Buongiorno ai Lettori di Investing.com.
Non possiamo esimerci dal trattare, in apertura, il pesante crollo del dollaro e ci si domanda se l’appuntamento più atteso della settimana – ovviamente il primo meeting dell’anno targato BCE – potrà incrementare la pressione di vendita.
Ma è bene fare un passo indietro, ovvero sottolineare come il biglietto verde sia in costante deprezzamento dal novembre scorso. Quel che ha gettato “benzina sul fuoco” è stato il commento del segretario del Tesoro statunitense Steve Mnuchin, il quale ha confermato come la debolezza del dollaro è da considerarsi un aspetto positivo dal punto di vista commerciale. Non diamo tale dichiarazione per scontata, perché si tratta di un netto cambiamento di rotta di un ufficio che ha sempre (almeno pubblicamente) cercato di sostenere un dollaro più forte.
Ciò ha portato l’indice del Dollaro decisamente al di sotto del livello chiave collocato a quota 90, ovvero sui minimi da tre anni a questa parte. A livello tecnico, attenzione, non s’intravede un supporto adeguato se non in area84! In tutto questo contesto osserviamo anche un consolidamento dei rendimenti obbligazionari e sebbene Wall Street non abbia subito particolari scossoni tale scenario potrebbe avere intaccato la fiducia dei rialzisti.
Ricordiamo che la propensione al rischio tende generalmente a calare quando si hanno questi movimenti shock e la svendita del biglietto verde può essere considerata tale.
Ma significa anche che l’operatività dei traders al dettaglio diventa più difficile quando i mercati evidenziano degli eccessi e inseguirli può essere molto pericoloso.
Non scordiamoci che anche la riunione della BCE di oggi potrebbe rappresentare un punto di svolta. La domanda è: come reagirà Mario Draghi a questo rafforzamento dell'euro? Ci sarà un tentativo di portarlo giù? Ciò potrebbe innescare volatilità inattesa, per cui sarà bene prestare la massima attenzione evitando di prendere posizionamento prima e subito dopo la conferenza stampa.
Wall Street ha vissuto una giornata, quella di ieri, piuttosto volatile con l’indice SP 500 in chiusura negativa ovvero -0,1% a 2837 punti. I mercati asiatici hanno reagito negativamente ( Nikkei -1,1%) mentre gli europei sembrano voler proseguire il trend negativo intrapreso ieri.
Nel mercato Forex, oltre al Dollaro, da segnalare anche il tonfo del dollaro Neozelandese a seguito di dati sull’inflazione nettamente inferiori alle aspettative. Ovviamente la debolezza del Dollaro ha portato l’XAU/USD sopra $ 1357,50, mentre il Future Petrolio Greggio WTI sta mantenendo il suo slancio sulla scia delle scorte di petrolio che hanno mostrato un calo del greggio per la decima settimana consecutiva.
Sul fronte macroeconomico, lo ripetiamo, gli investitori si concentreranno massicciamente sulla BCE ma prima attenzione all’Ifo Business Climate tedesco (ore 10) che dovrebbe calare leggermente a 117,1 punti (da 117,2 del mese scorso) ma dopo i positivissimi dati PMI e del tedesco ZEW potrebbe esserci una sorpresa positiva. Dagli USA arriverà il dato sui sussidi settimanali di disoccupazione (14:30) che dovrebbero crescere leggermente verso quota 236.000 (in ripresa dal minimo record della settimana scorsa pari a 220.000). Le vendite di nuove abitazioni, sempre dagli USA, verranno pubblicate alle ore 16 e si prevede un dato di 676.000, in netto calo rispetto a 733.000 il mese scorso. Da attenzionare, infine, anche il CPI del Giappone alle 00:30, che dovrebbe rimanere stabile al + 0,9%.