C’è un Atlantico che separa l’Europa dagli Stati Uniti, un abisso di oltre 6.000 chilometri. Ma non è la distanza geografica a raccontare la vera storia: sono le somiglianze e le differenze a dipingere un quadro di due mondi legati dallo stesso vento, ma naviganti in direzioni opposte.
Da una parte, l’Europa si specchia in un’inflazione che sembra meno temibile a un primo sguardo, con il dato di novembre all’interno delle attese: +2,4% (come da attese) contro il +2,2% del mese precedente. Una stabilità che, a prima vista, offre un respiro (non sottovalutato dopo le sorprese al rialzo tedesche e spagnole). Ma è solo apparenza. L’inflazione nei servizi e il core CPI restano forti, come radici che si aggrappano al terreno. E il motivo? Forse salari che non scendono al passo sperato: storicamente, l’inflazione dei salari è una compagna fedele di quella dei servizi. La Banca Centrale Europea, con mano cauta, potrebbe rallentare il ritmo dei tagli dei tassi, anche se un altro taglio resta probabile questo mese. Il futuro, però, è nebuloso: un’ombra di stagflazione potrebbe avvolgere il 2025, con crescita debole, inflazione persistente e nuove sfide – dai dazi al rafforzamento del dollaro.
Dall’altra parte dell’oceano, l’America si trova a fare i conti con un’economia che sembra un puledro imbizzarrito. I dati sono solidi, a partire dall’indice ISM dei servizi di dicembre a 54,1, ben sopra le aspettative. Anche il mercato del lavoro non si ferma: 8,1 milioni di offerte di lavoro a novembre, contro i 7,7 milioni previsti. Eppure, c’è una crepa in questa facciata splendente: il sottoindice dei prezzi ISM è balzato a un massimo quasi biennale di 64,4. Un campanello d’allarme per l’inflazione futura, che non promette tregua. Come ha sottolineato ieri Barkin della Fed (aggiungendosi al coro dei recenti giorni), se le pressioni sui prezzi continueranno, saranno necessari interventi più severi. La risposta? I rendimenti dei titoli di Stato decennali sono saliti al 4,7%, al livello più alto da aprile, un segnale di un mercato che si prepara al peggio.
E così, mentre le borse europee ignorano i dubbi quelle americane scendono. L’Europa, fragile e inquieta, si rifugia nella cautela, mentre l’America, forte fino all’eccesso, rischia di piegarsi sotto il peso della propria spinta. Due economie, due destini, ma un’unica onda a scuotere i mercati. Perché in fondo, l’Atlantico non separa: amplifica.
Le preoccupazioni sull’evoluzione dei Tassi d’interesse hanno superato gli altri due grandi protagonisti previsti per quest’anno: Trump e Tecnologia, rendendo il 2025 quello che potremmo definire l’anno delle “3 T“. Ieri, il prossimo presidente americano è tornato a essere protagonista sui mercati, riprendendo il mantra secondo cui i tassi d’interesse sarebbero “troppo alti” (un déjà-vu), accompagnato da una serie di dichiarazioni dirompenti: dall’estensione del Debt Ceiling ai commenti geopolitici su Panama, Groenlandia, Canada e Golfo del Messico; dall’intenzione di allentare i legami tra criptovalute e banche, fino all’incontro con il CEO di Ripple e il suo avvocato; per concludere con l’idea di aumentare al 5% il contributo alla NATO.
Anche la Tecnologia, dopo il rally di lunedì, non è riuscita a sostenere l’umore del mercato, chiudendo in ultima posizione tra gli 11 settori dell’S&P 500 con un pesante -2,01%. I principali colpevoli sono stati i giganti delle “Magnifiche 7”, tutti in calo: Nvidia (-6%), Tesla (-4%), Amazon (NASDAQ:AMZN) (-2%), Meta (-1,9%), Microsoft (NASDAQ:MSFT) (-1,2%), Apple (-1,1%) e Alphabet (NASDAQ:GOOGL) (-0,7%). Insieme, queste sette aziende hanno bruciato circa 468 miliardi di dollari di valore, con Nvidia che da sola ha perso 227 miliardi, rappresentando quasi la metà del totale.
Le notizie non si sono limitate al sell-off: ieri sono stati annunciati importanti cambiamenti di giudizi da parte degli analisti sell-side. Apple (NASDAQ:AAPL) e Tesla (NASDAQ:TSLA) sono state declassate, mentre Bank of America (NYSE:BAC) e Disney hanno ricevuto upgrade. Nonostante le difficoltà recenti, Tesla rimane uno dei titoli più performanti, avendo guadagnato il 56,8% e aggiunto 459 miliardi di dollari alla sua capitalizzazione di mercato dopo le elezioni presidenziali statunitensi del 5 novembre. Tuttavia, restano molte incognite su come le politiche tariffarie, commerciali e fiscali del presidente eletto Donald Trump influenzeranno l’azienda di Elon Musk.
Un altro scossone è arrivato dal settore del calcolo quantistico, uno dei principali trend dello scorso anno. Nvidia è stata protagonista anche di questo crollo: durante una sessione di domande e risposte, il CEO Jensen Huang ha dichiarato che i computer quantistici “molto utili” potrebbero essere lontani decenni. “Se avessi detto 15 anni, probabilmente sarebbe stato troppo presto. Se avessi detto 30, forse troppo tardi. Ma 20 anni? Un bel po’ di noi ci avrebbe creduto,” ha affermato Huang, spegnendo l’entusiasmo degli investitori e trascinando al ribasso le azioni delle società collegate al calcolo quantistico nelle contrattazioni estese di martedì.
I mercati attendono ora di scrutare su report economici di questa settimana per valutare la forza dell’economia statunitense. Mercoledì, i verbali della riunione del FOMC del 17-18 dicembre (con ieri lo S&P 500 che ha registrato la peggiore seduta post taglio FED del 18 dicembre) saranno esaminati attentamente per vedere se la Banca Centrale America continuerà a tagliare i tassi di interesse, con i mercati che attualmente hanno rivisto al ribasso il percorso Fed, a solamente un taglio nell’anno (giugno).
Infine, il report mensile sulle buste paga statunitensi di venerdì valuterà la forza del mercato del lavoro statunitense (le buste paga non agricole di dicembre sono previste a +160.000 e il tasso di disoccupazione di dicembre dovrebbe rimanere stabile al 4,2%).
La volatilità sarà una costante nell’anno che ci attende, ma il vero rischio per gli investitori è farsi trascinare dalle emozioni mutevoli dei mercati. Più che mai, sarà cruciale mantenere la rotta, distinguendo i segnali duraturi dai rumori di breve periodo.
Gabriel Debach
eToro Italian Market Analyst
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