· Pubblicazione dei risultati del secondo trimestre 2019 domani, mercoledì 7 agosto, prima dell’apertura dei mercati
· Previsioni sulle entrate: 4,25 miliardi di dollari
· Previsioni utili per azione: 0,57 dollari
Il brusco tonfo del titolo di Teva Pharma (NYSE:TEVA)quest’anno mostra che il peggio è tutt’altro che passato per il principale produttore al mondo di farmaci generici. E ci sono poche probabilità che gli utili del secondo trimestre domani contribuiscano ad alimentare le speranze di una rapida ripresa.
Da quando la compagnia ha annunciato gli utili del primo trimestre a maggio, l’attenzione degli investitori si è spostata dal piano di inversione di rotta dell’amministratore delegato Kare Schultz alle nuove accuse in merito all’antitrust da parte degli stati USA che pongono Teva al centro di una presunta cospirazione per la manipolazione dei prezzi.
L’accusa, portata avanti da oltre 40 stati a inizio maggio, afferma che Teva avrebbe colluso con un ristretto gruppo di concorrenti al fine di seguire gli aumenti dei rispettivi prezzi. In un periodo di 19 mesi dal 2013 al 2015, Teva ha significativamente alzato i prezzi di circa 112 farmaci generici ed avrebbe colluso con i concorrenti su almeno 86 farmaci, in base alle accuse.
Secondo Morgan Stanley (NYSE:MS), Teva è una delle grandi case farmaceutiche che si ritrovano ad affrontare alti “rischi per i processi” legati al suo coinvolgimento nella crisi degli oppioidi USA e per gli interventi dei governi contro i produttori di farmaci ed i distributori.
I rischi di un intervento da parte degli enti regolatori e della possibilità di una multa salata implicano che il titolo di Teva potrebbe restare sotto tono anche nell’eventualità che gli sforzi di inversione di rotta di Schultz comincino a dare frutti. Dopo aver perso metà del valore negli ultimi tre mesi, il titolo di Teva si è attestato a 7,84 dollari ieri, dopo essere sceso dello 0,3% nella seduta.
Forte crollo
Teva sta cercando di riprendersi da un tonfo cominciato nell’estate del 2015 che ha fatto crollare le sue azioni, con la compagnia che ha investito fortemente per ampliare la sua divisione di farmaci equivalenti. Questo è successo in un periodo in cui i margini hanno cominciato a ridursi negli Stati Uniti tra la spietata concorrenza da parte degli altri produttori.
Il calo maggiore è avvenuto quando Teva ha perso il monopolio sul Copaxone, un farmaco iniettabile per la sclerosi multipla che era arrivato a generare metà dei profitti della compagnia. Questo intoppo ha fatto cadere Teva nella trappola del debito, alimentando i dubbi circa la sua capacità di ripagare i massicci prestiti.
Le previsioni medie degli analisti sui profitti e le vendite del secondo trimestre mostrano che la decelerazione dei ricavi non ha raggiunto il fondo. Nei risultati di domani, Teva probabilmente riporterà un calo dei profitti da 0,78 a 0,57 dollari ad azione rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre le vendite dovrebbero segnare un tonfo del 10% a 4,25 miliardi di dollari, secondo le stime medie degli analisti.
Malgrado le prospettive siano oscurate dalle accuse legali, ci sono segnali del fatto che Schultz stia per raggiungere alcuni dei suoi obiettivi di ristrutturazione. Teva ha tagliato 2,5 miliardi di dollari di costi dall’arrivo di Schultz, avvicinandosi all’obiettivo da lui fissato per la fine dell’anno. Ed allo stesso tempo il mercato dei farmaci generici si sta stabilizzando dopo anni di calo dei margini di profitto.
La solida rete di nuovi farmaci della compagnia rappresenta un’altra nota positiva. La recente approvazione del suo farmaco per l’emicrania di nuova generazione Ajovy finora non ha generato molto entusiasmo, ma il farmaco ha un grande futuro davanti a sé e potrebbe apportare nuovi flussi di entrate nei prossimi due o tre anni.
Il farmaco per il morbo di Huntington di Teva, Austedo, potrebbe rivelarsi un altro grande generatore di entrate, aiutando la casa farmaceutica ad arrestare il calo delle vendite. Il picco delle vendite di Austedo dovrebbe raggiungere ben 1,3 miliardi di dollari entro i prossimi tre anni.
Morale della favola
Teva è ancora una scommessa di inversione di rotta piuttosto rischiosa per chi ha la pazienza di restare fedele al titolo in questo ambiente operativo altamente difficoltoso e le sue prospettive future sono diventate più offuscate dopo le nuove accuse dell’antitrust. Qualsiasi segnale di miglioramento della crescita della compagnia e di successo degli sforzi di taglio dei costi potrebbe innescare un’impennata di sollievo ora che il titolo è stato tanto colpito.