici con più 900 mila vendute. Gli stabilimenti più produttivi sono stati la gigafactory di Shanghai e il sito di Freemont. Senza dimenticarci che sono attesi ottimi risultati anche dall'impianto di Berlino e di Austin, per arrivare a 1.5 milioni di consegne totali per il 2022 - primo trimestre 2023.
Le vendite di Tesla in Cina a novembre hanno battuto le attese superando le 100 mila unità, il doppio rispetto a novembre dello scorso anno e il 39% in più rispetto ad ottobre 2022. Ma la produzione della gigafactory di Shanghai diminuirà del 20%. Stavolta la riduzione non è stata causata dai lunghi lockdown o da problemi alla catena di approvvigionamento, ma da una decisione presa "volontariamente" dopo che la domanda non è cresciuta "abbastanza" a causa della concorrenza.
Nel terzo trimestre il fatturato di Tesla è cresciuto oltre il 55% anno/anno. Il fatturato lordo del Q3 2022 è stato di $21,45 miliardi e ad impattare positivamente sono stati, in particolar modo, l’aumento delle consegne dei veicoli e un prezzo di vendita medio più alto all'anno precedente.
Infatti si è passati dai $3,67 miliardi del Q3 2021 ai $5,38 miliardi del Q3 2022.
Il grafico fornito da InvestingPRO mostra il trend degli analisti nelle previsioni sugli utili per azione (EPS) per il prossimo trimestre.
Questi hanno aumentato le aspettative di questo trimestre di 45,1% per EPS da 0.88 per azione a 1.28 nell'ultimo anno. Inoltre hanno aumentato le aspettative del 25% per le entrate da 21,092 miliardi per azione a 26,373 miliardi negli ultimi 12 mesi.
L’azienda riporterà gli utili per Q4 2022, il 25 gennaio 2023.
Il titolo (utilizzando sempre la media dei metodi da InvestingPro) presenta uno sconto del 30%, mentre prendendo le stime degli analisti (meno cautelative) lo sconto si alza al 40% circa, con prezzo target 219.57
Ma per quanto lo sconto e le stime siano rilevanti, in termini relativi andiamo a vedere il confronto con il mercato e competitor
Il titolo risulta ancora con valutazioni molto elevate rispetto al mercato, il P/E in particolare a 45,4x contro la media mercato di 8x e Prezzo/vendite degli ultimi 12 mesi sono pari a 6,8x contro 1x del settore, frutto di ipervalutazioni passate che giustificano i crolli degli ultimi mesi.
Le giornate di lunedi-martedì hanno pesato tanto sulle azioni Tesla. Il titolo ha rotto quota 160 toccando i 157 punti con un ribasso di circa il 10%, successivamente non è riuscito a ritornare sul livello psicologico a 160. Il sell-off ha incrementato il passivo accumulato nell'ultimo anno, come si può vedere dal grafico in sopra, infatti, sta perdendo il 49%.
A ciò si aggiunge che Musk ha dato, in questi ultimi mesi, l'impressione di essere più interessato a Twitter, ha venduto altre 20 milioni di azioni Tesla ($8,6miliardi + $3,6 miliardi + $3,9 miliardi). E uno dei principali azionisti, Leo KoGuan, ha infatti incolpato il CdA di Tesla di immobilismo.
Tesla resta ancora un'occasione a questi prezzi?
Dopo la rottura dei 193 punti il titolo ha perso oltre il 15% e con l'RSI al ribasso verso il livello "ipervenduto", i rialzisti potrebbero soffrire dei possibili livelli di liquidità $$$ che il titolo sembra orientato a ritoccare. Quindi in caso di altri ribassi il Target medio del primo livello è a 145 e del secondo livello a 85,5.
Intanto Goldman Sachs (NYSE:GS) ha tagliato il target price (per i prossimi 12 mesi) a 235 da 305 dollari, confermando però il rating "buy".
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